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Omeopatia
tanti di noi alcune volte hanno fatto uso di prodotti omeopatici, alcune volte con buoni risultati altre volte, no.....
e allora perchè non scrivere le nostre esperienze? possono essere sempre d'aiuto, no? segnate in rosso come faccio io nome e motivo della cura in modo tale che se ci saranno più risposte vengano all'occhio subito i vari rimedi! io devo dire che all'insorgere del problema provo con i rimedi omeopatici, se li prendo in tempo vedo che il più delle volte non devo poi ricorrere al farmaco per ora io ne ho usati tre in più occasioni (vado a memoria spero di scriverli giusti) 1) chantaris - per cistiti (quando la zecca da piccola faceva il bagno in torrenti gelati!) 2) R1 - per una brutta tracheite 3) tormentilla - per problemi intestinali a parte il terzo - che fra qualche giorno vi dirò se funziona o meno, con gli altri due ho risolto senza dover ricorrere ad antibiotici. |
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Diarrea? In questo caso aspetto fiduciosa i commenti, perchè se funziona sicuramente la provo. Branko mangia, salta, gioca, ma va quasi sempre in diarrea. Ho fatto analizzare le feci, fortunatamente niente giardia ne vermi, ma il problema ad oggi persiste :cry: Aspetto news :p |
si è da un paio di giorni che ce l'ha... erano secoli che non le capitava!
piccina, mi fa una tenerezza.... l'altra notte è venuta a chiamarmi 3 volte e siamo scese di corsa! il guaio è il turno di ago perchè prima che si vesta e scenda .... ci mette una vita e vedi la mishola disperata che lo guarda e sembra che dica "ma allora sei bastardo dentro ad allacciarti anche la cintura..... prima o poi starai male anche tu e io ti impedirò l'accesso al bagno!!!" di solito quando le viene la tengo a digiuno per un giorno e le passa subito.... ma questa volta la cosa non ha sortito alcun effetto cque domani o dopodomani al max ti faccio sapere! |
Non ce la faccio a non rispondere... :)
L'omeopatia è una immensa, gigantissima BALLA COLOSSALE (senza contare che è un vero è proprio FURTO ai danni del comsumatore)!!! Da cisiti e la brutta tracheite, Misha è guarita semplicemente grazie a ciò che la natura le ha dato in dotazione dalla nascita. Se, Valentina, sei un "caso disperato" :) (già 3 cure omeopatiche... fose sì) sono pronto ad imbarcarmi in una bella "discussione terapeutica"... ciau |
un caso disperato ---- uellllllaaaaa
scusa ma tre cure omeopatiche in tre anni non mi sembrano una catastrofe! io che ho provato l'omeopatia sulla mia pelle sono del tuo stesso pensiero, diversa è la mia opinione sugli animali tutte e tre, scusa, la terza non lo so ancora, tutte e due le volte la cosa è andata bene senza acquistare farmaci più pesanti sarà stato un caso, non so, ma io la uso! male non fa, giusto? |
Se non erro in Francia i prodotti omeopatici sono stati tolti dal commercio proprio perchè inutili...
Quali sono già i componenti principali che non mi ricordo? Acqua e pappa reale, vero? :ehmmm |
omeopatia...mmm.. non mi pronuncio...
per quanto riguarda invece le piante officinali l'applicazione costante di pomata all'arnica montana è risultata risolutiva nella cura di una borsite al gomito di Ishta. |
Non capisco perchè sugli animali dovrebe funzionare...
