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Che tristezza!
Sarà che io vengo dall’agonismo sportivo, ma mai mi sarei aspettata così poco fair play in persone che si definiscono professionisti del settore. Qui siamo a livello di tifo da “boys del Fanfulla calcio”.
Ancora una volta vengo chiamata in causa dalla stessa persona, si parlo di te cara Simona, con frasi sibilline come:” 5 CAC di cui uno in ms o raduno in classe lavoro, senza spareggiare e soli come i cani!”
Ok, hai deciso di farmi la guerra, visto che il mio cane ha vinto il campionato italiano (e credo sia l’unico, ma se ce ne sono altri che i proprietari facciano sentire anche la loro voce!) in classe lavoro (ma con più di 5 CAC e con 2 raduni), va bene, rimango perplessa, visto che nemmeno ci conosciamo (non ritengo una conoscenza esserci salutate a due expo), ma ognuno è libero di armarsi e partire contro tutti i mulini a vento che vuole.
A questo punto però sono necessarie alcune precisazioni, alle tue dichiarazioni (scelgo la strada più dura perché da più soddisfazioni) per lo meno “di parte”, la tua ovviamente.
Ho dato un’occhiata ai risultati del tuo cane con una “dura carriera”. Ovviamente i risultati li ho guardati su Wolfdog e potrebbero essere incompleti, ma visto che li hai inviati tutti tu credo possano venir considerati affidabili. Se sono sbagliati correggi pure.
1) Esposizione Internazionale di Poggibonsi (06/06/2009) nessuno spareggio (cioè nessun altro cane oltre il tuo) per il CAC
2) Esposizione nazionale di Scafati (31/05/2009) nessuno spareggio (cioè nessun altro cane oltre il tuo) per il CAC
3) Esposizione nazionale di Telese terme (24/05/2009) nessuno spareggio (cioè nessun altro cane oltre il tuo) per il CAC
4) Raduno di Porto Cervo (11/04/2009) spareggio con un unico altro cane oltre il tuo per il CAC
5) Raduno di Reggio Emilia (14/03/2009) finalmente una gara combattuta per il tuo CAC, peccato . . . . che la miglior femmina sia stata un’altra e guarda un po’ in classe lavoro! Incredibile i casi della vita!
6) Mancano i dati dell’Internazionale di Campobasso, ma visto che la competizione si teneva lo stesso giorno del Raduno di Serramazzoni, al quale erano presenti praticamente tutti i lupi cecoslovacchi del circuito di quest’anno (anche la scelta di questo expo invece di un altro denota e sottolinea la tua disperata ricerca di una competizione dura e combattuta) non credo che fossero molti i partecipanti.
Se scrivo questo non è per competizione nei tuoi confronti, ma perché chi legge e non partecipa agli expo capisca quanto sono opinabili le tue dichiarazioni, tutte le tue dichiarazioni.
Tieni inoltre in considerazione anche un altro fatto, certo non sono molti i lupi cecoslovacchi che hanno i requisiti per essere accettati in classe lavoro, ma spesso chi ci guadagna quando un cane viene iscritto in classe lavoro sono proprio quelli in classe libera ed intermedia. Se al Raduno di Reggio Emilia Naboo fosse stata iscritta in classe libera o intermedia (non so l’età del cane) tu il tuo CAC te lo saresti sognato! Perché la miglior femmina era lei ed il CAC (unico CAC) l’avrebbe preso LEI e tu saresti rimasta a bocca asciutta! Certo che è vero anche il contrario, ma un CAC assegnato in più ad ogni competizione è sempre un vantaggio per tutti.
E’ probabile che l’Enci coi nuovi regolamenti abbia semplicemente voluto premiare una categoria di cani che HA PIU’ TITOLI DEGLI ALTRI, mentre in questo forum sembra che avere la prova di lavoro sia un demerito!
Se il tuo cane avesse superato la prova di lavoro e nonostante questo tu lo avessi iscritto in classe libera o intermedia, allora si che mi toglierei tanto di cappello. Ma dubito che ciò accadrà mai !
Parliamo adesso del tuo concetto di “privato”, intendendo con questo termine tutti coloro che non sono allevatori professionisti (quindi presumo anche quelli che semplicemente possiedono un lupo cecoslovacco).
Si prende l’affisso (Agosto 2007 mica una lunga carriera, o bagaglio di esperienze!) e si diventa professionisti e non più privati (brutti e cattivi!) Ma quanti di quelli che leggono questo forum sanno quali sono i requisiti per potersi definire allevatori professionisti (cioè non privati brutti e cattivi)? Aver prodotto due cucciolate con due fattrici diverse nell’arco di tre anni e tali requisiti sono gli unici richiesti (ogni tre anni) per mantenere l’iscrizione. Poi si firma un modulo di “buona creanza”, nel quale ci si impegna a “non imbrogliare” e “a fare del proprio meglio”!
Allora io da povera, misera amante della razza, priva di ogni competenza, se non quella che mi deriva dal possedere un lupo cecoslovacco, mi chiedo: cosa fa di una persona un “esperto”? Senz’altro la competenza tecnico-culturale, l’esperienza nel settore, i titoli ottenuti, lo scrupolo e la passione che si mette nella propria attività, a volte anche il coraggio di tentare strade nuove e pericolose.
