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| Off topic Su tutto e su niente - un modo di passare il tempo in buona compagnia... |
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Sunnywolf
Join Date: Feb 2006
Location: Autostrade per L'Italia
Posts: 4,234
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e la zecca Misha
Join Date: Feb 2006
Location: Trento
Posts: 9,262
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e la zecca Misha
Join Date: Feb 2006
Location: Trento
Posts: 9,262
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dal corriere della sera on line
L'avvocato della donna morta:«Anni di denunce inutili» Dopo la morte di Anna Maria Lotti avvenuta per mano del vicino di casa, l'avvocato delle due donne, Lisa Parrini, in lacrime ricorda le denunce che erano state fatte, spesso archiviate dalla procura SIGNA (FIRENZE) - Non era il primo agguato, non era la prima volta che Anna Maria Lotti e la figlia Eva, la prima, morta mercoledì sera dopo una serie di coltellate, la seconda in condizioni gravissime, subivano gli attacchi e le minacce di Giovacchino Sereni, il pensionato di 75 anni, condannato per stalking proprio in mattinata e che nel pomeriggio ha aggredito le due donne, uccidendo la madre, Anna Maria Lotti di 64 anni, e ferendo in maniera molto grave la figlia di 40 anni. L'avvocato delle due donne, Lisa Parrini, visibilmente scossa e in lacrime ricorda le denunce che erano state fatte, per cui la procura spesso aveva richiesto l'archiviazione. Ricorda le minacce e le persecuzioni. Dal 2007 le due donne si erano trasferite vicino alla casa dell'uomo e il dramma era cominciato. Prima con i cani: le due donne nel giardino, tenevano un meticcio maremmano e un dobermann, lui non li sopportava e tentò di avvelenarli. Poi, Sereni cercò di accoltellare il figlio della signora Lotti, aveva un fucile con il quale usciva di casa, tentava di infilzare i cani con una lancia che aveva costruito da solo. E tutti questi racconti erano finiti in denunce regolarmente presentate in procura, denunce per le quali il pm aveva chiesto l'archiviazione. Quando lanciò con una fionda un sasso contro Eva, colpendola alla mandibola, finalmente fu adottata la misura del divieto di avvicinarsi alle due donne: misura sempre violata dall'uomo. L'ultima segnalazione, spiega l'avvocato, è stata fatta 15 giorni fa. Adesso restano solo le lacrime dell'avvocato e quelle del fratello delle due donne: «Perchè, perché non ci hanno ascoltato prima, perchè quando le donne denunciano di essere in pericolo, vengono considerate moleste?». Anche il fratello Adamo è molto duro: «Tutti quelli che hanno sottovalutato il nostro problema e non hanno preso in considerazione le nostre denunce, sono tutti responsabili». L’avvocato Parrini ha parlato di 12 denunce. I dissapori fra i due nuclei familiari sorgono quasi subito generando «uno stato di ansia e di paura nelle due donne - dice ancora il legale - Inoltre poichè Eva Bigalli è psicologa, non le era sfuggito il potenziale di pericolo del loro stalker». Proprio a causa del vicino, le due donne erano seguite dal servizio psichiatrico pubblico. Contrasti erano sorti fra Sereni e la moglie anche con altri vicini: tra questi uno, accusato di far rumore spingendo un interruttore della luce, coibentò la parete per eliminare qualsiasi possibilità di discutere col vicino. Tra le numerose minacce fatte alle vicine, ce n’è una del 15 settembre scorso che sembra anticipatrice l’accoltellamento. Lo si legge in una querela che Anna Maria ha presentato contro il vicino. Quel giorno «Sereni e sua moglie Valeria, che si trovavano nel loro giardino - scrive la vittima - hanno cominciato a insultarmi e minacciarmi», usando parolacce e dicendo «la figlia non c’è, vi si ammazza tutte, vi si squarta tutte e due». Anche la moglie di Sereni, secondo la donna, avrebbe detto: «Lascia fare, tanto manca poco, manca poco e vedranno». Minacce che poi si sono attuate ieri. Anna Maria Lotti riparò in casa e dalla finestra vide che Sereni agitava