Quel che è certo è che non fanno male...a meno che bere acqua faccia male. Il punto è proprio CHE NON FANNO NULLA.... MA COSTANO UN SACCO! Non c'è mistero nelle cure omeopatiche... se volete vi posso spiegare il processo di realizzazione del medicinale nel dettaglio, ma il fatto centrale della questione è che nel "medicinale" spesso non c'è UNA SOLA MOLECOLA di principio attivo!!!:shock: Il "farmaco" omeopatico è composto o da una concentrazione infinitesimale (ma quanto è infinitesimale è anche difficile da spiegare.... ci vorrebbero un pò di esempi magari per chiarire la notazione esponenziale) di principio attivo oppure (ed è la maggior parte dei casi) solamente da eccipienti e acqua! Se mi portate un medicinale omeopatico, fatto esattamente come quelli che si vendono nelle farmacie, dove il princio attivo è un veleno ( che so Cianuro), vi giuro che mi bevo tutta la bottiglia! Viva la Francia... per ora in Italia ne è vietata la pubblicità ma non il commercio.... speriamo si arrivi a vietarne anche la vendita. ciau |
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Mi toglieva un pò e per un pò il dolore. Ma l'omeopatia non mi convince. |
Al di la dei pareri personali che è giusto esternare, penso sia esagerato auspicare che l'omeopatia venga abolita in Italia. Appartengo alla numerosa categoria di persone che si curano brillantemente con questo metodo, dal raffreddore alle cose più impegnative. Curo i miei cani allo stesso modo che non hanno la facoltà di mentalizzare il prodotto e che sono guariti a loro volta da alcuni problemi. Ultimo dei quali il disturbo di Inish avuto qualche mese fa alla pelle...ora guarito benissimo. Curo mio figlio di 11 mesi senza difficoltà e con questo vorrei solo dire che mi dispiace per le case farmaceutiche che cercano di denigrare l'omeopatia a dispetto di tante persone che se ne infischiano. Con questo non rinnego l'allopatia che talvolta è anche necessaria e per niente incompatibile con l'omeopatia o altri rimedi naturali. Quindi anche ad uso veterinario penso sia necessario non fare il fai da te, ma affidarsi ad un bravo medico anche naturopata. Del resto è meglio un prodotto omeopatico che cure massicce di farmaci che sono invasivi sull'organismo. In quanto ai costi...non mi sembra che siano poi così esosi. In Francia c'è tutta un'altra cultura e fino a ieri conveniva molto acquistare questi prodotti, senza essere scambiati per creduloni che pensano di credere nelle pozioni magiche... alla prossima.
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Dell'arnica mi hanno sempre parlato bene.
Io la do a Kim e a Djuma in compresse, ma ho iniziato con le fiale. Oltre all'arnica do a entrambi artiglio del diavolo tutti i giorni, sempre per le articolazioni, e gocce di nux vomica per la debolezza di stomaco di Kim quando do una medicina che comunque non dovrebbe dare problemi di stomaco (il Karsivan) ma le gocce le ho iniziate insieme al Karsivan e le smetto insieme, se poi non servono a nulla pazienza, ormai le ho comprate ;-) (e Kim sta bene di stomaco, magari ci stava lo stesso, è solo una precauzione in più) e il ciclo lo sto seguendo come consigliatomi gentilmente da un veterinario e allevatore di clc. Funzionano tutte queste cose? Non saprei. L'arnica in fiale penso che abbia funzionato perché Kim si muoveva meglio da subito. Se era per quello o per altre ragioni poi non so, forse un insieme di cose ma quelle punture io penso abbiano giovato a Kim - le altre ragioni a suo favore erano il caldo che stava passando, il fatto che gli avevo cambiato alcune abitudini come non fargli fare più le scale, farlo dormire più sul morbido, il cambio di crocchette.. tutto insieme quando l'ho visto crollare. Il tutto lo ha aiutato e credo che lo stia aiutando tutt'ora un pò, ma non so cosa incida maggiormente. Quello che mi è parso più efficace sono state le punture di arnica compositum perché guarda caso i miglioramenti sono stati rapidi (non che Kim abbia mai più corso ma era migliorato un pò). |
Vado in un ospedale veterinario guidato da un primario e da uno staff medico di 4 veterinari che seguono anche il metodo omeopatico nelle varie patologie degli animali.
Non avendo una laurea in medicina veterinaria non mi permetto di confutare la validità di tale prassi medica, ma avendone fruito per Tajga posso solo costatarne il valore per gli esiti positivi riscontrati. Tajga ha sofferto di dermatosi di vario tipo a carattere stagionale , curate (e guarite)con farmaci omeopatici.Per gli imbarazzi intestinali (con vomiti e diarree) causati da ingestione di schifezze di vario tipo, è stata sempre utile la nux vomica. Però per farmaci, posologia e terapie io consiglierei sempre il parere del medico, perchè ogni organismo animale è diverso dall'altro e può reagire in modo diverso. Inutile sottolineare che per un cane non esiste proprio l'effetto placebo che riguarda l'uomo. Chiaramente ognuno è libero di esprimere i propri pareri e operare scelte terapeutiche individuali...finchè viviamo in un regime democratico. Maria Grazia & Tajga |
esatto maria grazia.... quoto ogni singola parola!
