dal corriere della sera on line 16/02/11
Attento, hai l'appendicite - salvato da un amico grazie a Facebook
Diagnosi fatta sul social network per un inglese che ha rischiato la vita: poteva prendersi una peritonite
MILANO - Salvato da Facebook. Il signor Peter Ball può davvero ringraziare non solo la sua buona stella ma anche il suo account sul social network se è ancora vivo, perché ha rischiato di passare a miglior vita a causa di un’appendicite che si stava trasformando in peritonite. I fatti: da giorni il trentenne, attualmente disoccupato, lamentava fortissimi dolori allo stomaco e lo aveva raccontato ai suoi amici di Facebook con una serie di post sul suo profilo. La fortuna ha voluto che Rahul Velineni, suo vecchio compagno di scuola che fa il chirurgo allo Swansea Hospital, leggesse i messaggi fra un turno e l’altro. Il medico ha immediatamente capito che quelli dell’amico non potevano essere semplici crampi allo stomaco e così, visto che non aveva il suo numero di telefono perché i due si erano persi di vista da alcuni anni e si erano ritrovati guarda caso proprio sul social network, gli ha lasciato un post direttamente sulla bacheca di Facebook.
LA DIAGNOSI - «La faccenda suona male - ha scritto Velineni nel messaggio -. Chiamami appena puoi perché potresti avere un’appendicite». Detto fatto. E al termine della conversazione il povero Peter si è immediatamente precipitato all’ospedale di Macclesfield, nel Cheshire, dove gli è stata prima confermata la diagnosi via Facebook dell’amico chirurgo e poi tolta l’appendice con un intervento d’urgenza. Ora l’uomo sta bene, ma ha davvero rischiato grosso, come ha raccontato lui stesso al Sun: «I medici mi hanno detto che l’appendice era messa male e che non avrebbero dovuto lasciarmela per così tanto tempo. Comunque, visto che io e Rahul non ci vediamo da anni, come minimo adesso gli devo un drink». «Di certo, abbiamo trovato un modo divertente per riprendere i contatti», gli ha fatto eco l’amico sempre sul tabloid.
dal quotidiano trentino on line 16/02/11
Trentino: nonna Elvira compie 100 anni e smette di fumare - "Fa male alla salute", e così l'anziana di Daone, giunta al traguardo del secolo, ripudia le amatissime Muratti
DAONE. Sino a qualche mese fa si fumava - cascasse il mondo - le sue 5 o 6 sigarette al giorno. Ma alla soglia fatidica dei 100 anni - che compie domani - nonna Elvira Mosca vedova Pellizzari, di Daone, in Trentino, ha ripudiato le amatissime Muratti e appeso l'accendino.
«Il tabacco fa male alla salute», sentenzia, inaugurando la sua nuova vita salutista. A dire il vero la sua biografia sembrerebbe dimostrare che il tabacco non sempre uccide. Lucida, fresca e ben curata, dimostra ampiamente meno dei dieci decenni che ha oramai alle spalle.
Da settembre, senza tanti traumi, la centenaria è comunque riuscita ad interrompere il suo abituale contatto con la sigaretta.
"Dopo i pasti e alla sera - racconta la signora Elvira, che da tempo vive alla Casa per anziani di Strada - rinunciare alla sigaretta era improponibile. E i miei figli Zita, Rinaldo, Iolanda e Mauro si erano abituati a vedermi tra le labbra le Muratti".
Nella vita donna Elvira ha sempre fatto la casalinga, ma nel periodo di fienagione non esitava a mettere mano alla falce per rasare i poderi di famiglia in valle.
Si alzava di buon'ora e dopo aver messo in ordine i figli si addentrava a piedi nei prati di Crona, che nel volgere di poche ore ripuliva come un tavolo da biliardo. A volte, sempre con lo stesso arnese, faceva la stessa cosa nei dintorni di casa Poi e con altrettanta disinvoltura e dimestichezza raccoglieva il fieno per accatastarlo al riparo.
Tra i suoi ricordi, l'adolescenza vissuta da profuga (191

in quel di Fiavè.
"Il problema di allora, per me che sono nata il 24 febbraio del 1911 - racconta - era come procurarsi il cibo. In tempo di guerra scarseggiava per davvero. Allora procurarsi una pagnotta era quasi un'avventura".
"Mia nonna - spiega invece la nipote Lucia, che lavora in Sapes come addetta commerciale - amava anche ballare. E così domenica 27 febbraio, giorno in cui ci ritroveremo tutti per festeggiarla, al pranzo di famiglia toccherà all'altro nipote Osvaldo animare quelle ore con la fisarmonica e far felice Elvira".