Ancora…ancora e ancora nuovamente. Sconfitta, tremenda, il dolore, l’angoscia e poi più nulla. Il pianto, i ricordi, il pensiero di non aver potuto fare nulla, ma che fare poi. E poi ancora angoscia, tanta. Per te, per lui, per gli altri che hanno avuto lo stesso destino. La testa che gira in questo turbine di emozioni. Ma sai che è così e non puoi fare nulla.
Caro Buster, con te muore un’altra piccola parte di me, quella che urla, grida, quella che ama e non sa come fare per far terminare questo strazio, quella che darebbe un pugno in cielo pur di cessare tutto questo.
Anima buona, la stessa fierezza di tuo padre Forrest, con la sola colpa che non si conosceva la malattia prima della tua nascita.
Vorrei entrare nel cuore delle persone, nella mente di chi non crede che esista questa malattia, di chi non crede che fare un test per riprodurre possa servire, di chi scrive cattiverie, per provare a inculcare in loro il seme della paura, dell’angoscia, del dolore, della disperazione e negli occhi la visione del loro strazio che evolve in morte.
Ti voglio bene pippino….così ti chiamavo da cucciolo, buono e unico. Arrivederci Buster…
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