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Originally Posted by wilupi
no arnaldo invece è importante che persone che sono da decenni in questi campi(te,sarka ecc..ognuno nel proprio campo) intervengano almeno per mettere un punto sulle questioni perchè troppo spesso finisce che ognuno porta avanti le proprie lotte contro i mulini a vento spesso trascendendo dal discorso ma seguendo le simapatie/antipatie creando solo una gran confusione nella testa dei neofiti che leggono(me compresa).
è un argomento importante e saper parlare oggetivamente senza cadere nelle solite baruffe non costruttive/offese ecc.. è già qualcosa!
sinceramente uno scambio di opinioni fatto in queto modo mi sembra molto costruttivo.
già che ci sono ti chiedo una cosa:
prendo come esempio due possibili reazioni di cani che conosco molto bene allora...
1)il primo se lo legassi ad un paletto e arrivasse un uomo tutto imbragato che sventola un bastone probabilmente non attaccherebbe anzi tenderebbe a scappare
lo stesso cane se sente un petardo o uno sparo vicino a lui non fà una piega.
2)l'altro se fosse legato ad un paletto e arrivasse un uomo minaccioso non ci penserebbe due volte ad attaccare dritto alla faccia o al collo mentre se sentisse uno sparo si spaventerebbe cercando di scappare.
entrambi nel prprio territorio o davanti una minaccia fatta al padrone reagirebbero senza paura contro il malvivente.
questi cani hanno due tempre diverse??quanto c'entra la noefobia o la diffidenza?
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Anto in effetti hai ragione, le beghe non portano da nessuna parte e infatti ci sto volentieri alla larga.
Allevando cerco di selezionare con delle idee che possono o meno essere condivise, ma in ogni caso non si può mai nel bene o nel male giudicare un singolo accoppiamento. Le doti caratteriali insieme all'ambiente sono i ingredienti necessari, ma non potendoli comprare al supermercato, si cerca di procedere su altri principi.
Ovviamente in primo luogo si deve cercare di rispettare il tipo e quindi ha ragione Matteo quando dice che il tipo è mediamente stato quantomeno cambiato. Però anche qui c'è da ragionare in un modo differenziato: taglio degli occhi e colore così come maschera o labbro stirato, appartengono più al tipo che alla struttura, viceversa lunghezza, forma del cranio, rapporti cranio facciali o lunghezza dell'avambraccio, pur dando tipicità, sono più strutturali che altro.
come mi insegnava tanti anni fa uno dei più noti giudici, i difetti di tipicità sono meno problematici in allevamento di quelli strutturali.
Tradotto: anni fa molti CLC avevano il muso nero o la maschera comunque assente. Il difetto è praticamente scomparso e non c'è voluto molto.
Viceversa il difetto strutturale dell'avambraccio corto non solo non è stato eliminato, ma spesso fissato anche se su delle teste davvero tipiche. E di qui è molto più difficile schiodarsi.
Ma visto che la buona parte della tipicità nei cani risiede nella testa, ecco che poi è facile trovarsi a seguire strade quasi obbligate.
(non mi sto riferendo assolutamente a nessuno eh...

)
Per quanto riguarda la morfologia paradossalmente è quasi più facile ragionare in termini di pregi e difetti, almeno in linea generale. Il carattere invece avendo una componente ambientale molto forte e non potendo assegnare un colore o una lunghezza alle varie doti, ecco che il tutto si complica.
Nei due casi da te descritti se ci basiamo sulla definizione di tempra in senso utilità e difesa, ovviamente un cane che scappa di fronte alla minaccia è un cane che ha una tempra piuttosto molle. (e se invece si trattasse di esperienze precedenti?)
Non tanto per una questione di neofobia (di fatto tutti gli esseri viventi, sono in equilibrio tra neofobia e neofilia) che pure può benissimo rispondere all'istinto di sopravvivenza, quanto per sua dote naturale.
Se però lo stesso cane in una circostanza diversa dovesse dimostrare una forte tempra fisica allora potremmo cambiare valutazione.
