Stamattina si è partiti presto per la casa di campagna a Barbarano Romano (nel viterbese). 5150 m2 di querce, olivi ed alberi da frutta. Tutto ben recintato. Nefti viene subito messa da parte dalle 2 prepotenti: con qualche musata le fanno capire che non hanno intenzione di farle da baby-sitter.
La piccola non si perde di coraggio ed esplora incuriosita da sola grossi cespugli di lavanda e rose. Cerca di prendere, attratta dal profumo, delle mimose.
Poi viene a cercarmi e sembra dirmi: Sono cattive.Non vogliono giocare con me. Come mai??
Poi arriva l'imprevisto. Dalla terra di nessuno (il bosco del parco Marturanum) arrivano due randagi prepotenti (meticci di pastore maremmano, tutti bianchi). Il branco si ricompatta per affrontare l'aggressione anche se divisi da una robusta rete metallica. Nut ed iside si alternano contro la rete contro l'ipotetico avversario che fa la stessa cosa dall'altra parte. La piccola in seconda fila collabora alla difesa come può. Emette dei suoni strani, indescrivibili che dovrebbero essere dei ringhi di difesa del territorio (niente foto perchè sono venu
te tutte mosse). Dopo una buona mezz'ora i due invasori si ritirano, sparendo nel bosco da dove erano venuti. Nut ed Iside si complimentano con Nefti per la sua collaborazione leccandole il muso. Nut sembra dirle: Ora anche tu sei dei nostri.
Nut le da il suo osso preferito: quello che è rimasto di un ginocchio di vitello che ogni domenica rosicchia con accanimento. La piccola lo porta con se orgogliosa sculettando come una ballerina (alla Fracci per intenderci) con la coda dritta come l'albero di Mascalzone Latino. Poi si ferma per rosicchiarlo.
Da quel momento il branco è unito e la piccola per ore corre, come può dietro le due belve più grandi.
Nel primo pomeriggio comincia a piovere e si rientra anticipatamente a Roma.
In macchina c'è un silenzio irreale. Dormono tutte, sfinite.
Michele