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Caccia in deroga, la Regione Lombardia nell’illegalità
I cacciatori lombardi potranno sparare a pispole, fringuelli, frosoni e peppole. Uccelli migratori di piccole dimensioni, tutelati per legge dall’Unione Europea. Ma la Regione Lombardia, anche quest’anno, promuove la caccia in deroga.
di Stefano Zoja
Uno stormo di uccelli
La pispola è un piccolo uccello migratore.
Nei mesi caldi vive nel nord Europa, ma trascorre gli inverni intorno al Mediterraneo, nell’Europa meridionale o anche nel nord Africa.
Per svernare gradisce anche l’Italia, dove arriva in folti stormi, dopo un viaggio di migliaia di chilometri.
Quest’anno però, se possibile, farà meglio a girare al largo della Lombardia, dove l’attendono varie centinaia di doppiette.
Stesso discorso altre tre specie di
piccoli uccelli migratori, dal peso solitamente inferiore ai 20 grammi, tutelate esplicitamente dalle leggi dell’Unione Europea.
La Regione Lombardia ha infatti approvato oggi la caccia in deroga anche di fringuello, frosone e peppola.
La storia, in realtà, non comincia oggi.
Sono anni che la
Regione Lombardia, in ossequio alla pressante
lobby dei cacciatori, approva deroghe alle norme europee sulla caccia.
Ogni estate, in attesa dell’inizio della stagione venatoria, la vicenda si ripete: cambiano alcune specie e le quantità cacciabili, ma il Consiglio regionale finisce per fare qualche regalo ai cacciatori.
Eppure la Lombardia, su una materia regolata a livello comunitario – e tanto più sensatamente trattandosi di specie migratorie –, non sarebbe intitolata a queste decisioni.
Per questo negli ultimi anni la regione è spesso incorsa in procedure d’infrazione aperte dall’Unione Europea, oltre che in una serie di sentenze sfavorevoli di Tar, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale.
Le procedure d’infrazione europee, una volta arrivate a conclusione, si tradurranno in multe, che graveranno sui portafogli dei cittadini lombardi.
Proprio il rischio-multe aveva inizialmente dissuaso il presidente Formigoni dall’appoggiare anche quest’anno nuove deroghe.
Lo scorso dicembre la giunta regionale aveva emesso una delibera in cui invitava il consiglio a evitare ulteriori deliberazioni illegittime sulla caccia in deroga.
Tuttavia il consiglio lombardo, appena arrivata l’estate, ha rimesso sul tavolo nuove ipotesi di deroghe.
E arriviamo alla legge di oggi.
Fuori lo storno, specie cacciabile lo scorso anno, dentro invece le novità della pispola e del frosone.
Totale quattro: meno delle sei proposte inizialmente, ma più delle tre concesse l’anno scorso.
Calano anche le quantità massime cacciabili, ma resta il regalo ai cacciatori lombardi.
“Ancora una volta Pdl e Lega Nord dimostrano così attenzione e vicinanza al mondo venatorio”, rivendicano in una nota alcuni consiglieri regionali della maggioranza.
Eppure il Consiglio regionale, convocato in seduta straordinaria, ha scelto il
voto segreto per promulgare la legge.
La certezza di una futura multa, l’ennesima, ha preoccupato i consiglieri, che hanno scelto di ripararsi dietro la segretezza, anche per allontanare il rischio di essere chiamati a pagare in prima persona parte dell’ammenda che graverà su tutti i lombardi.
Molti rappresentanti dell’opposizione al momento del voto hanno lasciato l’aula, mentre alcune associazioni ambientaliste denunceranno alla Procura i consiglieri favorevoli a questa legge.
Ciò che resta, per il momento, sono solo i rischi per le quattro specie, oltre allo sfregio alla legalità della Regione Lombardia.
La Lombardia caccia in deroga
Il tutto mentre in Italia si moltiplicano le aperture anticipate della stagione di caccia in varie regioni, e mentre circola da mesi la bozza per una nuova
legge nazionale sull’attività venatoria – quella del senatore Orsi – che ancora contiene insidiose proposte: dalla possibilità per alcune categorie di cacciare aree protette, alla caccia consentita nelle aziende agricole anche fino a un’ora dopo il tramonto, mentre sembra rientrata l’ipotesi di rilasciare il patentino per sparare anche ai sedicenni.
La pispola, dal canto suo, non se la passerebbe malissimo.
Vola in questi giorni verso il Mediterraneo, in numeri abbastanza nutriti, per evitare il freddo della Gran Bretagna e delle coste del nord Europa.
E’ sì una specie protetta: lo è in Italia dal 1984, e lo è nelle classificazioni internazionali dell’Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Ma viene indicata soltanto “a rischio minimo”.
Niente che preoccupi i cacciatori o le loro sponde politiche lombarde, che del resto impongono dei tetti massimi per il “prelievo” delle pispole. Quest’anno, non più di cinquantamila esemplari.
11 Settembre 2009