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Old 29-04-2011, 18:11   #659
Earthlings
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Originally Posted by valentina View Post
ma la chiesa non dovrebbe essere a servizio di chi soffre per la fede e lo spirito di fratellanza .... non sapevo che facesse vere e proprie consulenze con incarichi .....
Saranno designati dalla Chiesa ma saranno pagati dalle Usl secondo il contratto della sanità

Sacerdoti assunti negli ospedali veneti

Due milioni per l’assistenza religiosa, paga la Regione. E già divampano le polemiche.

Con l'accordo sarà possibile soddisfare le esigenze spirituali dei degenti cattolici

VENEZIA - C’era una volta il cappella­no dell’ospedale, che girava per le stanze a offrire supporto spirituale ai malati, in osse­quio al precetto evangelico dell’assistenza agli infermi. E non per denaro. Ma nel Ve­neto bianco e offeso dalla sentenza della Corte europea che ha bandito il crocefisso dalle scuole, quella è una figura superata. Oggi la Regione «regolarizza gli assistenti religiosi» sottoscrivendo un protocollo d’intesa con le Diocesi venete che obbliga Usl, Aziende ospedaliere e tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e priva­te accreditate ad assumere i sacerdoti (dio­cesani e religiosi) con lo stesso contratto degli infermieri. Recita infatti l’accordo deliberato in giunta all’unanimità e a breve firmato dal governatore Giancarlo Galan e dal Patriar­ca di Venezia Angelo Scola: «La Regione Ve­neto, considerando che l’assistenza religio­sa concorre al miglioramento dei servizi erogati dalle aziende sanitarie e al processo terapeutico dell’ammalato, si impegna a fa­vorirne la presenza nelle strutture sanita­rie ». Il protocollo sottolinea che gli assisten­ti religiosi godranno di inquadramento, trattamento economico e scatti di anziani­tà previsti dal contratto collettivo naziona­le di lavoro per il comparto sanità, in parti­colare per il personale di categoria D, cioè gli infermieri laureati (stipendio base di 1500 euro netti al mese). I preti saranno as­sunti dalle aziende sanitarie, ma su designa­zione dell’Ordinario diocesano, con contrat­to di durata indeterminata, a tempo pieno o parziale.

Le regole Insomma i religiosi verranno pagati dal­le Usl, che passeranno loro anche alloggio gratuito e «adeguatamente arredato», men­sa, uffici oltre a chiesette e cappelle (mante­nimento e manutenzione sono sempre a ca­rico dell’«ente gestore»), ma obbediranno solo alla Chiesa. Dalla quale saranno nomi­nati e, in caso, licenziati. Per di più, raggiun­ta l’età della pensione, potranno «rimanere in servizio in regime di convenzione». Fin qui l’aspetto economico. Quello ope­rativo non è da meno. Il protocollo li auto­rizza a entrare nell’attività ospedaliera, pro­muovendo iniziative «di sostegno al pro­cesso terapeutico» del malato, contribuen­do alla formazione del personale in te­ma di umanizzazione, partecipando ai Comitati etici, ai corsi di forma­zione aperti al personale del comparto e organizzando ope­re di volontariato. Ai sacerdo­ti sono inoltre garantiti «l’accesso alle strut­ture di ricovero o assistenza senza alcuna limitazione» e orari flessibili, con l’unico obbligo di assicurare la reperibilità anche di notte. Verranno infine affiancati da dia­coni, religiose e laici, loro sì volontari. Il tutto per un’operazione che alla Regio­ne costerà, per ora, 2 milioni di euro. «In un momento storico nel quale l’Europa consente a qualche professore di gettare nel cestino il crocefisso, abbiamo ritenuto utile offrire alla nostra gente un servizio prezioso — dice l’assessore alla Sanità, San­dro Sandri —. Per un malato può essere di conforto la presenza di una figura religiosa capace di portare serenità e una parola di speranza». Naturalmente, precisa il proto­collo, «nel rispetto della volontà e della li­bertà di coscienza di ciascuno».

Le reazioni Se le Diocesi «esprimono vivo apprezza­mento per l’importante accordo», perchè «riconosce e regola il prezioso servizio di assistenza spirituale che sta a cuore alle Chiese del Veneto e le spinge ogni giorno a dare il proprio contribu­to alla vita buona di questa re­gione », le Usl restano sor­prese («Non ne sapeva­mo niente ») e i sindaca­ti protestano. «Visto che ai sacerdoti ver­rà applicato un contratto che abbiamo fir­mato noi, la Regione poteva anche consul­tarci — dice Cristina Bastianello, Cgil Vene­to —. Bisogna vigilare affinchè non ci sia ingerenza ideologica della Chiesa nell’attivi­tà terapeutica». «Strutturare quella che do­vrebbe essere la normale attività di aposto­lato significa sovvenzionare la Chiesa, met­tendo i preti a carico dello Stato — osserva Pietro Levorato, Uil Fpl Veneto —. E’ scor­retto equipararli agli infermieri, a differen­za loro assunti per concorso e soggetti ai controlli della legge Brunetta, ed è inconce­pibile pagarli con i soldi di tutti i cittadini. Anche di quelli laici o di altre confessioni, che a questo punto avebbero diritto ad ave­re i loro ministri di culto in corsia. La pre­senza dei religiosi ostacolerà inoltre l’abor­to, la somministrazione della pillola del giorno dopo, importanti decisioni su pa­zienti in stato vegetativo. Senza contare che potrebbero fare proselitismo sui sog­getti più fragili». Perplesso anche Diego Bottacin, consi­gliere regionale del Pd: «Non metto in dub­bio l’utilità dell’assistenza spirituale, ma il modo di inquadrarla. Non può essere una sanatoria obbligatoria per tutte le Usl bensì un’azione a loro discrezione, e deve con­templare un concorso oppure una sempli­ce convenzione».

Michela Nicolussi Moro
25 novembre 2009(ultima modifica: 26 novembre 2009)

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