non è detto che il rimedio omeopatico funzioni, ma è anche vero, che alle volte tentar non nuoce! io - umana - non ho mai risolto nulla con l'omeopatia, ma misha mi ha dato buoni esiti in tutte e 3 (sembra che la tormentilla abbia avuto effetto!!!) le situazioni! credo che intervenire il meno possibile con dei medicinali chimici sugli animali (ovviamente in casi di patologie superficiali e poco incisive sull'organismo) non sia affatto male, io per prima ammetto che prima di prendere una pastiglia per il mal di testa devo proprio averlo forte! questo non toglie che uno possa far uso di una e dell'altra pratica, ma l'idea che si possa provare ,in taluni casi, con una sostanza naturale che non ha controindicazioni ....bhè... che male c'è? mi sa che ho aperto una discussione che ci vedrà scrivere molto, da diverse angolazioni, ma alla fine credo che sia utile sentire e sapere tutto, favorevoli e contrari, amanti solo dei rimedi omeopatici o solo di quelli chimici.... leggere i vari punti di vista non può far altro che darci solo più elementi per poter riflettere e avere un'idea a 360°! |
Quasi sempre chi non è a favore dell'omeopatia e dice che è tutto un imbroglio o è un medico o un ricercatore o comunque qualcuno che ha sempre usato la medicina tradizionale senza mai provare veramente un prodotto omeopatico.
Non dimentichiamoci che i farmaci di adesso sono il prodotto finito di quelli che sono stati i capostipite cioè le erbe. Una volta quando il Lasonil non esisteva si prendeva l'arnica ed io personalmente continuo a farlo se ne ho bisogno con ottimi risultati. Sono dell'idea che prima di prendere un farmaco che a lungo andare ti può anche far male provo prima con l'omeopatia, che tralaltro non ha costi così esorbitanti come si crede. Per Marlene ho usato Cocculus (in compresse) per il mal d'auto quand'era piccola Kali Bichromicum 200CH quando ha avuto periodi di diarrea accompagnati da feci gelatinose Antimonium crudum 6CH per pruriti senza lesioni cutanee associato al Ribes Nigrum (tintura madre) ottimo antinfiammatorio. Ele |
Cocculus (in compresse) per il mal d'auto quand'era piccola
Io ho problemi ancora adesso con la mia befana quando la porto in macchina, non vomita però ha una salivazione tremenda. Ho provato a darle il Killitam ma la rimbambisce un pò, adesso è uscito un nuovo farmaco che si chiama Cerenia, ma non l'ho ancora provato. Mi avevano parlato di un prodotto omeopatico ma non l'ho mai provato! Mi piacerebbe sapere se funziona. |
e allora eccomi... vi butto subito lì il mio parere (che non dò il benchè minimo valore alle cure omeopatiche si è già capito no?)...
Io spero che chi si "cura" con l'omeopatia, o nel nostro caso "curi" anche i propri animali domestici con questo metodo, sappia cosa sta facendo... c'è una larghissima è diffusissima ignoranza su cosa si và ad ingerire o cosa si sta iniettando al proprio cane. Devo premettere che chi fa uso delle "medicine" omeopatiche andrebbe distinto in due categorie: - l'ingnorante (cioè una persona che davvero non sà cos'è l'omeopatia... ma per questo caso, sono sicuro, si può rimediare facendo della corretta informazione) - l'adepto (cioè quello convinto che l'omeopatia sia a prescindere qualcosa che funziona:non importa se è una cura o no... l'importante è avere fede che i risultati verranno; è esattamente come per i miracoli... c'è chi ci vuole credere. a me va benissimo eh!) Scrivo però alla prima categoria perchè con quelli appartenenti alla seconda, per cui tra l'altro provo il massimo rispetto non c'è possibilità d'intesa (lo dico per esperienza). Inoltre un altra precisazione... non si tratta di un metodo naturale, ma di un NON METODO (poi il processo per realizzare il medicinale omeopatico resta comunque un procedimento chimico).L'omeopatia non è nemmeno lontanamente assimilabile, ad esempio visto che se ne parlava prima, alla erboristeria... in erboristeria il paziente assume attraverso diversi metodi un principio attivo che proviene direttamente dalla pianta... è quello, che interviene sull'organismo malato e produce un miglioramento di salute o la guarigione. |
