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Old 04-05-2010, 13:27   #21
Sirius
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povera bestiola.... poveri esseri indifesi
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Old 04-05-2010, 13:33   #22
Earthlings
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25 marzo 2010
Bocconi avvelenati alle porte di Firenze



Il Nucleo Antiveleni della Polizia Provinciale di Firenze constata la morte per avvelenamento di un lupo (foto A. Quercioli)

Morti di cani, gatti e animali selvatici continuano a susseguirsi per il criminoso utilizzo di bocconi avvelenati. Anche se tutta la Provincia di Firenze è colpita, vi sono aree dove il fenomeno è particolarmente e tristemente diffuso.
Di particolare gravità il caso delle colline che da Firenze giungono all’Impruneta, dove anno dopo anno questa illecita e vergognosa pratica continua a mietere vittime in una zona, fra l’altro, che è densamente abitata e a due passi dai centri urbani. La denuncia è stata diffusa ieri a Firenze nel corso di una conferenza stampa promossa da WWF, LAV, Italia Nostra, Ceda.


I numeri
I numeri purtroppo parlano chiaro, tanto più che si riferiscono alla ‘punta dell’iceberg’ del fenomeno, cioè solo la piccola percentuale conosciuta dei casi accaduti. Negli ultimi 3 anni i dati noti alle Associazioni, derivanti sia dalla lista delle denunce giunte alla Polizia Provinciale di Firenze sia da notizie raccolte in loco da persone direttamente colpite, indicano come nel Comune di Impruneta e nelle sue immediate vicinanze, sul versante di queste colline che si porta verso Firenze, sono conosciuti almeno 20 casi di avvelenamenti (singoli o multipli, spesso mortali) e/o di ritrovamento di esche avvelenate.
Gli animali colpiti sono stati 15 cani, 1 gatto, 50 lepri, 1 volpe; in due casi sono state rinvenute esche avvelenate, fortunatamente rimosse prima che potessero espletare la loro macabra funzione. Altri animali, in particolare numerosi gatti, sono ‘spariti’ in modo molto sospetto.
Tali numeri siano solo una piccola percentuale di quanto in realtà succede, perché ovviamente nulla si sa delle morti degli animali selvatici e anche per quanto riguarda gli animali domestici non tutti i casi vengono denunciati.


Lupo avvelenato (foto A.Quercioli, Nucleo Antiveleni Polizia Provinciale di Firenze)


Le cause
Tanti dati e le sentenze di tribunali, oltre che l’intensificarsi degli avvelenamenti nei mesi primaverili o in quelli di fine estate (subito dopo e subito prima la stagione venatoria, in corrispondenza delle attività di ripopolamento di lepri e fagiani), le connessioni con istituti faunistico-venatori nonché il frequente recupero, durante le perquisizioni domiciliari, di trappole, tagliole, lacci, animali illecitamente abbattuti, armi e pallottole indicano la responsabilità di alcuni ambienti venatori nella diffusione di questo fenomeno criminoso.
Un fenomeno che anno dopo anno continua a portare ad una morte atroce un numero elevatissimo di animali domestici e selvatici. Come si sa, poi vi possono essere anche altre motivazioni alla base di questo triste fenomeno ma tutti i dati indicano come causa prevalente la persecuzione degli animali predatori operata da cacciatori laddove vengono effettuate attività di ripopolamento di fagiani e lepri per finalità di caccia. In particolare non va dimenticato che le leggi che disciplinano l’attività venatoria, soltanto dal 1977 prevedono il divieto di usare esche avvelenate fino ad allora consentite.