Se è così è necessario allora fare un distinguo anche tra i cosiddetti allevatori professionisti.
Ci sono allevatori in Italia che di questa razza hanno contribuito a farne la storia! Si possono o meno condividere i metodi o le scelte, ma non si può fare a meno di inchinarsi a tanta dedizione e passione. Se si passa un po’ di tempo a sfogliare i pedigree dei migliori esemplari di lupo cecoslovacco quasi sempre si trova il nome di questi allevamenti e non parlo di Italia, parlo di Europa e forse anche più in là.
Gli altri allevamenti italiani altro non sono che “satelliti” che usano stalloni e fattrici di allevamenti più quotati, ne più e ne meno di tanti privati. Questo non fa di loro necessariamente degli “esperti”, così come il non possedere l’affisso fa degli altri dei delinquenti senza scrupoli.
Ma senz’altro non si può definirsi professionisti esperti e poi basare tutta la propria attività “professionale”di un anno su quanto scritto su un volantino, che con tutta probabilità aveva lo scopo di indicare le linee generali, ma che per forza di cose doveva rimandare alla lettura integrale delle norme e regolamenti dell’organo unico preposto a pubblicarli (cioè l’Enci).
Cara Simona, se solo a Settembre ti sei presa la briga di leggere il testo integrale dei nuovi regolamenti, in vigore da Gennaio, a seguito di invito gentile e discreto di persone più esperte e scrupolose di te e ti sei accorta solo in quel momento che comunque la prova di lavoro non puoi proprio evitarla, sia questa caratteriale (che chissà perché eviti con mille scuse come la peste!) o di resistenza fisica, non prendertela con chi, pur non essendo professionista, la prova di lavoro al proprio cane l’ha fatta fare. Non ci crede nessuno che hai scelto la strada più dura (i fatti lo dimostrano), hai solo cercato di non doverti confrontare con una prova di lavoro e ti è andata male!
Il mio cane ha fatto l’addestramento non per il CAL1 ma per gli ESORDIENTI (primo passo per l’IPO), il CAL1 l’ha fatto dopo, solo perché un requisito richiesto dal Club di razza. Vai a vederti i regolamenti delle prove di lavoro (sempre sul sito dell’ENCI) e scoprirai che non è poi così facile ottenere i requisiti richiesti. Requisiti che presuppongono lavoro, impegno e passione, spesso molto meno gratificanti nell’immediato (specialmente quando si ha a che fare con questi irriducibili testoni che sono i nostri cani) di una giornata passata in Expo seduti a fianco dei propri cani a farsi grandi con i visitatori! Tu dici che non hai tempo per queste cose. Mi chiedo come mai un privato, che non ha fatto della passione per il proprio cane una professione e che quindi ha un lavoro diverso, una casa e una famiglia, trova il tempo di addestrare il proprio cane e tu che lo fai di lavoro non riesci a dedicare mezz’ora due o tre volte alla settimana al tuo cane. Povera bestia! Ti assicuro che se sei capace di farlo diventare un gioco a loro (i quadrupedi) piace molto di più una domenica passata a lavorare col proprio padrone, piuttosto di una giornata trascorsa chiusi in un trasportino, costretti a subire gli sguardi di una folla rumorosa.
Ci sono allevamenti in Italia e in tutta Europa, molto più quotati del tuo (e quindi suppongo con più impegni) che ai loro cani fanno fare fior fiore di prove di lavoro! Perché che a te piaccia o no il lupo cecoslovacco non è un cane da compagnia, la bellezza non è l’unico presupposto all’ottenimento di titoli e riconoscimenti, o per lo meno coi nuovi regolamenti non lo è più. E se devo esprimere la mia opinione, che non ritengo vangelo e che quindi non deve essere universalmente riconosciuta ed accettata, era ora che si restituisse dignità a questa razza, obbligando di fatto tutti noi a preoccuparci anche dell’aspetto caratteriale e non solo estetico. Ma da quanto leggo, anche su riviste specializzate del settore, credo che questo impegno se lo siano presi tutti, compreso il Club di razza Ho saputo di un allevamento che assieme al cucciolo vende anche un corso di base di obbedienza: bellissima iniziativa che condivido e plaudo .
Tu mi dirai (come ho già sentito espresso su questo forum) che non serve una prova di lavoro per “testare” il carattere di un cane e forse è anche vero, così come non è detto che i cani più belli siano quelli più titolati (a tante persone, con cani bellissimi, non interessa accumulare titoli o riconoscimenti), ma credo che un allevamento professionale debba dimostrare agli acquirenti, con attestati tangibili, la qualità delle cucciolate che vende, siano questi titoli di bellezza, di addestrabilità o di salute. Non bastano le sole dichiarazioni di intenti
Tutto questo non ti piace? Non è colpa mia, ma credo che dovrai adeguarti o resterai indietro. Adesso scusa devo andare, mi aspettano al campo! Ciao! Cecilia, Massimiliano e Krimhilde.
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