Quote:
Originally Posted by Navarre
I predatori inseguono le prede per magnà, i nostri cani, che di solito hanno la panza piena di pollo, ciccia o alla peggio crocchette puzzolenti da 60 euro il pacco, lo fanno per sfizio e per gioco...non mi sembra una differenza da poco.
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La differenza è però percepita solo dall'uomo, quindi pensare che questa differenza sconvolga in qualche modo qualcosa in Natura è una presunzione umana.
La preda, soprattutto l'animale che è preda per natura mette in atto una serie di schemi comportamentali innati di cui il principale la fuga, atti alla sopravvivenza, schemi in cui risiedono delle peculiarità specifiche a seconda dell'animale. I predatori mettono in atto una serie di schemi atti ad scovare, prendere, attaccare, uccidere al fine di mangiare. Il cane o CLC che sia, possiede una parte di quegli schemi o in rari casi (meno rari nel CLC che nelle altre razze) conserva la sequenza completa dall'impulso iniziale fino al nutrirsi (e non è detto che chi uccide poi mangia). Questi schemi, è fatto etologicamente accettato, sono interdipendenti gli uni dagli altri, e sono mossi da istinti che potremmo definire, anche se impropriamente, "cechi". Un cane la cui sequenza arriva all'inseguimento e non va oltre, si comporta, è mosso dagli stessi istinti di un'altro che ha la sequenza completa. Del fatto che la sera avrà la panza piena di puzzose crocche non concorrerà mai. Non avrà coscienza che lo rincorre a spregio perché lo schema è completo e funzionale a se stesso anche se la sequenza non è completa, come per l'animale (predatore con sequenza completa) per il quale quell'inseguimento vuol dire mangiare oppure no. L'animale inseguito non ne ha la minima percezione, a meno che non si voglia concedere all'ungulato di turno la capacità di comprendere le sonore imprecazioni e richiami umani al riguardo di quella cosa da cui si sta mettendo al riparo, e quindi di esclamare tra se: "pezzo di merda di un cane con la pancia piena che mi rincorri solo a spregio", riflessione questa che ponga in stato di stress l'animale in quanto avvilito dall'ingiustizia dell'avvenimento accadutogli.
Si vuole forse attribuire ad una simile evenienza un peso, diciamo, sommatorio? Nel senso che il fuggire da un cane potrebbe attraverso lo spavento e la stanchezza fisica porre l'animale in uno stato di vulnerabilità al cospetto di un vero attacco che potrebbe verificarsi di li a poco? Molto poco probabile, anzi impossibile incontrare un predatore nei pressi di un accadimento del tipo preda-inseguita da cane con presenza dell'uomo. Lo spavento una cosa dannosa in se stessa? La preda fa della sua vigilanza e della sua reattività (percezione del pericolo, spavento, fuga) la sua arma di sopravvivenza, è nel suo DNA, non è definibile stress nel senso umano del termine, o come maltrattamento, è una condizione peculiare dell'animale stesso.
Allora tutto ciò, assolutamente, non per giustificare la caccia del cane o l'eventuale padrone compiaciuto, si noti che nel precedente messaggio ho quotato solo la parte finale del messaggio di Diego, in quanto la prima la condivido, e puntualmente scendo dai monti (cosa di ieri) con le tonsille purpuree per i richiami e le imprecazioni violente che mi servono per gestire tre CLC liberi in loco dove abbonda fauna selvatica, e più raramente (per fortuna) altri cani e immondi viandanti umani. Ma una sgranchita di giunture son sicuro non faccia male agli animali, è solo controproducente per chi vorrebbe vederli ruminare come bovini, placidi e piacenti agli obiettivi dei turisti puzzoni che appagati tornano e spendono nell'indotto dell'economia locale (ecco il sunto delle politiche della maggior parte dei parchi del Nord Italia). Strano poi che gli stessi che dovrebbero multarti per la sgranchita ricevono dall'ente parco l'ordine di accopparne 20. E tu gli domandi allora, qual'ora tu ne abbia confidenza, tra i fumi della grappa e dopo uno spezzatino di cervo: "Cazzo io dovrei prendermi la multa perché i miei cani li hanno spaventati, e poi in capo a due mesi sono troppi e vanno mandati al creatore con l'ignobile artefizio dell'arma da fuoco per poi finire, se sani, nei piatti dei più privilegiati valligiani?" (in ristorante è tutta selvaggina da allevamento)...
Di questo mi ritrovo a dibattere da anni con i forestali dei luoghi che frequento senza che se ne riesca a venirne fuori, anche perchè c'è poi il guardiaparco che dice che abbattono i cervi, nelle parti bassi della foresta gestita in quanto quando sono troppi mangiano tutte le pianticelle di albero piccole impedendo la ricrescita e la gestione economica del bosco (utilità umana come il turismo sopracitato).
Se si vuole rispettare la natura in tutto e per tutto la si deve precludere all'uomo, non precludere ai cani e lasciarla in balia dei turisti (come alcuni Parchi Nazionali Francesi). Se quello fosse davvero lo scopo, allora dovremmo imparare dall'India, dove si sono istituiti i Wilderness Sanctuary, ampie regioni dove non entri se non sei residente (e non sono zone di passaggio, in genere lunghe valli ceche sul confine cinese o con passi pedonabili 3 mesi l'anno oltre i 5000m), o se non paghi un profumatissimo dazio per la tua escursione in cui sei accompagnato da personale del parco, sempre, in cui loro decidono cosa puoi portare e cosa no. Li si percepisce la voglia di rispettare la Natura, i nostri parchi, le politiche occidentali non possono che essere oggetto di ironia per me.
Quindi son d'accordo che si richiamino e si contengano i cani, ma non umaniazziamo la natura! Essa è così splendida di per se senza descriverla con i nostri filtri..
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Questo stambecchetto credo che Giovedì, all'incirca alle undici antimeridiane, abbia imparato qualcosa e levato un pò di ruggine dai suoi istinti che dovrebbero farlo sopravvivere ai pericoli. Ha imparato che quando si scappa deve tenere bene a vista mammà senno ci si ritrova da soli su una parete e i predatori in genere non desistono a bestiemmie del padrone e finiscono per stare a terra, con gli occhi spiritati ma senza muovere un muscolo, mentre mammà e un maschio tornano giù dall'altra parete per riprenderti e coprirti la via fino a una cengia sicura...
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Orca sicuramente non ha imparato che se saliva un'altro salto di roccia sarebbero stati cazzi per scendere o sarebbe scivolata, ma sta vivendo la competizione tra gli inspiegabili alterchi del suo padrone e suoi istinti. Competizione che per gli altri due pende ormai dalla mia bilancia.
Ma non dimentichiamo che la morte è fatto quotidiano per questi animali, lo è anche per noi, ma noi facciamo finta che non esista.
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