un bastone giallo davanti al cancello dell’abitazione. «Mentre chiamavo i carabinieri di Signa - prosegue la denuncia - notavo che Sereni colpiva con il bastone uno dei miei cani uscita in giardino e che abbaiava a lui». La donna uscì a soccorrere il cane e Sereni «tentava attraverso il cancello di colpirla con il bastone». Poi arrivarono i carabinieri e Sereni smise di infastidire. Sempre in un’altra querela del 2010, Anna Maria Lotti racconta che il 31 maggio scorso venne aggredita verbalmente dal vicino che si lamentava dei cani. «Molto spaventata riusciì a scappare - scrive nella denuncia - e chiudere il cancello del giardino a chiave». Ma nel frattempo «la moglie del Sereni dal vialetto di casa istigava il marito e mi diceva: "Brutta str... schifosa, la faremo finita, ci state facendo impazzire con questa storia, troveremo il modo di farla finita"». Mentre raccontava questi fatti Anna Maria Lotti svenne per l’emozione nella caserma dei carabinieri di Signa. Due i cani nell’abitazione delle donne, che sembrano esser stati presi a pretesto dai Sereni per litigare. Con una confessione-lampo, durata circa mezz’ora, Gioacchino Sereni, 75 anni, ha confessato ieri sera al pm Tommaso Coletta di aver accoltellato le due vicine, uccidendo la madre e ferendo gravemente la figlia, per dissapori che duravano da tempo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Sereni - cui i carabinieri avevano tolto l’autorizzazione a detenere il fucile da caccia - era stato convinto dal cognato ad accompagnarlo in una battuta, nel pomeriggio, dopo che la mattina era stato condannato in tribunale per stalking. Un modo per distrarlo, secondo il parente. Ma quando Sereni, al ritorno, ha incrociato in strada le due donne, è scoppiato un litigio, sembra proprio sull’esito di un processo che madre e figlia, esasperate e impaurite dalle sue persecuzioni, fecero aprire contro di lui. Nella discussione Sereni all’improvviso ha estratto il coltello da caccia, che aveva con sè e che a suo dire si era portato per aiutare il cognato a pulire l’eventuale selvaggina catturata, e ha colpito le due donne con impeto. Poi è andato nella sua casa, a poca distanza, dove poco dopo lo hanno arrestato i carabinieri di Signa e dov’è stata trovata l’arma. Al pm Coletta, Sereni ha confermato i fatti, e i dissidi con le due vicine, rendendosi conto di aver fatto uno sbaglio, «una bischerata grossa», avrebbe detto. Ora è nel carcere di Sollicciano. Intanto, Eva Bigalli ha superato un difficile intervento chirurgico a cui è stata sottoposta nella notte all’ospedale di San Giovanni di Dio, dove è ricoverata. Le sue condizioni, pur stabilizzate dall’azione dei medici, rimangono tuttavia gravissime. È quanto si apprende da fonti sanitarie. Le coltellate hanno raggiunto la donna all’addome e al torace; sono stati colpiti organi e in particolare la lama avrebbe lacerato tessuti all’altezza del cuore. Sempre nella notte il magistrato di turno Tommaso Coletta ha interrogato nella caserma dei carabinieri di Signa, Giovacchino Sereni che dopo l’interrogatorio, è stato condotto in carcere. |
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#4 |
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Member
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poche parole: pena di morte SUBITO!
si libera la società da elementi dannosi, non si aggiungono inutili processi alle già intasate procure, si libera un posto in carcere e non si sperperano i soldi dei contribuenti. ... e affanc##o tutti quelli che sono contro la pena di morte, che li sorveglino e se li accudiscano loro a loro spese questi bastardi...
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Fabrizio & Oxy
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#5 |
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Senior Member
Join Date: Jan 2010
Location: Arezzo
Posts: 1,142
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Cani a parte, è vero che le forze dell'ordine, anche quando sollecitate, non fanno niente per impedire questi eventi!