Ciò che penso io sull'omeopatia è perfettamente espresso, tra l'altro in un modo chiaro e piacevole da leggere, in un articolo del Dott. Roberto Vanzetto "Omeopatia: l'arte di vendere acqua" che qui vi riporto ( mi rendo conto che è molto lungo:)...secondo me andrebbe letto tutto, ma comunque evidenzio le parti che secondo me sono quelle centrali):
"I prodotti omeopatici, molto in auge in questi ultimi anni, hanno una composizione a dir poco curiosa: al di là degli eccipienti (che permettono di confezionare i preparati sotto forma di pastiglie, compresse effervescenti, creme, granuli o altro) essi contengono, come principio attivo, o una quantità irrisoria e inutile di molecole mescolate con acqua, oppure (ed è la maggioranza dei casi) esclusivamente dell'acqua pura e nient'altro. L'omeopatia, dal punto di vista commerciale, è semplicemente l'arte sottile di vendere a prezzi esorbitanti dell'acqua pura, spacciandola per qualcosa che non è: una medicina. Il cosiddetto medico omeopata, sia per forma mentis che per modo di operare, è comparabile molto più a un mago stregone piuttosto che a un vero ricercatore di medicina: egli infatti, pur propinando ai suoi pazienti della semplicissima acqua, costituita dalle classiche molecole di H20 allo stato liquido, ritiene e cerca di far credere ai pazienti che tale acqua sia "magica",cioè diversa dall'acqua normale. Per l'omeopata infatti, l'acqua che si sostituisce completamente al principio attivo dei suoi prodotti sarebbe qualcosa di possibile grazie a trattamenti magico-rituali che vengono eseguiti in fase di preparazione. Tali riti consistono di un particolare scuotimento delle boccettine omeopatiche: tale scuotimento prende il nome di "succussione" ed è ritenuto provocare la "dinamizzazione" dell'acqua. Il risultato di tale dinamizzazione, secondo le credenze degli adepti omeopati, sarebbe quello di fornire all'acqua (che ricordiamo rimane l'unico componente dei preteso medicinale) una memoria, vale a dire la capacità di ricordare. In questo modo, per esempio, l'acqua omeopatica dovrebbe ricordare con quali molecole si è trovata a contatto nel procedimento di succussione, anche dopo che tali molecole siano completamente scomparse. Al di là del fatto che tali idee da un punto di vista strettamente teorico rappresentano un atto tra le assurdità, ciò che più conta è che anche dal punto di vista pratico la teoria omeopatica non si regge in piedi: i prodotti omeopatici infatti non hanno dimostrato diessere più efficaci dell'effetto placebo. Ciò significa che somministrare a un malato un prodotto omeopatico oppure un prodotto finto (tipo una pastiglia di amido) non cambia le sue probabilità di guarigione. Gli omeopati, insomma, non sono fino ad oggi riusciti a dimostrare con alcun esperimento che la loro acqua, che presumono dotata di memoria, abbia effetti diversi dall'altra acqua, quella che non è stata né succussa né dinamizzata. Si badi bene che qui non si sta negando che vi possano essere delle persone che guariscono assumendo dei prodotti omeopatici; si sta però affermando che le percentuali di tali guarigioni non riescono a superare le guarigioni per effetto placebo omeopatico di conseguenza non sono attribuibili a una reale efficacia dei prodotto omeopatico. Ci si potrebbe allora chiedere: com'è possibile che i prodotti omeopatici siano in vendita in molte farmacie italiane, se è vero che non hanno mai dimostrato un'efficacia maggiore di un semplice placebo? In altre parole, come è possibile che i prodotti omeopatici siano venduti in farmacia pur non avendo mai superato alcun test di efficacia? Il test che non c'è e la libertà di scelta terapeutica Una risposta c'è: i prodotti omeopatici sono in vendita in farmacia perché, grazie a una legge europea varata appositamente in loro favore, a essi non viene richiesto (come agli altri farmaci) di superare sia il test di innocuità sia il test di efficacia, ma di superare solamente quello di innocuità. La proposta di direttiva della CEE (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle 1/5/1990) parla chiaro: per essere registrati (e posti in vendita) i farmaci devono superare le prove di innocuità, qualità ed efficacia. Nel caso dei prodotti omeopatici si procede invece con la "registrazione semplificata": per essi "non è richiesta la prova dell'effetto terapeutico" (art. 4). Tale direttiva venne recepita dal parlamento italiano nei febbraio dei 1994 e si tramutò in legge il 6/6/1995. 