Le concause
Le concause sono l’indifferenza e la sottovalutazione nei confronti di questo crimine. Il fenomeno degli avvelenamenti continua perché ben poco si fa per contrastarlo. Le Istituzioni cosa fanno? Abbiamo solo pochi esempi di concreto impegno, come nel caso della Polizia Provinciale di Firenze che ha attivato un gruppo di lavoro specifico sul problema, cosa che ha permesso l’individuazione in numerosi casi dei responsabili degli avvelenamenti.
Salvo questa rara situazione di eccellenza, in questi anni si è parlato di questo problema solo grazie a cittadini e a Associazioni che hanno voluto denunciare questo crimine nascosto e lavorare per contrastarlo. La stessa legge regionale su questo tema ormai nel 2001, resta in gran parte inapplicata.
Dov’è la lista delle sostanze più usate dagli avvelenatori da sottoporre a restrizioni e controlli nel commercio? Dove sono le iniziative dei Comuni sulla messa in sicurezza delle aree colpite con tabellazione di pericolo e azioni di bonifica? Dove sono le attività di sensibilizzazione e messa a conoscenza della cittadinanza su questo pericolo che purtroppo ogni giorno è accanto a noi? Dove sono, salvo casi particolari e purtroppo limitati, concreti impegni da parte delle Forze dell’Ordine per contrastare efficacemente questo crimine? Dove sono azioni di ‘dissuasione’ del fenomeno andando ad incidere su quelle che sono le cause di questo fenomeno (in primis i legami che in molti casi si evidenziano con l’attività venatoria)?
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Old 04-05-2010, 13:58   #23
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Nel milanese oltre 2.000 cani avvelenati in 3 anni

Ma nel milanese la colpa non è di bocconi killer gettati volontariamente ma delle derattizzazione in atto nei parchi e negli spazi pubblici





Sono stati almeno 2.000 i cani vittime dei bocconi killer negli ultimi tre anni in provincia di Milano, di questi circa un terzo ha trovato una morte atroce.

Il dato accertato dalle diverse segnalazioni ricevute in questi anni dal servizio dello sportello animali di Aidaa, associazione italiana in difesa di animali e ambiente, riguarda prevalentemente i paesi della provincia di Milano.

Il fenomeno, spiega l'associazione, è molto meno diffuso in città anche se nel corso degli anni non sono mancate le segnalazioni per avvelenamento di cani da esche killer sia nella zona dei giardini di Piazzale delle Bande Nere, sia in alcuni parchi cittadini che in zona Forlanini.

Due i fattori principali all'origine di questi avvelenamenti. Il primo fattore è legato alle derattizzazioni primaverili che sono in corso in queste settimane: in aiuole e spazi pubblici vengono sparsi i bocconi derattizzanti contenti veleni altamente tossici, ma le operazioni spesso non sono ben pubblicizzate. Vi sono poi gli avvelenamenti selettivi ad opera di chi butta appositamente i bocconi killer, ma nella provincia di Milano, spiega l'Aidaa, i casi di questi avvelenamenti selettivi sono in misura molto inferiore rispetto al resto d'Italia.

A differenza delle regioni del sud Italia, (ma anche di Veneto e Toscana ed in piccola parte le provincie di Brescia e Bergamo) nel capoluogo lombardo gli avvelenamenti non sono da imputare prevalentemente ai bocconi killer sparsi in altre realtà per uccidere i branchi di cani randagi, ma ad essere responsabili degli avvelenamenti, e in molti casi della morte dei cani, sono le esche topicide usate per la derattizzazione di parchi e di spazi pubblici.

http://milano.virgilio.it/primopiano...vvelenati.html
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Old 08-05-2010, 11:27   #24
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Allarme bocconi avvelenati ad Arezzo, Pistoia, Viterbo, Venezia, Benevento e province


CORRIERE DI AREZZO
6 MAGGIO 2010

Polpette avvelenate, muore un altro cane.
Cittadino si rivolge alla magistratura: Voglio giustizia. Ucciso anche un gatto persiano. I bocconi al cianuro abbandonati nella zona del Parterre.