Mi ricordo l'ex di una mia carissima amica (molto meno pericoloso eh!) che continuava a farsi trovare davanti a casa sua (dopo che lei l'aveva lasciato, lui era oppressivo e stava sfociando in violenza), i carabinieri furono allertati e "andarono a parlare". Il loro andare a parlare non risolse nulla, una volta seguì - me e la mia amica! - al bowling e poi fino a casa mia! Per fortuna sua non si fece vedere (specie a casa dei miei, non so mio padre quanto avrebbe gradito.... ). Per fortuna non era un tipo intrinsecamente pericoloso, era un debole di carattere, e bastò "poco" (ovvero la sottoscritta) per riuscire a convincerlo a smettere di rompere le balle. Però... aiuto dalle forze dell'ordine niente. (non parliamo della mamma di questa mia amica "oh poverino"... oh poverino una sega, ha dato un ceffone a tua figlia, succedesse a me il "poverino" si ritrova preso a calci nel sedere...) |
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#6 |
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Distinguished Member
Join Date: Jul 2008
Posts: 2,863
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Porca miseria che schifo, sono nauseata, il mondo è pieno di pazzi e le istituzioni spesso non aiutano le vittime. Credo per mancanza di leggi appropriate.
Io credo che me ne sarei andata vista la situazione, la mia casa non vale la vicinanza con un mostro. Sono veramente angosciata. |
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#7 | |
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Distinguished Member
Join Date: Jul 2008
Posts: 2,863
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Quote:
Mio marito per mesi un venerdi si e un venerdì no ha arrestato lo stesso marocchino, per contrabbando e resistenza a pubblico ufficiale, in C.so Buenos Aires a Milano. Alla fine non lo ha arrestato più perchè il soggetto in questione ha cambiato zona, e cheppalle, non poteva lavorare in santa pace |
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#8 |
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e la zecca Misha
Join Date: Feb 2006
Location: Trento
Posts: 9,262
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Assegno da 3,5 milioni al mese
MILANO - Veronica Lario resta ferma sulle sue posizioni. E cioè: continua a essere valida, per quanto la riguarda, la richiesta di un assegno di mantenimento di circa tre milioni e mezzo al mese. È questo il contenuto di una memoria integrativa depositata qualche giorno fa presso il Tribunale di Milano. In questo documento la quasi ex moglie del presidente del Consiglio ribadisce le richieste avanzate nell'ambito della causa di separazione con addebito nei confronti di Silvio Berlusconi. I contenuti della memoria integrativa sono trapelati ieri da Palazzo di giustizia, e hanno colto la stessa Lario di sorpresa. È stata la sua legale, Maria Cristina Morelli, a depositare il documento qualche giorno fa, in vista dell'udienza per la prosecuzione della causa nel merito fissata attorno alla metà di dicembre. Va detto che il deposito delle memorie integrativa è una sorta di atto «dovuto» ed è previsto dalla procedura civile in seguito al fallimento del tentativo di conciliazione tra il premier e la moglie. In questo caso, dopo che nel ricorso con addebito Veronica Lario aveva chiesto tre milioni e mezzo al mese (cifra giudicata «esorbitante» dalla controparte) e la villa di Macherio, lo scorso maggio davanti al giudice della nona sezione civile Gloria Servetti la coppia aveva raggiunto un accordo di massima: un assegno di 300 mila euro al mese per lei e l'usufrutto di villa Belvedere. A ciò si aggiungeva la messa a punto di una serie di dettagli economici per le spese della villa immersa nel verde della Brianza, che Veronica Lario ha contribuito ad arredare pezzo per pezzo, curandone con passione il restauro e l'organizzazione del giardino. Una residenza difficile da gestire e infatti proprio sulle spese di mantenimento sarebbero nati i problemi che hanno allontanato l'ipotesi di un accordo consensuale. Si sta parlando di una villa da 78 milioni di euro: 120 mila metri quadrati ai quali è stata aggiunta un'area di 286 mila metri quadrati. Per villa Belvedere il premier ha sborsato, negli ultimi dieci anni, circa 20,4 milioni. Una cifra enorme, colpa delle ristrutturazioni interne ed esterne. Solo di mobili sono stati spesi 683.658 mila euro in dieci anni. Per la sicurezza, poi, 487 mila euro l'anno. Proprio le spese di gestione sarebbero state quantificate dal premier in un milione e 800 mila euro al mese, offerta giudicata da Veronica Lario incongrua. E la mancata intesa su questo punto l'avrebbe spinta, circa un mese fa, a lasciare la villa di Macherio per trasferirsi in una dependance dell'Hotel de la Ville inserito nel Parco di Monza. Ora, con il deposito della memoria integrativa da parte di Veronica Lario, la separazione giudiziale prosegue anche se ci sono sempre i margini per trovare un nuovo accordo. |
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