Per capirci meglio, un labrador o un terranova buttato nell'acqua gelata, se dovesse, una volta uscito, rientrarci magari allegro, non dimostrerebbe tempra perchè attrezzato dalla natura per poterlo fare. La dimostrerebbe invece un dobermann o un whippet in quanto col mantello fine e la quasi totale assenza di protezioni naturali, hanno un freddo bestia.
Il cane che ha paura degli spari... beh innanzitutto bisognerebbe capire se ha paura di tutti i rumori forti o solo di alcuni e quindi cercare di ricostruire le sue esperienze.
Certo si fa fatica a pensare a un setter bravo cacciatore se scappa al primo sparo, come si fa fatica a pensare a un CLC bravo nella ricerca su macerie in mezzo al casino, escavatori ecc quando ha paura dei rumori.
Resta il fatto che al palo il cane reagisce (se non opportunamente addestrato) per autodifesa o tende a sottrarsi per il motivo già detto dell'evitamento. Non potendo scappare, ringhia magari furioso, ma a un occhio attento e allenato non sfugge il diverso modo di comportarsi.
Lo stesso ringhio e abbaio di un cane sicuro che ti vuol dire "ti spiezzo in due" è profondo, deciso. Quello che cane in stress è isterico, sovreccitato, più alto di tono ecc.
La distanza di fuga e di sicurezza erano già state descritte da Lorenz decenni fa, mica sono novità dei comportamentalisti...
Col cane che si tira indietro, fai una prova, metti tra lui e il figurante una rete. C'è buona probabilità che il cane si scagli sulla rete a pochi cm dal figurante, anzi magari cerca pure di morderlo. Per il semplice motivo che la rete amplifica la distanza di sicurezza quindi il cane si sente più sicuro. (succede anche tra gli umani ovviamente).
Quando si è fuori dal cerchio ideale che rappresenta la distanza di sicurezza il cane al massimo abbaia ma non è convinto più di tanto. Nel momento in cui il figurante mette un piede all'interno di quell'area il cane cambia abbaio, si trasforma. Più è breve questa distanza e più è sicuro il cane. E se è sicuro è anche difficile che scappi (non dimentichiamo che si sta parlando di un cane che vede una minaccia all'interno del suo territorio, non di un cane che passeggia per strada).
Mi rendo conto che descrivere tutto questo non è come vederlo dal vivo così come mi rendo conto che dal momento che negli ultimi anni la cinofilia si è indirizzata sempre più lontana dalla utilità e difesa, la maggior parte degli educatori e istruttori, non ha la conoscenza o l'esperienza in questa materia. E come aveva ragione Vittorino quando 15 e più anni fa ci diceva che non conosci un cane finchè non fai la difesa. Perchè in quel frangente si innescano meccanismi che altrimenti non si riesce ben a sospettare e a capire.
Ecco dunque che una minaccia viene vissuta in maniera diversa a seconda delle doti del cane e di come lui la percepisce. E a seconda delle esperienze vissute.
Faccio ancora un esempio.
Diminuisce la distanza di sicurezza, addirittura la minaccia è nella distanza di fuga, il cane vorrebbe scappare ma non può. Reazione aggressiva sostanzialmente da paura. Ringhio, abbaio... Il figurante arretra anche di un solo passo, aumenta la distanza di sicurezza il cane lo percepisce e ottiene un rinforzo per il comportamento dimostrato.
Ringhio, abbaio, aggressività = allontanamento del pericolo, quindi atteggiamento conveniente.
In questo modo il figurante fa crescere nel cane la sicurezza e la reazione diviene più decisa. Fino al contatto diretto.
Lo stesso cane dunque può rispondere in maniera completamente differente a seconda se ha lavorato o meno. E se ha lavorato va anche capito come ha lavorato. E se non ha lavorato, siamo sicuri che padroni o amici o vicini non abbiano involontariamente lavorato?
Mi fermo altrimenti so già che c'è chi mi voleva abbattere prima, figuriamoci adesso...