Lilly Magi

CORTONA (AR) - Ancora bocconi al cianuro. E ancora animali domestici morti avvelenati. L' ultimo caso è avvenuto a Cortona e a denunciarlo è un abitante del posto, Carlo Crivelli, che non ha potuto far nulla per salvare il suo cane. Insieme ai familiari ha deciso di sporgere querela contro ignoti presso i carabinieri e racconta al Corriere il triste episodio: Alcuni giorni fa - dice - la nostra cagnolina Stella, mentre correva felice sui prati nella parte alta dei monti del Parterre, è rimasta avvelenata per l' ingestione di una polpetta al cianuro. Forse la mano criminale di un cacciatore di frodo o di un bracconiere aveva depositato il boccone destinato a qualche animale selvatico. Ogni anno in Italia migliaia di cani e gatti muoiono fra atroci sofferenze a causa di questa pratica disumana. L' utilizzo di bocconi avvelenati è un crimine; la legge vieta espressamente l'uso di questi mezzi e prevede sanzioni penali nei confronti dei contravventori. Sono strumenti di morte incontrollabili che possono colpire qualunque animale o, addirittura, mettere in pericolo gli esseri umani, soprattutto i bambini. Noi inoltreremo denuncia alla magistratura contro ignoti sollecitando tutte le autorità preposte a prendere i provvedimenti del caso. Ma soprattutto vogliamo mettere sull' avviso i possessori di cani che frequentano quella zona. Quanto a coloro che fanno queste cose, si dovrebbero vergognare per i gesti in quanto si pongono fuori dalle regole della civile convivenza. L' episodio riferito da Carlo Crivelli purtroppo non è un caso isolato. Continuamente si apprende che qualche cane, ma pure i gatti, arriva al decesso dopo l ' ingestione di polpette avvelenate. E recente anche la notizia della morte di un bellissimo persiano, di nome Dado, anche lui incautamente venuto in contatto con uno di questi bocconi. Questo esemplare di micio aveva casa a Camucia, nella zona detta dei Tetti verdi. Era l'attrazione di tutti per quanto era bello, con il suo manto grigio perla e gli occhi color arancio. Gironzolava sempre davanti alla casa dei suoi padroni e a pochi concedeva le fusa. Anche Dado ha trovato la morte a causa di una polpetta avvelenata, ma altri mici spesso rimangono rovinati, se non uccisi, dalle sassate che individui senza scrupoli gli lanciano contro.

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ADN KRONOS
6 MAGGIO 2010

Tre cani avvelenati con stricnina nel pistoiese: tra questi uno del Soccorso alpino
Pistoia - E' accaduto a Cireglio. I proprietari degli animali hanno presentato denuncia ai carabinieri della locale stazione, che stanno indagando sull'episodio





Pistoia - Tre cani sono stati avvelenati nella notte tra martedi' e mercoledi', con bocconi alla stricnina, a Cireglio, in provincia di Pistoia. Uno dei tre animali, un border collie in servizio alle unita' cinofile del Soccorso alpino, di nome Lucky, famoso per aver consentito il salvataggio di molte persone. I proprietari dei quadrupedi hanno presentato denuncia ai carabinieri della locale stazione, che stanno indagando sull'episodio.Secondo quanto emerso, i tre cani, sarebbero stati avvelenati con salsicce contenenti la stricnina. Sono in corso le autopsie sulle tre carcasse, eseguite dai medici veterinari di Firenze. La Lega nazionale antivivisezione ha chiesto al prefetto di Pistoia e alle autorita' locali di dare disposizioni al fine di intensificare i controlli.

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IL TIRRENO

6 MAGGIO 2010



Polpette killer a tre cani



PISTOIA. Sono tornati a colpire gli avvelenatori di cani. Ieri, nel giro di dodici ore, a Cireglio (Pistoia), tre animali sono morti avvelenati da polpette forse intrise di stricnina. Uno era addestrato per le ricerche con il Soccorso alpino. Le carcasse dei tre cani saranno invece sottoposte ad autopsia. In paese molti sono convinti che il killer dei cani sia un residente nella zona, magari esasperato dalla massiccia presenza (a volte anche rumorosa) dei quattro zampe.


