28/8/2009 -
LA COLDIRETTI
"Ronde contro gli attacchi dei lupi"
Intervista a Bruno Rivarossa, direttore provinciale e regionale di Coldiretti.
Lei ha lanciato l’allarme per gli attacchi dei lupi alle greggi e chiesto risarcimenti per i danni provocati agli allevatori.
Che succede?
«Da 12 anni seguo in Piemonte casi di aggressioni del lupo che ritorna sulle nostre montagne: sono aumentati. Dal 2007, tra i 700 e gli 800 attacchi sono tanti. Volevamo portare sul posto chi è responsabile di certi meccanismi e permettere ai malgari di esprimere i propri disagi. Vivono di grandi difficoltà. Non sempre lavorano in zone facili da gestire, spesso sono nuclei famigliari soli. Pagano cifre consistenti per farsi assegnare l'alpeggio e lavorano con passione, non certo a fronte di forti guadagni. Se non li si vuole più in montagna, è più corretto dirglielo. Ma sarebbe un depauperamento grave».
In Francia si pensa agli abbattimenti.
«Non siamo su questa linea e comunque non compete a noi decidere. Possiamo trovare una formula per convivere».
Quali sono le soluzioni secondo Coldiretti?
«Innanzitutto, se certi fondi sono stanziati per la gestione e tutela del lupo, altrettanto sia impegnato nella prevenzione dei danni. Si potrebbero finanziare gli aiuti ai pastori, cioè l’assunzione di personale per aumentare la vigilanza. Inoltre si deve procedere a indennizzi equi e reali».
In cosa consiste il «cordone sanitario» che proponete?
«È l’idea di creare volontari con una formazione preliminare, in collaborazione con gli ambientalisti, che lavorino d’estate a presidio di alcune zone. Qualcuno le chiama “ronde”, è una proposta seria».
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