1 prodotti omeopatici, dunque ,"possono essere registrati senza ottemperare alle esigenze di registrazione degli altri farmaci, i quali hanno l'obbligo di dimostrare la loro efficacia". E per questo motivo che, da un punto di vista strettamente legale, i prodotti omeopatici in vendita in farmacia sono definiti "rimedi" e non "farmaci". Ovviamente, essendo i preparati omeopatici fatti di molecole di H20 allo stato liquido più eccipienti, va da sé che il test di innocuità lo superano brillantemente. Così brillantemente da non manifestare volutamente alcun effetto collaterale. Ci si potrebbe a questo punto chiedere: perché è permesso che in farmacia si vendano dei prodotti che dimostrano soltanto di non essere nocivi e non, nel contempo, di essere anche efficaci? Bisogna aggiungere, a questo punto, che questo problema non riguarda solamente i rimedi omeopatici: ultimamente la farmacia sta assumendo sempre più l'aspetto di un negozio commerciale dove vengono venduti una quantità di prodotti la cui efficacia è completamente nulla. Un esempio è il braccialetto di rame, che viene proposto come cura di moltissimi mali. Di esso si discorre a vanvera di onde positive e negative, di equilibrio energetico e magnetico, ma funziona solamente per effetto placebo. Torniamo comunque alla domanda di cui sopra: perché i rimedi omeopatici sono in bella mostra in farmacia come fossero l'ultimo ritrovato della scienza, mentre sono fatti in realtà della comunissima acqua di cui l'intero pianeta terra è zeppo? E perché nella stessa farmacia, per legge, vi sono due pesi e due misure? La risposta c'è, anche se sembra una presa per i fondelli: si chiama libertà di scelta terapeutica. Oltre all'approvazione della legge che permette ai prodotti omeopatici di stare in farmacia senza dimostrare di essere efficaci, in Italia è stato fatto un altro favore all'omeopatia: una serie di sanatorie per tutti quei prodotti entrati in farmacia senza alcun controllo (nemmeno quello di qualità). La proposta di sottoporre almeno al test di qualità anche i prodotti omeopatici suscitò le proteste degli omeopati che gridarono allo scandalo. Secondo costoro un tale provvedimento avrebbe fatto sparire dalle farmacie ben il 60% dei loro rimedi. Gli omeopati insorsero sorretti dalla stampa, e con appelli accorati organizzarono una colossale raccolta di firme, convincendo i più che una tale proposta avrebbe impedito ai cittadini di curarsi come meglio credevano. Fu così che l'acqua magico-omeopatica rimase in farmacia in nome della libertà. Per una persona con un minimo di onestà intellettuale "Libertà di scelta terapeutica" significa libertà di scegliere fradifferenti terapie la cui efficacia sia però stata testata (a garanzia del paziente); altrimenti è ovvio che chi acquista dell'acqua pura credendo vi siano contenuti dei principi attivi, più che di fronte a una scelta terapeutica si trova di fronte a una grossolana fregatura. Come potrebbe infatti un comune cittadino sospettare che l'autorevolezza, di cui a ragione godono sia i medici sia le farmacie, possa venire utilizzata in modo tanto basso e meschino da abusare della sua fiducia per propinargli della semplice acqua al posto di una medicina? Come nacque l'omeopatia Passiamo ora a dare un sintetico sguardo storico alla nascita di questa irrazionale disciplina: l'omeopatia venne fondata nel 1789 dal dottor Samuel Hahnemann (1755-1843), che ipotizzò un principio di similarità per curare i suoi pazienti. Tale principio essendo espresso con la massima «similia similibus curantur», ovvero "i simili si curino con i simili". Omeopatia, infatti, deriva dalle parole greche ómoios, che significa ",stesso", e páthos, che significa "malattia, disagio". Secondo tale principio si poteva curare una malattia o un disagio somministrando al malato quella stessa sostanza che in una persona sana avrebbe provocato proprio quella malattia o quel disagio. Applicando questo assunto in modo esplicito si arriverebbe ben presto a provocare banalmente dei danni alla salute. Ad esempio, per far passare una sbornia, visto che il simile cura il simile, si potrebbe essere indotti a prescrivere dei bicchierini di grappa; oppure, per riuscire a dimagrire in modo omeopatico, si