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Old 09-02-2011, 19:15   #653
starjumper
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Non dovrei, probabilmente, ma ci sto impazzendo. E lo so che per tanti sarà retorica, come quando ammazzano qualcuno e improvvisamente scoprono che faceva volontariato, che aiutava le vecchiette ad attraversare la strada ed era bravo a scuola. Ma se non vi interessa, semplicemente non leggete... questa è la risposta a tutti quelli che mi stanno scrivendo.


Impazzisco perchè ho ricevuto tanti messaggi e come mi ha scritto Navarre, a questo cane si erano affezionati in tanti. All'inizio per empatia, probabilmente, perchè era il papero.
Poi un po' perchè quello strano proprietario a qualcuno era simpatico.
Eppure tutti mi state scrivendo le stesse cose... c'era qualcosa... che te lo faceva stare a cuore. Coscientemente o meno, tutti avevate visto una cosa che non si vede tanto spesso... e quando lo vedi te lo ricordi, o ti colpisce: un cane felice. E non in quel momento, non in quella foto... era felice. Sì sì, retorica, lo so. Ma non lo è, non ho mai sopportato la melensaggine e sono romantica come un pugno nei denti.

Ho visto cani divertirsi, cani fare i bulli impettiti e fieri, cani gioiosi per una corsa nella neve, cani esausti e sorridenti per una gita nei boschi, cani esaltati da un premio in arrivo... ma un cane felice davvero è una cosa diversa.

Un cane felice è sereno, è calmo.
E' forte quando deve esserlo e stupido quando vuole prenderti in giro.
Un cane felice ti guarda per capire se da quell'altro cane le prenderà o meno,
ti chiede se è il caso di rincorrere quel gatto e se dici di no... va bene, no, magari la prossima volta è un sì.
E' indipendente quando deve fare una cosa da solo o restare in casa.
E' tranquillo con le persone perchè tanto c'è qualcuno a proteggerlo.
E' reattivo se qualcuno prova a fare del male a chi ama,
è dolce con chiunque glielo permetta, ma mai esagerato.

I miei cani sono tranquilli, a volte sono felici... mi piace e mi fa comodo pensare che lo siano spesso; Keye, porca miseria, era felice sempre, soddisfatto, appagato.

Se impazzisco è perchè con il suo modo ironico, critico, cinico, Ale ha sempre tenuto per sè tutto quello che riguardava Keye, fingendo di mostrare, quando in realtà nascondeva quello che adesso tutti mi chiedono.
Chiedeva consigli qui, e a me, e ad Andrea... ma quando eravamo in giro con loro mi sentivo una cretina, con il mio cane che in confronto era una specie di barbaro.

Mi mandò un video. L'aveva girato Manu ed erano loro in giro per la città. Marciapiedi, strade, scale, cani, giardini... e Keye camminava, libero come sempre, semplicemente guardando lui. Sempre.
Disse, stiamo cercando di farlo smettere, cammina sempre così, sai che palle...

E la cosa più deprimente (per modo di dire...) è che dopo due giorni con loro se ne trovava due, di cani che lo seguivano così, il suo e il mio. Compresi i randagi che trovavano in giro e diventavano parte di un piccolo branco che se ne andava a perlustrare i monti.

Le foto... gialle. Gialle perchè sempre fatte all'alba, alle 5 di mattina, per farlo vivere almeno 4 ore prima di andare in ufficio. E poi fuori di nuovo, e al fiume, e nel bosco, e in montagna, e la sera in paese. Alle 6 poteva essere su una collina ad annusare tracce di caprioli, alle 12 al mare, alla sera sotto una bufera di neve. Ogni minuto di tempo possibile era suo.

Loro mi chiesero: che senso ha prendere un cane che sa vivere così, se non lo fai vivere così?
A noi qui su wd piace fare l'esempio della Ferrari, quando parliamo dei clc... se non la sai guidare, non prenderla. Ecco, noi magari la sappiamo quasi guidare, e guidiamo i nostri clc insieme a noi, nelle nostre vite. Qualcuno prova anche a far correre la Ferrari in pista, per sfruttare un po' di quella potenza.
Ma Keye i suoi 20 mesi li ha vissuti sempre ai 200km/h in un mondo fatto di autostrade a 4 corsie.

Per questo era assurdamente calmo... che fretta c'è, io nella vita faccio tutto... assurdamente legato a loro... assurdamente sereno e felice.

Forse era per questa serenità che Thai lo adorava, li prendevamo in giro, gli dicevamo che erano fratelli, un po' come gli adolescenti che hanno spesso quel migliore amico la cui parola vale più di quella di chiunque altro.
Ogni volta scene assurde, addii strazianti, Keye che cercava di salire sulla mia macchina con lui e Thai che ululava per chilometri. Tornati a casa da capodanno, Thai non ha lasciato avvicinare Nakù a meno di un metro da lui per giorni... non era triste, era arrabbiato, era offeso... erano assurdi, strani, dolcissimi fratelli.

Lo so che non è "normale", so che la gente ha altro nella vita, so che non si vive "per" un cane... fatto sta che di sicuro con lui non erano normali e non volevano esserlo, fatto sta che Keye era la loro vita, fatto sta che se avessi dei cuccioli IO avrei pagato loro per prenderne uno. Fatto sta che uccidere quel cane significa uccidere un modo di vivere, significa annientarli, perchè vivevano per quella vita con lui.

E a dirla tutta, non credo nemmeno che sia così giusto dire che non si "deve" vivere così... è una scelta, non una patologia... per un musicista non è forse la musica sopra ogni cosa? Un pittore non ha la sua arte, uno scrittore non è innamorato della scrittura? E si valuta di più uno che strimpella il pianoforte o un pianista che dedica ore al giorno alla musica? Vale più un mio disegno o un Caravaggio?
Il loro talento, la loro passione, la loro vita, giusto o sbagliato che sia, è avere un cane... e lo fanno da dio.

Poco importa se "passerà", se "il tempo guarisce le ferite" ecc ecc... Keye è morto e anche se era "solo un cane", ha portato via con se molto più di quanto avrebbe dovuto.
Chi l'ha ucciso non sa di aver quasi ucciso due persone... e di aver bombardato chi stava intorno a loro.

Posso solo sperare che loro capiscano che quel cane in 20 mesi ha vissuto più "vita" di gran parte dei nostri cani in tutta la loro esistenza, e che un giorno decidano di nuovo di dedicare il loro... talento ad un (fortunatissimo) cucciolo.


Quindi, buonanotte dolce principe, bastardo figlio di Anouk, fratello di Thai. Mi mancherai da morire.
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Micaela & Frou Frou Thai
Meglio parlare poco e bene, che molto e per niente.
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