Thread: Colmi
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Old 05-10-2010, 09:08   #5
valentina
e la zecca Misha
 
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ma si può morire così? tre mesi e tanti medici e nessuno si è reso conto?

dal correre della sera on line
Un banale intervento chirurgico. Per asportare una cisti al coccige. Ma la 22enne Antonella Mansueto, studentessa in Farmacia, di Noci nel Barese, muore 3 mesi dopo l'operazione. In un estremo tentativo di salvarla, i medici le avevano amputato gambe e dita delle mani.

La causa del decesso è uno choc settico che alcuni non hanno saputo diagnosticare, altri hanno scambiato per virus influenzale. All'esposto presentato in Procura a Bari da Vito Mormando, l'avvocato della famiglia, è allegata una perizia fatta da un esperto internista e da un medico legale: lì è spiegato come la ragazza avrebbe potuto essere salvata se l'infezione fosse stata diagnosticata in tempo e curata con medicine specifiche. La pm inquirente Angela Maria Morea ha aperto un'inchiesta e i carabinieri hanno già acquisito le cartelle cliniche e stanno identificando i medici coinvolti.

Antonella si era ricoverata il 4 dicembre scorso all'ospedale civile di Putignano (Bari): operata dal chirurgo Aldo Calò, viene dimessa il giorno successivo. Torna in ospedale per il consueto ciclo di medicazioni, fatte sempre dallo stesso medico. Con un'unica eccezione, quando un altro dottore osserva: «Questa ferita non mi piace, lo dica domani al dottor Calò». Cosa che accade. Ma il chirurgo - si legge nell'esposto - spiega che il suo operato non va messo in discussione, il decorso post operatorio procede bene. «Mi fidavo ciecamente di lui - spiega tra le lacrime Anna Quarato, mamma di Antonella - ma ricordo che in un'occasione, quando un'infermiera ha tolto la fascia, si sentiva un cattivo odore e c'era un liquido che fuoriusciva. Mi è stato detto che era tutto normale».

Il 6 febbraio le condizioni di Antonella peggiorano, la febbre arriva a 42. I genitori chiamano il medico di guardia che dopo una rapida visita assicura: si tratta di un virus influenzale, la prescrizione sono gocce di Novalgina. All'alba del giorno dopo la situazione precipita e la 22enne viene trasportata all'ospedale di Noci. Lì, dopo un'attesa di sei ore, ai genitori viene finalmente comunicato che Antonella ha una setticemia diffusa. «Ero fuori e sentivo i medici agitarsi - ricorda la madre -, uno di loro ha urlato: "È una setticemia, non lo vedete?"». La paziente a quel punto viene portata nel più attrezzato ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, sempre nel Barese, e ricoverata in Rianimazione. Il 22 marzo un'équipe di medici bolognesi scende a Bari per amputare le gambe e le dita della mani, fatta eccezione per i pollici. Un ultimo tentativo, che si rivela inutile.

Antonella muore il 26 marzo per una «cancrena conseguente a una trombosi arteriosa per choc settico». Sono passate settimane prima che la famiglia denunciasse l'accaduto. «Ho riflettuto molto - spiega mamma Anna - perché nessuno mi darà indietro la mia Antonella, ma voglio che una cosa così brutta, che ti trasforma la vita in un inferno dal quale non esci più, non accada a altri. Era un intervento semplice, di quelli che in tutti gli ospedali vengono fatti ogni giorno. Mi fidavo di quei medici, e ora invece la mia bambina non c'è più».
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Valentina & MISHA & ARES
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