POTREBBE ESSERE RIMASTO ISOLATO DOPO UNA NUOVA CUCCIOLATA DELLA MADRE - Anche lo Stelvio ha il suo piccolo Koda
Un orsetto di un anno e mezzo avvistato sul monte Scorluzzo, a 2.300 metri di quota sopra Bormio
Un orsetto di un anno e mezzo, all'apparenza innocuo, che passeggia tranquillamente nel Parco dello Stelvio. È stato avvistato venerdì scorso a Bormio, sul monte Scorluzzo, a 2.300 metri di quota. «Era piccolo, non più alto di 70 centimetri, ma quando l'ho visto m'è preso un colpo. Ho girato i tacchi, stavo per scappare, quando Mauro, mio marito, mi ha fatto notare che lui era più spaventato di noi e stava già correndo nella direzione opposta. Non avrei mai pensato in vita mia di imbattermi in un orso». A parlare è Silvia Testa, 29 anni, una turista bergamasca che se l'è trovato improvvisamente davanti, a non più di 150 metri. «Eravamo soli, non c'era in giro un'anima e dopo dieci minuti l'abbiamo incontrato ancora. Questa volta era a 30 metri, Mauro ha preso la macchina fotografica e ha scattato due foto». Un bel regalo d'anniversario per i coniugi Rinaldi, che avevano deciso di festeggiare il primo anno di matrimonio con qualche scampagnata a Bormio.
«Non è stato possibile per ora recuperare peli e feci, da far analizzare all'Istituto superiore per la ricerca ambientale di Bologna, ma si tratta presumibilmente di un orsetto di un anno e mezzo in dispersione, nato nell'inverno tra il 2009 e il 2010, appartenente al gruppo trentino del parco Adamello Brenta - spiega Wolfgang Platter, direttore del Parco nazionale dello Stelvio -. Le femmine partoriscono ogni due anni e, quando avviene, i figli della cucciolata precedente devono allontanarsi, perché la mamma non li tollera più». Qualche minuto prima dei turisti bergamaschi, Platter si era fermato assieme alla moglie al Passo dell'Umbrail, in compagnia del vescovo vicario di una diocesi tedesca, suo fratello e la cognata. «Stavo spiegando le peculiarità del nostro territorio, quando hanno visto con il binocolo l'orso, che scendeva verso Bormio. Lo stesso avvistamento è stato poi confermato da due agenti del corpo forestale dello Stato in servizio al parco, quindi l'osservazione può ritenersi attendibile».
UNA TRENTINA - Da quando sono state introdotte, le orse dell'Adamello-Brenta stazionano in un «home range» (territorio di base) a nord-ovest del lago di Garda, un'area di 1.400 chilometri quadrati nella provincia di Trento, per accudire i piccoli, mentre i maschi giovani compiono lunghe migrazioni, come nel caso dell'orsetto, per poi tornare talvolta al luogo d'origine nel periodo degli amori. Ora dovrebbero esserci tra i 27 e i 31 esemplari, che risalgono al programma Life-Ursus: tra il 1999 e il 2002, sono stati introdotti nel parco Adamello-Brenta 10 orsi sloveni (7 sono femmine), tra cui la famosa Jurka. Questi fondatori si sono riprodotti e tra il 2005 e il 2010 sono nati 14 giovani maschi, che hanno lasciato il territorio di Trento verso il Bellunese e il cantone dei Grigioni, occupando un'area di 15mila chilometri quadrati. «Non è sicuramente un figlio di Jurka – sottolinea Platter -: lei ora è sterilizzata, radiocollata ed è stata donata a un giardino zoologico tedesco. Dei suoi 5 figli, forse uno solo è in vita». Di recente, sono stati avvistati 3 giovani orsi, tra Merano e la Val Venosta: uno con il pelo chiaro, il cosiddetto Orso Biondo, tornato al lago di Garda; uno a Merano nelle ultime settimane, che avrebbe distrutto alcuni apiari; e l'ultimo, che ha deciso di abbondonare la Val Venosta, attraversare lo Stelvio e raggiungere la malga di Bormio, anche se la conferma definitiva si avrà con l'analisi del Dna. L. G
http://www.corriere.it/animali/11_gi...b6e0ff41.shtml