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IL TIRRENO

6 MAGGIO 2010



Uccisi dalle polpette avvelenate



CIREGLIO (PT). Sono tornati a colpire gli avvelenatori di cani. Ieri, nel giro di dodici ore, a Cireglio, tre animali sono morti avvelenati da polpette forse intrise di stricnina. Due erano di proprietà di Bruno Milani, residente in via di Ciriceto, e uno di loro era addestrato per le ricerche con il Soccorso alpino. Poche decine di metri più in là, l' abitazione dove viveva il terzo cane avvelenato. Già ieri i carabinieri hanno effettuato un sopralluogo nei giardini delle due case e prelevato delle polpette che saranno fatte analizzare. Le carcasse dei tre cani saranno invece sottoposte ad autopsia. In paese molti sono convinti che il killer dei cani sia un residente nella zona, magari esasperato dalla massiccia presenza (a volte anche rumorosa) dei quattro zampe in via di Ciriceto, dove quasi ogni casa ha il suo cane. Già due anni fa furono uccisi degli animali, anche allora con polpette avvelenate. Particolarmente straziante la fine di Lucky, il border collie di quattro anni e mezzo che partecipava abitualmente alle ricerche in montagna con gli uomini del Soccorso alpino. +Stanotte alle 22 - racconta Milani - mi sono accorto che stava male, aveva le convulsioni. Lho subito portato alla clinica veterinaria a Monsummano, ma stanotte alle 3,30 il cane è morto;. Tornato a casa, Milani ha lasciato uscire in giardino il suo secondo cane, un meticcio di 13 anni. Lo stesso ha fatto il suo vicino di casa. Ma nel giro di pochi minuti i due cani, che evidentemente hanno subito trovato le polpette, si sono sentiti male e sono morti davanti agli occhi dei loro proprietari. +Questi fatti - conclude Bruno Milani - sono gravi, sia per la fine dei nostri cani, sia perchè queste polpette possono essere letali se le trova un bambino. E nei nostri giardini di bambini ce ne sono tanti;. Colpito dalla fine atroce di un amico di tanti interventi anche Sergio Catani, responsabile regionale del Soccorso alpino e speleologico. +Sono molto dispiaciuto per Lucky - dice - la sua morte è ovviamente un grande dolore per il suo padrone ma anche un danno economico per la comunità, se si pensa che per addestrare un cane da soccorso ci vuole un anno e mezzo;.


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CORRIERE DI VITERBO
6 MAGGIO 2010

Strage di gatti a Sant' Agostino.
Lavoro accurato del killer nell'antico complesso vescovile. Erano delle stars, fotografati dai turisti e amati da tanti Eppure c' è qualche signore a cui proprio non piacevano.

Fiorenzo De Stefanis

TUSCANIA (Viterbo) - Lo scorso primo maggio sono stati trovati tutti morti i gatti, senza padrone, che vivevano nel complesso di Sant'Agostino. La scoperta è stata fatta dalle persone che da tanti anni portavano loro il cibo. "I gatti di Sant'Agostino sono morti il 1 maggio, alcuni prima, altri più tardi perchè erano quindici e il killer deve aver svolto un lavoro laborioso e accurato, in modo che il veleno non lasciasse scampo a nessuno di loro, nemmeno ai piccoli nati qualche giorno prima. Eh sì, l'agonia è stata lunga, la micia tricolore che aveva partorito da poco ha pianto tutta la notte, ma non è stato possibile aiutarla. Il cancello e il lucchetto che permettono l'accesso al chiostro erano chiuso e la catena ha reso l'ingresso inaccessibile. I gatti di Sant'Agostino erano delle "stars", fotografati dai turisti e amati da tanti. Eppure c'è qualcuno a cui proprio non piacevano proprio". Inizia così la lettera con la quale è stata data la notizia dalle donne che hanno scoperto la strage. "E' vero, erano "gattacci", litigavano, si accoppiavano in pubblico e si riproducevano in maniera esponenziale, si ammalavano e morivano e in questa situazione davano fastidio. Ma allora che bisogna fare - afferma una delle amiche dei gatti - Uno dei tanti turisti che viene a visitare Tuscania direbbe che nel suo paese civile, il sindaco cui gli animali randagi sono affidati per legge provvederebbe a farli sterilizzare e vaccinare, e magari con l'aiuto dei cittadini volenterosi, a proteggere la loro vita. Questo però nei paesi civili, da noi di civiltà non v'è traccia se non nei ruderi del passato. Adesso la Curia Vescovile si ritrova nella sua struttura un bel numero di cadaveri di gatto abbandonati tra le stesse mura abbandonate: degrado su degrado, nei secoli dei secoli, amen! Ad aiutarci a capire chi possa esser il killer dei gatti, ci avrebbe aiutato Lillo, il cane mascotte dei turisti, anche lui ucciso qualche anno fa a fucilate, Lillo ci avrebbe rivolto semplicemente una domanda: cui prodest?". Il triste racconto della strage dei gatti di Sant'Agostino, pone anche il problema di cosa bisognerebbe fare per affrontare il problema dei gatti randagi. Su questo argomento, anche a livello nazionale c'è un forte dibattito su quale siano le competenze degli organi locali. Dalle numerose cause avviate da quanti hanno subito danni da animali randagi è ormai giurisprudenza consolidata che il Comune deve attivare ogni utile procedura per la rimozione del pericolo, opportunamente segnalando il fenomeno alla Asl territorialmente competente per gli adempimenti necessari. In molte sentenze dei Giudici viene infatti riportato: "L'intervento della Asl, che non ha un potere di controllo del territorio, per la cattura degli animali randagi deve essere sollecitato da chi ha tale potere ed è in grado di potenzialmente constatare l'insorgenza del pericolo".

