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Old 28-01-2009, 19:47   #2
m.greta
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..per chi non ha voglia di aprire i link riporto ancora qualche stralcio (sempre dal link http://www.mednat.org/vaccini/vaccini_info.htm ):

SUL CONTENUTO DEI VACCINI:
"La vaccinazione non intende essere una misura terapeutica, bensì profilattica, cioè si tratta di agire su persone sane per impedire che si ammalino in futuro di una certa malattia. Il vaccino è un preparato derivante da una sospensione di batteri o virus, che possono essere vivi attenuati o uccisi.
- Sono perciò detti “antitossici” quelli costituiti da batteri (del tifo, della tubercolosi, della peste, ecc.);
- sono detti “antivirali” quelli costituiti da virus (polio, rabbia, vaiolo, influenza, ecc.);
- altri vaccini sono ottenuti per manipolazione genetica.
Il principio sul quale si basano le vaccinazioni pretende che inoculando nell’organismo questi virus o batteri, vivi, attenuati o uccisi, naturali o manipolati geneticamente, si sviluppino poi degli anticorpi che dovrebbero proteggere l’organismo contro la malattia di cui ha già ricevuto il virus o batterio, iniettatogli nel sangue, o assunto per via orale.

Di fatto il vaccino del vaiolo è coltivato sulla pelle di vitelli e pecore, oppure occhi di coniglio; quello del tetano è ricavato da tessuti di cavallo; quello della rabbia da tessuti di cane, pecora, scimmia, coniglio, criceto, ratto, topo, uovo di gallina, uovo di anatra; Quello della tubercolosi usa le arvicole o le mammelle di mucca; quello della polio usa reni e testicoli di scimmia; quello contro la rosolia usa reni di coniglio; il vaccino contro il morbillo usa tessuti di cani, reni di porcellini d’india, uova di quaglia giapponese, embrioni di pollo; quello contro la pertosse è coltivato su tessuti di topo, oppure su muco tratto dalla gola di bambini infetti; quello antinfluenzale su embrioni di pollo; quello antidifterite su sangue putrefatto di cavallo; quello antitifo è ricavato da materia fecale decomposta di ammalati di tifo.
Quasi sempre, su questi tessuti animali vi sono altri virus o batteri diversi da quelli di cui si vorrebbe l’immunizzazione, con la conseguenza che la loro introduzione nel sangue costituisce un salto nel buio: non si sa quali effetti potrebbero avere, a breve o a lungo termine.

Prima che un bambino abbia raggiunto l’adolescenza, nel suo sangue saranno stati iniettati vaccini con sieri antitossine per vaiolo, idrofobia, tetano, meningite cerebrospinale, febbre tifoidea, difterite, polmonite, scarlattina, ecc….il sangue di un adulto diventerà una mistura di dozzine di sporchi estratti batterici, di materie contaminate da malattie e di veleni utilizzati in farmaci distruttivi.[30]

In generale, va detto, e la cosa è provata anche dalla letteratura scientifica della medicina occidentale, che qualsiasi intromissione nel sangue (iniezione) di qualsivoglia sostanza (anche le più innocue), è potenzialmente dannosa per l’organismo, che è programmato a usare l’apparato digerente per l’introduzione di qualsiasi sostanza proveniente dall’esterno, mai direttamente nel sangue[31].

Le sostanze che accompagnano il vaccino vengono dette “formulazione” e contengono anzitutto
- dell’idrossido di alluminio (sostanza con alto potere di assorbimento che accoglie il vaccino vero e proprio);
- poi c’è un battericida e fungicida che è il thiomersal (tiosalicilato di mercurio);
- seguono formaldeide (nota sostanza cancerogena)
- e antibiotici (come neomicina, ecc).
- Le sostanze più pericolose sono l’idrossido di alluminio, Al(OH)3,
- e il mercurio.
Il primo, depositandosi nel cervello è indicato, in generale, come responsabile del morbo di Alzheimer; il secondo è noto come metallo pesante ad alta tossicità che si accumula nei reni e nel fegato, con tempi di eliminazioni che vanno da 12 a 15 anni. Ma il mercurio è anche capace di produrre aberrazioni cromosomiche, capaci di riverbero sulle generazioni successive.

