alcuni poveri cani e i miei poveri Gatti
Sulle alture di genova(apparizione per chi sa dov'è) sono ormai moltissimi i cani avvelenati nei loro recinti, sempre pochi giorni prima dell'apertura della caccia. un minuscolo kosovo per figli di un dio minore, del quale sarebbe indecente parlare con toni troppo striduli, visti i ripugnanti silenzi su tante stragi di persone. Ma sul quale non è giusto tacere, visto che tra le tante stragi di persone e certe mattanze di bestie un denominatore comune c'è: ed è quello dello sparo, quello schianto secco che rompe il silenzio e viene a chiamarti in strada, nel campo, nella selva, per dirti che un uomo col fucile ha voluto dare la morte. c'è qualcosa da raccogliere la fuori. Non so più che dire adesso. So che anche Oreste, Nullo, Bianchina e Lene (i miei gatti uccisi anche loro dai cacciatori) meritavano di invecchiare, che mi sento civile tra gli incivili e questo mi da dispiacere e solitudine perchè tutti siamo nati per vivere in branco. Infine che sono stanco di raccontare ai miei fratellini la favola dei gatti andati a sposarsi lontano. Quando toccherà al prossimo portero almeno il più grande a vedere, perchè è giusto che sappia quanto possono essere stupidi, vigliacci e meschini gli uomini. Poi certo, sarà più difficile convincerlo a rispettare comunque gli irrispettosi. I bambini, tutti i bambini odiano i cacciatori. Ai cacciatori almeno questo dovrebbe importare qualcosa. Dovrebbero dolersene. Perche i bimbi sono natura, natura libera e non ancora derubata del suo stupore. Che ancora trasalisce agli spari, inconsolabile, prima di avezzarsi, come noi "adulti", alla crudeltà della morte.
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