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Darkness
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Enna: ecatombe randagi

Decine di cani avvelenati e sul territorio i volontari quasi sempre abbandonati dalle Istituzioni.

di Marcella Porpora | 07 gennaio 2011



GEAPRESS – Quasi un muro di gomma, costruito sui cadaveri di cani morti avvelenati. Alla fine, però, qualcuno istituzionalmente preposto al compito si trova ma nel frattempo i cani sono morti, a decine. Anzi, non è peraltro detto che il tutto sia concluso. Secondo i volontari occorsi, potremmo essere solo all’inizio.

L’ultimo episodio ieri. I volontari della LIDA e della LAV di Enna, vengono nuovamente allertati. Ad essere recuperati, e per fortuna salvati, sono tre cuccioli (nella foto) con un principio di avvelenamento. La corsa del veterinario e la somministrazione delle terapie necessarie ed i piccoli cani, ora, sono fuori pericolo.

Tre giorni addietro un cane adulto ed un cucciolo erano invece morti nei pressi di Pergusa. Siamo ad Enna nuova, alle falde della montagna sul cui cucuzzolo si trova arroccato il capoluogo di provincia più alto d’Italia. Qualcuno aveva detto ai volontari che per fare intervenire l’ASL veterinaria bisognava presentare una denuncia ai Vigili Urbani.

L’avvelenamento era però già compiuto ma in questo caso, almeno, i Vigili Urbani sono intervenuti chiamando pure il Veterinario di turno. Partono i sopralluoghi ed infine si trovano le polpette avvelenate sparse in terra.

I volontari, comunque, fanno l’esposto alla Polizia Municipale, scrivono del libero arbitrio di qualche abitante dei luoghi che ha imposto una sorta di legge personale secondo la quale è vietato dare da mangiare ai randagi.

E dire che nei giorni antecedenti si era riusciti a fare adottare ben 15 cani. Niente da fare, la mannaia dell’avvelenatore distrugge, ancora una volta, la vita dei cani. Per i volontari c’è la quasi certezza di essere solo all’inizio.

Del resto, poche ore dopo, tocca ai tre cuccioli per fortuna salvati.
Pochi giorni prima era andata, invece, di scena Piazza Armerina, sempre nell’ennese. Anche in questo caso si è trattato dell’ultimo di una serie di interventi messi in campo fin dal 13 dicembre scorso nel quartiere Casalotto.

Quattro cani, allora, erano morti tra terribili convulsioni. E dire che i volontari di LIDA e LAV inviano una segnalazione ai Vigili Urbani, ricordano l’ Ordinanza ministeriale che impone al Sindaco di intervenire.

Dovrebbe avviare gli accertamenti, predisporre la tabellazione (utile, nel caso di avvelenamento dei luoghi, non solo alla difesa dei cani ma anche a quella degli uomini) nonché ordinare la bonifica dell’area. Niente. E i cani, infatti, continuano a morire.

Il risultato? Scompaiono una ventina di cani, di cui tredici accuditi dalla persona che per prima lancia l’allarme. I cani, a poco a poco, vengono trovati. Anzi: a poco a poco si viene a sapere che il camion della nettezza urbana li ha trovati morti e se li è portati via.

Ma come? Non sarebbero, ex legge, rifiuti speciali? Dovrebbero poi essere sottoposti all’esame autoptico ed in ogni caso, anche per l’Ordinanza sopra richiamata, dovrebbe essere avvisato il Sindaco. Passano i giorni e si capisce che la nettezza urbana non li ha raccolti tutti. Li ha trovati il Sindaco? E’ finalmente intervenuto? No, i cani vengono trovati dove erano morti. Fuori da occhi indiscreti.

Qualcuno, però, non verrà mai trovato. Tra questi una cagna che aveva da poco partorito sette cuccioli. Il tutto nei pressi del centro disabili e della scuola materna, poi cosparsa di cani morti e chissà cos’altro.

I volontari si stanno dando da fare per l’adozione dei cuccioli, ma la preoccupazione è che anche per Piazza Armerina sia solo l’inizio. Del resto anche l’esposto al Prefetto, non sembra aver sortito alcun effetto.Per l’adozione dei cuccioli orfanelli GeaPress mette a disposizione la mail [email protected]


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Piazza Armerina (EN): hanno ammazzato tutti i cani

di redazione | 24 maggio 2011



GEAPRESS – Viene da chiedersi a cosa servirà riaprire ora il servizio sterilizzazioni dei cani randagi a Piazza Armerina (EN).

