ciao michele,vediamo
si beh "Porci con le ali" era molto meglio che non " 100 colpi di spazzola"di melissa P.
e cmq eran due libri dove i"gggiovani"si davano a ben altro
il libro di Radice & Ravera ,"porci con le ali",credo sia stato il primo libro italiano,a fine anni 70,ad arrivare a 1 milione di copie (.....)era cmq un libro"letterario",c'era ancora l'onda lunga della contestazione giovanile
quello di melissa p ,uscito nel 2000,invece era un"diario"con il solito ingrediente del..beh immagina quale

un consiglio michele :
meno post "frastagliati"su quello fra-f ha ragione:
di zaira si è gia detto tutto il possibile,tirare in ballo un esimio accademico u.s.a. mi pare un po prematuro,se scrivi del tuo libro ,magari intervengono in pochi(mica facile parlare di libri)ma tranquillo che leggono

erò un po di autocritica ci vuole:in pratica hai parlato di tutto,anche di cose burocratiche che davvero poco interessano..tranne che del libro(che magari interessa gia di piu...)...
e il problema piu grosso di tutti quelli che mandano i libri agli editori,è proprio che non RI-scrivono seguendo i consigli
inizia a leggere di tutto(dico:di tutto,ma narrativa,estera o italiana poco importa,ma che sia di tutti i livelli,alto medio o basso))e scrivi e RI-scrivi,finchè retorica,luoghi comuni,frasi lunghe e stanche,metafore già viste e straviste non scompaiono
il 60% del "fare libri"è il lavoro sul linguaggio.
Banalmente.
tra scrivere,come incipit,di un romanzo o un racconto.
"il vecchio uomo guardò l'orizzonte,i gabbiani volavano stancamente nel vento,come fazzoletti sporchi gettati nell'aria"
e dire
"IL vecchio uomo guardò l'orizzonte.I gabbiani volavano stancamente nell' aria.Col loro colore grigio e bianco,sembravano fazzoletti sporchi gettati nel vento..."
ecco,tra due frasi solo di poco diverse,c'è già molta differenza...
e i lettori professionali,ci fan caso,oh si se ci fan caso....