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IL GAZZETTINO
6 MAGGIO 2010

Segnalate in via Gradenigo morti sospette a causa dellingestione di bocconcini mortali
Gatti avvelenati, nuovo allarme a Brondolo

CHIOGGIA (VE) - Ancora gatti avvelenati in città. Nuovi casi sono stati segnalati in via Gradenigo a Brondolo e la Polizia locale è al lavoro per cercare di identificare i responsabili. A chiamare gli agenti della Municipale sono stati alcuni residenti i cui amici a quattro zampe erano morti a causa di bocconcini avvelenati. A confermare l'ipotesi anche un referto redatto da un veterinario che ha avuto in cura uno dei mici avvelenati. Molto probabilmente i bocconi mortali vengono utilizzati per bonificare i campi e gli orti da animali nocivi, ma il metodo ha grosse ripercussioni sugli animali domestici.+Abbiamo trovato numerose confezioni di veleno topicida all'interno di un cassonetto dei rifiuti della zona - spiega il comandante della polizia locale Michele Tiozzo - e questo dimostra che utilizzare il veleno per eliminare animali indesiderati è un'abitudine radicata. Dalle notizie che abbiamo appreso, grazie anche al prezioso aiuto dei volontari dell'associazione protezione animali, sembra che nella stessa area, negli ultimi mesi, siano spariti o morti per cause imprecisate almeno una decina di gatti;.Spargendo veleno nei campi e nelle strade sterrate si può andare incontro a grosse conseguenze: +Chi maltratta e uccide gli animali - continua il comandante Tiozzo - può essere condannato anche con tre anni di carcere. Bisogna inoltre considerare che questa pericolosa abitudine può arrecare grossi rischi anche ai bambini che passano o giocano tra l'erba;.

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IL SANNITA

6 MAGGIO 2010



Continuano i casi di avvelenamento di cani randagi nel Sannio: sei morti a Casalduni



Casalduni (BN) - Ancora cani randagi trovati morti in provincia di Benevento: dopo l' impressionante caso di Campolattaro, dove più di cinquanta tra cani e gatti randagi sono stati avvelenati da ignoti, nuovo caso denunciato dalla Guardia Forestale di Torrecuso, stavolta nel territorio di Casalduni, a pochi passi dallo STIR in contrada San Fortunato. Sono state trovate sei carcasse.Gli animali si legge nella nota della Forestale facenti parte di un branco di circa 30 unità la cui presenza era stata già segnalata agli organi competenti ai sensi della legge sul randagismo, secondo le prime ipotesi, sono stati avvelenati ad opera di ignoti con l' utilizzo di prodotti insetticidi.
Per le prime conferme circa le ipotesi di reato formulate si attendono anche gli esiti degli esami di laboratorio su di una carcassa che è stata inviata all' Istituto Zooprofilattico di Benevento insieme ad alcuni reperti della sostanza sospetta rinvenuta in loco.

Last edited by Earthlings; 08-05-2010 at 11:35.
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Old 10-05-2010, 16:49   #25
Ruggero
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Default Falso allarme!

Sulla base dei riscontri effettuati presso l'IZS del Lazio e Toscana di zona, i Carabinieri del Comando di zona APPIO-CLAUDIO, L'ASL, il canile della Muratella, i veterinari dott. Cresciotti e dott.ssa Vincenti, si può affermare che le notizie circolate su presunti casi di avvelenamento presso San Policarpo nel quartiere Appio Claudio,

SONO FALSI

i medici veterinari di zona sporgeranno denuncia contro ignoti per "PROCURATO ALLARME".

(la dott.ssa Vincenti a smentito anche su FV "parco degli acquedotti")

Meglio così, costata una ventina di telefonata ma almeno sappiamo la verità...
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