ALTRA CATEGORIA DI INFORMAZIONI MOLTO INTERESSANTI è quella che sulla originaria diatriba tra Pasteur (chimico) e Bechamp (medico, biologo, chimico). Quest'ultimo "dimostrò l’esattezza delle osservazioni di Claude Bernard sull’importanza del terreno specifico di ciascun individuo e fu il primo a comprendere l’origine microbica delle patologie infettive. Nonostante ciò, la sua opera è quasi sconosciuta perché è stata sistematicamente discreditata e falsificata a vantaggio degli interessi personali di Pasteur (che però sul letto di morte gli diede ragione)
Béchamp, fondatore dell’enzimologia, ha identificato minuscoli corpuscoli, più piccoli della cellula: i microzimi.
Questi ultimi sono all’origine della vita e li si ritrova tanto nell’uomo che nell’animale, nel vegetale o nei microrganismi. Nell’uomo la loro forma varia secondo lo stato complessivo del terreno nel quale essi vivono e del quale si nutrono.
La malattia si manifesta quando uno squilibrio turba le normali funzioni dei microzimi.
Quando lo stato di salute è alterato (dalla malnutrizione, da un’intossicazione o da stress fisico o psichico), il microzima si trasforma in germe patogeno, cioè in un microbo !
Per Antoine Béchamp lo stesso microbo può assumere più forme adattandosi all’ambiente nel quale vive: è la teoria del polimorfismo, le cui conseguenze, se fosse stata presa in considerazione, avrebbero rivoluzionato il nostro approccio alla salute ed alla malattia.
Per i seguaci di questa teoria è sufficiente rafforzare la salute dell’individuo perché i germi patogeni che esso ospita ritrovino la loro forma originale di microzimi e la loro funzione di pacifici protettori.

Riassumendo, per Pasteur il microbo provoca la malattia. Per Béchamp è la malattia che genera il microbo.
Queste posizioni contrapposte si fronteggiano ufficialmente da oltre 100 anni. Secondo la tesi su Antoine Béchamp di 250 pagine di Marie Nonclercq, dottore in farmacia: dalla lotta che l’opponeva a Pasteur, il Prof. Antoine Béchamp uscì sconfitto. Non perché propugnasse false teorie, ma perché Pasteur a quell’epoca disponeva di alcune carte vincenti. […] Pasteur aveva anche un altro vantaggio: sapeva falsificare gli esperimenti e i risultati che gli servivano per sostenere le sue teorie. Le falsificazioni commesse da Pasteur ci sembrano oggi incredibili.
Ad un esame approfondito quindi, i fatti si opponevano alle idee sviluppate da Pasteur nel campo della batteriologia. […] Pasteur ha volontariamente ignorato i lavori di Béchamp, uno dei grandi scienziati francesi del XIX secolo la cui opera considerevole nel campo della chimica di sintesi, della biochimica e delle patologie infettive è quasi totalmente misconosciuta perché è stata sistematicamente falsificata, denigrata per gli interessi personali di un illustre personaggio (Pasteur) che aveva diversamente da Béchamp il genio della pubblicità. E di ciò che si dicono oggi le "relazioni pubbliche".
Già dieci anni fa nel lavoro "Medicina ed igiene" di Ginevra il 23 marzo 1983 il Dr. Rentschnick, la cui ortodossia medica non può essere messa in dubbio, scriveva: "non credo si tratti di un’inutile polemica di storia.
Non è affatto proibito riesaminare il passato quando si sono verificati chiari abusi di potere da parte di un grande patron. Ci sono già stati casi simili, anche a livello di premio Nobel".

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