Dopo la sospensione, nel paese dell’ennese famoso per la villa romana ma anche per il criticato Palio dei Normanni, di cani randagi non ce ne sono quasi più.

I volontari camminano ormai con le siringhe piene di acqua e sale oppure di acqua ossigenata per spararla in bocca ai cani avvelenati.

Questo nella speranza che vomitino ciò che hanno ingerito. “Da Pasqua ad oggi non meno di trenta cani, ma ormai abbiamo perso conto – dice a GeaPress Lorena Sauli referente provinciale LAV Enna. “Ce li hanno ammazzati tutti” grida disperata.

La LAV ennese ha coinvolto Prefetto e Comune, ma secondo i volontari, poco o nulla è stato fatto. Il Sindaco non sono riusciti ad incontrarlo, mentre a proposito del rispetto dell’Ordinanza ministeriale sull’uso dei veleni, solo da pochi giorni in qualche via del paese sono apparsi dei cartelli che annunciano il divieto d’uso dei veleni. Niente bonifica, secondo Lorena Sauli, e nessun annuncio sulla pericolosità di quanto avvenuto.

Scriveremo all’Assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo e al Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini – continua Lorena Sauli – Non è possibile che si compia uno sterminio di animali di queste proporzioni e non ci sia un intervento forte da parte delle Istituzioni.”
E non è neanche la prima volta.

Anzi…Già lo scorso gennaio vi era stata una prima moria di cani a causa dello spargimento di bocconi avvelenati (vedi articolo GeaPress), ma questa volta si tratta di un avvelenamento sistematico e che coinvolge la totalità degli animali randagi.

I volontari hanno trovato anche dei sacchetti pieni di frattaglie, probabilmente avvelenati. Erano stati disposti in posti molto particolari, per essere solo una casualità. Sono stati inviati al Laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Caltanissetta, assieme ai corpi di due cani. Si vedrà.

Intanto una o più persone hanno sistematicamente avvelenato i cani di Piazza Armerina. Erano in buona parte sterilizzati ma qualcuno, evidentemente, non li ha voluti. Pazzo avvelenatore o sistematica eliminazione?

Tanto storie, tristi e disperate. Rocco il cagnetto che scodinzolava a tutti, è finito nel … lavello del veterinario.

C’era poi Liquirizia. Abbandonata nella Sicilia dove, pur con alcuni lodevoli sforzi, l’anagrafe canina rimane un optional. Liquirizia è stata avvelenata una prima volta e poi una seconda. Non ha retto. Cani che muoiono con bavazioni e tremende convulsioni. Basta poco, i veleni si comprano negli stessi banchi attigui a quelli alimentari. Bastano pochi euro ed il principio attivo è sempre lo stesso.

Purtroppo Piazza Armerina non è l’eccezione, almeno per il fenomeno degli avvelenamenti. Avvengono all’ordine del giorno in tutta Italia, ma qui hanno deciso di eliminarli tutti e ci sono quasi riusciti.

Ne rimangono pochissimi, molto meno di dieci. Sono monitorati continuamente e sicuramente, dove stanno, l’avvelenatore ha avuto qualche problema ad intervenire.

Eppure deve esserci qualcuno che sa. Qualcuno che dentro le mura domestiche ha visto strani preparativi di carne e polverina. Oppure un macellaio insospettito per la richiesta di frattaglie. L’invito che rivolgono i volontari è di comunicare il tutto alle Forze dell’Ordine.

Il veleno, è bene ricordarlo, non è pericoloso solo per gli animali. Proprio il tipo di veleno che si sospetta sia stato utilizzato, può essere assimilato anche per contatto casuale. Basta la mano di un bambino che viene portata in bocca. E’ già successo. A Roma, in un giardino pubblico, i cani sono morti ed un ignaro bambino è finito al pronto soccorso.


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video - attenzione ! immagini forti
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Il grande silenzio dei cani ci consola delle futili parole degli uomini. Chaumont

Silence is the most perfect expression of scorn. G.B.Shaw
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