potrebbe decidere di trangugiare una quantità di pillole di lardo. Un'applicazione diretta del principio, come enunciata nei due esempi precedenti, porterebbe evidentemente all'aggravarsi dei disagio e non certo alla sua scomparsa. Per ovviare a questi inconvenienti, lo stesso Hahnemann aggiunse un'importantissima clausola alla sua teoria: il principio attivo simile (la sostanza cioè che viene ritenuta responsabile dei disagio, negli esempi precedenti l'alcool o i grassi) deve venire considerevolmente diluito in acqua prima di essere utilizzato per curare un qualsiasi paziente. Ma quanto diluito? Ai tempi in cui il dottor Hahnemann fondò l'omeopatia non era ancora diffusa la teoria molecolare della materia e nessuno poteva immaginare che 18 grammi di acqua contenesse un numero di molecole pari a 6,025x1023, il numero di Avogadro, scoperto dal chimico-fisico Amedeo Avogadro (1776-1856) nel 181 l. Perciò Hahnemann utilizzò diluizioni in acqua talmente spinte da finire per perdere ogni traccia dei diversi principi attivi che di volta in volta utilizzava. Senza poter rendersene conto, Hahnemann, pur partendo da sostanze diverse, produsse dei medicinali che contenevano solamente acqua; i suoi medicinali erano dunque completamente inutili, ma anche completamente innocui. Ed è per questo motivo che egli ebbe successo: ai suoi tempi era infatti prassi per i medici passare da un paziente all'altro senza lavarsi le mani, sostenendo che la loro sporcizia era una sporcizia professionale, e non era affatto raro che si somministrasse il salasso perfino per curare l'anemia; in altre parole, le cure mediche di allora erano molto spesso nocive per il paziente. Dare della semplice acqua e null'altro poteva dunque portare a un vantaggio: quello di non provocare danni. Ad Hahnemann capitò quindi di avere una minor percentuale di decessi rispetto ai suoi colleghi, e questo lo incoraggiò a proseguire per la sua strada (questa scusante, se pur fu valida per Hahnemann, non si può ovviamente accordare ai suoi odierni discendenti, i quali sono dei tutto consapevoli di vendere acqua allo stato puro e farfugliano di strane energie per mascherare o la loro abissale ignoranza o la loro evidente malafede). Nacque così l'omeopatia, la cui regola d'oro divenne: «Ciò che in dosi ponderate causa la malattia nell'individuo sano, in dosi infinitesimali è di cura per l'individuo malato». CH15: un millesimo di goccia sull'intero pianeta Terra. Cerchiamo ora di discutere in dettaglio cosa intendano a tutt'oggi gli omeopati per "dosi infinitesimali" (o meglio "dosi deboli,come preferiscono chiamarle attualmente i successori di Hahnemann). Potremo così chiarire le affermazioni fatte all'inizio dei discorso riguardo al fatto che il principio attivo dei rimedi omeopatici è talmente diluito da sparire nell'acqua (anzi, secondo alcuni, più un principio è diluito e più esso è efficace, ragione per cui le diluizioni degli omeopati sono praticamente senza limite). Si deve notare che gli stessi omeopati, alla fine dei loro processi di diluizione, non sono in grado di distinguere i loro preparati (neanche i meno diluiti) dalla acqua bidistillata. Le loro diluizioni arrivano a percentuali di volume di preparato curativo su volume di acqua di 10 -30 , 10 -60 , 10 -200 e oltre. Un veterinario omeopata, che in questi giorni si è offerto coraggiosamente di sottoporre a test in doppio cieco i suoi metodi di cura, mi ha confidato candidamente di diluire i principi attivi che usa fino a 10 -10.000. E il dottor Valter Masci, un vero luminare dell'omeopatia in Italia, insegna che si può diluire fino alla 10 -2.000.000. Tali numeri sono fuori dalla capacità di immaginazione umana, perciò è bene fare alcuni esempi. Innanzitutto, la notazione: quando si scrive 10 -30 (si legge "dieci alla meno 30") siintende dire "uno diviso un numero fatto da 1 seguito da 30 zeri". In questo modo 10 -3 significa un millesimo, 10 -6 Significa un milionesimo, 10 -9 significa un miliardesimo, ecc. Si comprende allora che 10 -30 è un numero davvero infinitesimo (figuriamoci 10 -2.000.000! ). Nei prodotti omeopatici tali diluizioni sono scritte sull'etichetta attraverso la sigla sibillina, studiata apposta per non far capire che dentro c'è solo acqua. Tale sigla è CH oppure