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Off topic Su tutto e su niente - un modo di passare il tempo in buona compagnia...

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Old 24-04-2009, 16:30   #1
valentina
e la zecca Misha
 
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Default consigli di lettura (non di 4 zampe!)

anche se in questo periodo i libri che acquisto continuano ad accumularsi uno sopra l'altro per mancanza di tempo (((anche se prometto di leggerli e di solito, al massimo, durante l'estate mantengo sempre i miei propositi ))) ho avuto modo di rileggere ULTIMO GIRO DI GIOSTRA di tiziano terzani http://www.tizianoterzani.com/t-librogiostra.html



quando lo lessi mi colpì molto e cercai di centellinarlo per tutti gli insegnamenti in esso racchiusi.... ad ognuno di questi, cercavo sempre di riflettere approfonditamente sui concetti che stanno dietro alla nostra vta quotidiana e al senso della vita e delle azioni che svolgiamo .... ci misi davvero parecchio ma fu importante!
nella rilettura, invece, il "non pensare" mi ha permesso di scivolare nel viaggio e di sentirmi parte di quei paesaggi e di quei sentimenti forti....
terzani è sempre stato un reporter - uno scrittore superbo, ma in questo libro si è davvero superato
ve lo consiglio con il cuore!

ho avuto anche occasione di ri-ascoltare un'intervista barbarica fatta a folco - suo figlio - e devo ammettere che anche se completamente diverso dal padre, gli insegnamenti e la filosofia di base si riescono a percepire, di riflesso, anche nelle sue parole

http://www.la7.it/approfondimento/de...oni&video=5304
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Valentina & MISHA & ARES
valentina jest offline   Reply With Quote
Old 24-04-2009, 18:42   #2
Lang
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Grazie del consiglio! tanto per citare un'aforisma: nessun vascello c'è che, come un libro, possa portarci in contrade lontane.

Io ti consiglio invece un libro che ha a che fare di "quattro zampe", ma in un modo tutto particolare. Spero che ti piaccia qualora tu intenda acquistarlo.



http://www.ibs.it/code/9788804560579/jiang-rong/totem-del-lupo
Lang jest offline   Reply With Quote
Old 24-04-2009, 21:14   #3
Hayla
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Belli tutti e due!
Anch'io ricordo l'intervista a Folco...che personaggio !!! Ma Terzani mi ha aperto un mondo, anche dal punto di vista storiografico ...anzi, quasi quasi rileggo qualcosa
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Gaia, Andrea, Nicola e Hayla
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Old 21-10-2009, 23:44   #4
Earthlings
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"D’UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO"
di Amos Oz




C’è un villaggio sperduto tra i monti, isolato dal resto del mondo, grigio e triste, dominato da un silenzio innaturale.
Unico rumore il gorgoglio del fiume che scende dai boschi, o il vento che stormisce tra le fronde.
E il rumore dei catenacci che sprangano porte e finestre al calar della sera.
E’ un mondo di soli umani, perché gli animali, tutti, sono misteriosamente scomparsi.
E’ un mondo dominato dalla paura: paura del buio, paura del bosco e dei monti che circondano il paese, paura di Nehi, il demone del bosco che si aggira di notte tra le strade deserte.
E paura dell’altro quando è “diverso” da te.
Un mondo nel quale non c’è spazio per chi fa troppe domande.
Sul come e perché gli animali se ne siano andati dal villaggio la gente tace, preferisce non sapere, non ricordare.
Chi invece si strugge nei ricordo come Almon il pescatore che continua mattina e sera a fischiare al suo cane, o la maestra Emanuela che insegna ai bambini i versi degli animali, o Lilia la fornaia che sparge briciole di pane per uccellini che non ci sono più, viene considerato un po’ matto, emarginato, preso in giro, malato di “nitrillo”.
Così come chi vuol sapere la verità.
Maya e Mati, inoltrandosi nel bosco alla ricerca del mistero del villaggio, troveranno il luogo dove si sono rifugiati tutti gli animali: un giardino meraviglioso nel quale tutti si accettano e vivono in armonia.
Animali domestici e animali selvaggi, animali belli e animali brutti, animali simpatici e animali respinti dal comune immaginario.
Qui, nel bosco, Mati e Maya trovano anche: Nehi il demone e Nimi il bambino puledrino malato di “nitrillo”, che hanno imparato a parlare le lingue degli animali, semplici ed essenziali, prive di parole che feriscono.
Una favola rivolta ai bambini e agli adulti: la descrizione di una realtà triste sulla quale si proietta l’utopia di un mondo privo di aggressività e di violenza.


Che mondo sarebbe senza altra creatura al mondo oltre all’uomo?
Cosa può aver spinto tutte le creature animali a fuggire dal mondo degli esseri umani?
Che vita sarebbe una vita senza cani e gatti nelle case, senza uccelli tra gli alberi e senza pesci nelle acque?
Questa favola racconta il coraggio di due bambini, due amici che vogliono scoprire quale sia il misterioso segreto che gli adulti non vogliono svelare ai figli.

Mati e Maya vivono in un villaggio dove ormai è abitudine vivere senza fare domande sul passato, senza chiedere dove siano finite le creature di cui parla la maestra Emanuela nei suoi racconti.
Ma i due amici, a differenza degli altri bambini del villaggio, decidono di fare luce sul mistero della scomparsa degli animali, sulla malattia che ha colpito Nimi il Puledrino, sul misterioso nono albero che compare di notte e scompare all’alba, sul perché è severamente proibito uscire di casa dopo il tramonto, e soprattutto sul misterioso demone che rapisce chi si inoltra nel bosco nel cuore della notte.

Amos Oz dà voce alla maledizione di un anonimo paese, condannato all’assenza di vita animale, e, nei racconti della maestra Emanuela, nella follia della fornaia che distribuisce pane ad uccellini invisibili, nella solitudine del vecchio pescatore che parla agli alberi, nella emarginazione del "demone" del bosco, l’autore nasconde il barlume della speranza di poter ritrovare un giorno la serenità di un equilibrio fra le forme di vita del Pianeta.

"D’un tratto nel folto del bosco" è una favola "moderna", che insegna in una trama semplice ma ben articolata l’amore per la natura ma non solo: il rispetto per ciò che dalla massa viene considerato "diverso", la capacità di vedere la ricchezza in esso, e non solamente la non conformità al vivere della maggioranza.
Mette in luce come l’essere umano tenda ad allontanare da sé ciò che spaventa, piuttosto che affrontarlo, e come sia difficile uscire dal circolo dell’emarginazione quando ormai essa è radicata nell’animo.

"D’un tratto nel folto del bosco" è una favola per bambini per quasi tutto la durata del romanzo: a poche pagine dalla fine infatti il pensiero si appesantisce, forse troppo per essere "solamente" un breve romanzo per l’infanzia, e "troppo poco" per un lettore adulto.
Interessante è l’analisi della natura umana nelle sue debolezze e nei suoi lati più innocentemente meschini.
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