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Originally Posted by valentina
ma la chiesa non dovrebbe essere a servizio di chi soffre per la fede e lo spirito di fratellanza .... non sapevo che facesse vere e proprie consulenze con incarichi .....
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Saranno designati dalla Chiesa ma saranno pagati dalle Usl secondo il contratto della sanità
Sacerdoti assunti negli ospedali veneti
Due milioni per l’assistenza religiosa, paga la Regione. E già divampano le polemiche.
Con l'accordo sarà possibile soddisfare le esigenze spirituali dei degenti cattolici
VENEZIA - C’era una volta il cappellano dell’ospedale, che girava per le stanze a offrire supporto spirituale ai malati, in ossequio al precetto evangelico dell’assistenza agli infermi. E non per denaro. Ma nel Veneto bianco e offeso dalla sentenza della Corte europea che ha bandito il crocefisso dalle scuole, quella è una figura superata. Oggi la Regione «regolarizza gli assistenti religiosi» sottoscrivendo un protocollo d’intesa con le Diocesi venete che obbliga Usl, Aziende ospedaliere e tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate ad assumere i sacerdoti (diocesani e religiosi) con lo stesso contratto degli infermieri. Recita infatti l’accordo deliberato in giunta all’unanimità e a breve firmato dal governatore Giancarlo Galan e dal Patriarca di Venezia Angelo Scola: «La Regione Veneto, considerando che l’assistenza religiosa concorre al miglioramento dei servizi erogati dalle aziende sanitarie e al processo terapeutico dell’ammalato, si impegna a favorirne la presenza nelle strutture sanitarie ». Il protocollo sottolinea che gli assistenti religiosi godranno di inquadramento, trattamento economico e scatti di anzianità previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto sanità, in particolare per il personale di categoria D, cioè gli infermieri laureati (stipendio base di 1500 euro netti al mese). I preti saranno assunti dalle aziende sanitarie, ma su designazione dell’Ordinario diocesano, con contratto di durata indeterminata, a tempo pieno o parziale.
Le regole Insomma i religiosi verranno pagati dalle Usl, che passeranno loro anche alloggio gratuito e «adeguatamente arredato», mensa, uffici oltre a chiesette e cappelle (mantenimento e manutenzione sono sempre a carico dell’«ente gestore»), ma obbediranno solo alla Chiesa. Dalla quale saranno nominati e, in caso, licenziati. Per di più, raggiunta l’età della pensione, potranno «rimanere in servizio in regime di convenzione». Fin qui l’aspetto economico. Quello operativo non è da meno. Il protocollo li autorizza a entrare nell’attività ospedaliera, promuovendo iniziative «di sostegno al processo terapeutico» del malato, contribuendo alla formazione del personale in tema di umanizzazione, partecipando ai Comitati etici, ai corsi di formazione aperti al personale del comparto e organizzando opere di volontariato. Ai sacerdoti sono inoltre garantiti «l’accesso alle strutture di ricovero o assistenza senza alcuna limitazione» e orari flessibili, con l’unico obbligo di assicurare la reperibilità anche di notte. Verranno infine affiancati da diaconi, religiose e laici, loro sì volontari. Il tutto per un’operazione che alla Regione costerà, per ora, 2 milioni di euro. «In un momento storico nel quale l’Europa consente a qualche professore di gettare nel cestino il crocefisso, abbiamo ritenuto utile offrire alla nostra gente un servizio prezioso — dice l’assessore alla Sanità, Sandro Sandri —. Per un malato può essere di conforto la presenza di una figura religiosa capace di portare serenità e una parola di speranza». Naturalmente, precisa il protocollo, «nel rispetto della volontà e della libertà di coscienza di ciascuno».
Le reazioni Se le Diocesi «esprimono vivo apprezzamento per l’importante accordo», perchè «riconosce e regola il prezioso servizio di assistenza spirituale che sta a cuore alle Chiese del Veneto e le spinge ogni giorno a dare il proprio contributo alla vita buona di questa regione », le Usl restano sorprese («Non ne sapevamo niente ») e i sindacati protestano. «Visto che ai sacerdoti verrà applicato un contratto che abbiamo firmato noi, la Regione poteva anche consultarci — dice Cristina Bastianello, Cgil Veneto —. Bisogna vigilare affinchè non ci sia ingerenza ideologica della Chiesa nell’attività terapeutica». «Strutturare quella che dovrebbe essere la normale attività di apostolato significa sovvenzionare la Chiesa, mettendo i preti a carico dello Stato — osserva Pietro Levorato, Uil Fpl Veneto —. E’ scorretto equipararli agli infermieri, a differenza loro assunti per concorso e soggetti ai controlli della legge Brunetta, ed è inconcepibile pagarli con i soldi di tutti i cittadini. Anche di quelli laici o di altre confessioni, che a questo punto avebbero diritto ad avere i loro ministri di culto in corsia. La presenza dei religiosi ostacolerà inoltre l’aborto, la somministrazione della pillola del giorno dopo, importanti decisioni su pazienti in stato vegetativo. Senza contare che potrebbero fare proselitismo sui soggetti più fragili». Perplesso anche Diego Bottacin, consigliere regionale del Pd: «Non metto in dubbio l’utilità dell’assistenza spirituale, ma il modo di inquadrarla. Non può essere una sanatoria obbligatoria per tutte le Usl bensì un’azione a loro discrezione, e deve contemplare un concorso oppure una semplice convenzione».
Michela Nicolussi Moro
25 novembre 2009(ultima modifica: 26 novembre 2009)
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