DH seguita da un numero. DH significa decimale e CH significa centesimale. DH20, per esempio, significa "Ventesima diluizione decimale", ovvero 10 -20; mentre CH20 significa "Ventesima diluizione centesimale", che equivale numericamente a 10 -40 . Facciamo ancora qualche esempio per chiarire cosa si intende quando si dice che tali soluzioni sono infinitesime: consideriamo il prodotto omeopatico belladonna CH9 (uno dei meno diluiti in commercio). Esso è costituito da belladonna diluita in acqua a 10 -18. Cosa significa in pratica?Prendete una scatola di aspirine e leggete le istruzioni: ogni compressa contiene amido di mais e cellulosa in polvere come eccipienti e mezzo grammo di acido acetilsalicilico come principio attivo. Come arrivare ad una quantità di 10 -18 grammi di principio attivo? Spezzettate l'aspirina in cinquecentomila parti (operazione piuttosto difficile) e raccogliete uno di questi frammenti: ora avete in mano esattamente un milionesimo di grammo di acido acetilsalicilico, ovvero una percentuale di 10 -6. Questa piccola parte dividetela amichevolmente con un migliaio di persone: vi resterà così una parte pari a 10 -9. A questo punto, sempre che siate in grado di vedere e tenere in mano il vostro millesimo di cinquecentimillesimo di aspirina, scioglietelo in una grande piscina d'acqua, preparando poi un miliardo di boccettine: ecco fatto. Avete finalmente ottenuto una delle diluizioni omeopatiche meno spinte in commercio: la CH9, ovvero 10 -18! Che fare con quel miliardo di boccettine? Un'idea: potete curare tutti i Cinesi sofferenti di influenza e raffreddore. Ovviamente, avete consumato una parte su duecentocinquanta milioni della aspirina iniziale, perciò tutto il popolo Cinese può stare tranquillo anche per l'anno prossimo, e per quello dopo ancora, e ancora per tanti e tanti anni a venire. Ma 10 -18 è nulla rispetto a ciò che osano gli omeopati. Vediamo ora qualche diluizione più seria: 10 -30 significa che c'è una sola molecola attiva (cioè diversa dall'acqua) su un milione di litri di acqua (e va ricordato che 18 grammi di acqua sono costituiti da più di 1023 molecole). Come fanno gli omeopati a raggiungere queste diluizioni? Ecco una ricetta per raggiungere 10 -30 (la quindicesima centesimale CH15): si mettono 15 bicchierini di acqua in fila; nel primo si aggiunge una goccia (un centesimo dei volume dei bicchiere) di una qualsiasi sostanza (propoli, belladonna o cianuro non ha importanza) e si mescola ben bene (pardon, si dinamizza) ottenendo la soluzione di un centesimo. Fatto questo, con una pipetta si raccoglie una goccia dal liquido dei primo bicchiere e la si versa nel secondo, che conteneva solo acqua, raggiungendo la diluizione di un decimillesimo. Si rimescola e si procede di nuovo travasando una gocciolina dal secondo al terzo, poi dal terzo al quarto e così via, fino al quindicesimo bicchiere. Fatto questo, nell'ultimo bicchiere la quantità della sostanza iniziale (il principio attivo) è 10 -30 rispetto alla quantità d'acqua: il che significa fisicamente che non ce n'è più. Per fare un altro paragone considerate che una diluizione di 10 -30 equivale a mettere un millesimo di grammo (ovvero 10 -6 Kg) sulla massa dell'intero pianeta Terra (il cui peso è circa 1024 Kg). Una diluizione 10 -60 significa invece (essendo tutta l'acqua presente sulla Terra fatta da 1046 molecole) che vi sarebbe una sola molecola attiva su centomila miliardi di volte la totalità dell'acqua presente negli oceani terrestri. A questo punto quante probabilità ci sono che in un bicchierino di prodotto omeopatico ci sia almeno una singola molecola diversa dall'acqua fra i miliardi e miliardi di molecole presenti? Il conto è presto fatto: le probabilità sono molte di meno di quelle che qualcuno riesca a vincere 5 volte di seguito il primo premio alla Lotteria Italia. La teoria dei complotto A volte gli omeopati - e anche la gente comune - di fronte alle resistenze che vengono opposte da molti medici e ricercatori alla diffusione di prodotti omeopatici, vanno in giro a gridare al complotto. L'idea, secondo loro è questa: le case farmaceutiche, con la loro potente lobby, non vogliono che la gente possa utilizzare i prodotti omeopatici e perciò ricoprono di derisione chiunque ne parli male. Per esempio, io stesso, secondo questo teorema, dovrei ricevere parecchi soldi dalle lobby farmaceutiche visto che sto parlando "male"dei rimedi omeopatici. A questa visione maniacale si può rispondere con un ragionamento estremamente semplice: chi credete che produca i rimedi omeopatici? Pensate forse che i milioni e milioni di scatolette che invadono tutte le farmacie d'Europa siano fatte a mano da una congrega di naturopati? No. Ma sono delle case farmaceutiche che entrano anche in questa fetta di mercato, producendo, oltre i classici farmaci, anche i più svariati rimedi omeopatici. La omeopatia può essere comparata al vaccino? Passiamo adesso a smontare un'altra piccola bugia che spesso propinano i venditori di prodotti omeopatici per far credere che l'omeopatia abbia un fondamento scientifico: il confronto con l'idea dei vaccino. Il seguente esempio aiuta a distinguere il meccanismo con cui dovrebbe funzionare il prodotto omeopatico dai meccanismo con cui funziona un vaccino. «vaccino funziona immettendo dei batteri deboli (in numero diverso da zero, sia chiaro) nell'organismo affinché questo produca degli anticorpi e resista a un eventuale successivo attacco batteriologico. La teoria che sta alla base dei prodotto omeopatico è invece diversa: essa prevede l'assunzione dell'agente patogeno (o meglio dell'acqua dove precedentemente una infinitesima parte dell'agente patogeno aveva forse fatto il bagno) dopo che l'attacco all'organismo è già avvenuto. Si pensi alla seguente situazione: c'è un forte di soldati, è notte e stanno tutti dormendo. Il vaccino funzionerebbe così: arrivano tre indiani malaticci ad attaccare il forte; i soldati si svegliano, si preparano e sconfiggono i tre indiani. Rimangono quindi desti e aspettano armatissimi il grosso della tribù (che in questo esempio rappresenta la malattia, senza offesa per gli indiani). L'omeopatia invece dovrebbe funzionare così: i soldati stanno dormendo e una tribù indiana li attacca all'improvviso. A metà del combattimento si inseriscono nel forte (per salvarlo) tre piume d'indiano diluite in cento miliardi di oceani terrestri sotto forma di comodi bicchierini. Arrivano i nostri! L'acqua che male fa? Un'ultima considerazione: qualcuno potrebbe dire che i prodotti omeopatici, visto che sono fatti di acqua, non fanno male a nessuno. Questo è vero, ed è anche vero che per tutte quelle persone che abusano di farmaci (o di psicofarmaci) senza averne bisogno, è senza altro meglio ingurgitare pastiglie omeopatiche. Ma non è questo il punto: innanzitutto, se non si ha bisogno di farmaci si può fare semplicemente a meno di prenderli, sostituendoli con una passeggiata gratis, piuttosto che con un costoso prodotto omeopatico; e poi si deve tener conto che c'è anche chi ha veramente bisogno di cure efficaci e assumendo prodotti inutili trascura la propria malattia. In questi ultimi anni, la moda delle medicine alternative, omeopatia in testa, ha fatto sì che molte persone siano arrivate al pronto soccorso in fase già avanzata o acuta di malattia. Questo per il semplice motivo che può capitare di perdere giorni e giorni, se non addirittura settimane, a cercare di guarire confidando in sciocche e inutili superstizioni anziché cercare al più presto una cura testata e funzionale. E di questo è complice, prima ancora degli omeopati, che andrebbero semplicemente compatiti, la pessima qualità dell'informazione veicolata dai media: in essa si esaltano le medicine alternative per il solo fatto di essere "alternative", come se questo significasse qualcosa." Roberto Vanzetto (astrofisico Ph.D, del Centro Interdipartimentale Studi ed Attività Spaziali "G. Colombo"; Dipartimento Ingegneria Meccanica, Padova] L'articolo è tratto da qui: http://www.acquaviva2000.com/MAGIA/omeopatia%202.htm |
:cool3
Piuttosto ho notato che un goccio di Lupatillo CH6 e un po' di Fiori di Cagnarus si attenua parecchio la mania compulsiva di guardare tutte le foto del db di wd! Provare per credere. ;-) |
Interessante.. anche se un pò deprimente.. :(
Il mio ragazzo me lo aveva spiegato ma ho voluto provare ugualmente.. |
Per Lorenzo80: Fai parte del cicap?
Piero Angela Docet. Grazie per le delucidazioni...ma non ci convinci. |
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