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Old 29-11-2008, 02:22   #81
Bonfiglioli
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Dopo aver letto le 4 pagine di questo argomento, tante cose le condivido, altre un po’ meno e in linea generale quanto detto da Arnaldo lo trovo giusto, anche quelle di Marco a cui faccio mille auguri e una pacca sulle spalle per il grande impegno. Il più grande atto d’amore è quello di far vivere da cane un cane…. (sembra quasi una cattiveria detta così, ma non lo è!)
Posso dire che in prima persona ho vissuto tutto questo, anche se non allo stadio estremo. Le mie sono “considerazioni” ed esperienze del vivere quotidiano.
Penso che il CANE LUPO cecoslovacco sia una razza particolare sotto certi punti di vista. La caratteristica della razza è di avere uno spiccato senso del branco e dell’unione di esso. Fu proprio a causa di questo che l’esperimento nella sua applicazione alla frontiera fallì, poiché il cane non si adattava a nessun altro se non al suo padrone, diverso atteggiamento invece hanno tantissime altre razze dedite al lavoro. Quindi diciamo che una forte dipendenza dal branco (famiglia e capobranco) è innata in lui, quasi un’esigenza. Con questo tipo di caratteristica, trovo che sia molto facile, se non gestita ed educata bene, scivolare nella patologia che in questa razza è molto presente. Errore di gestione o patologia FACILE DA SCATENARE in quanto vivono per il loro capobranco? La linea è talmente sottile….
Penso che se un cane arriva al punto di soffrire di ansia da separazione con disturbi ossessivo-compulsivi o autolesionistici debba essere aiutato da un programma attuato da un professionista che sia in grado non solo di dare un indirizzo di addestramento ri-educativo fatto da desensibilizzazione al problema, ma anche che sia in grado di capire e conoscere la mente del cane (leggasi comportamentista), magari avendo un supporto anche di un vet capace. Ovviamente entrambi devono conoscere la razza e non essere dei ciarlatani. Un aiuto, nel momento della desensibilizzazione, di un farmaco, solo ed esclusivamente in quei casi molto seri, per far si che il cane sia sereno e recepisca, e ciò che recepisce divenga poi abitudine e si radichi in lui, penso sia di grande aiuto. Stiamo parlando di cani malati, che non hanno l’uso della ragione umana. L’uomo usando la ragione potrebbe farne a meno.
In casa mia esistono i due esatti opposti.
Questo è il loro confronto, anche per non scoraggiare chi ha un cucciolo ora ma per spronarlo a lavorare in modo giusto.
OMBRA: arrivata a 47 gg. L’ho educata a stare da sola. Prima in casa fino a 5/6 mesi (distruggeva per noia), poi educata in box. E’ andato tutto perfettamente bene. Con lei non mi sembra di aver sbagliato e non soffre quando ci assentiamo, sa stare in box da sola, fa casino solo quando sente la nostra macchina che arriva. Sa stare in kennel perfettamente e dorme tranquilla tutto il tempo. L’ho abituata da subito a tutto questo, in modo graduale, un po’ alla volta.
FORREST: era un cane di allevamento, socializzato solo per le expò. E’ arrivato da noi a 2 anni e mezzo e non era mai entrato in una casa. Il suo tipo di branco era sempre stato quello di altri clc e non quello umano. Durante il primo anno, anno che mi è costato per rieducarlo alla vita, entrava con gioia in box come fosse la cosa più bella e importante, impazziva se Ombra si allontanava da lui. Era Ombra il suo cardine, il suo branco e non noi. In casa non era mai entrato e faticava a starci, la prima volta è stato davvero difficile. In quell’anno sicuramente ho portato la mia attenzione più su di lui che su di lei, sbagliando, ma l’affetto che mi faceva provare per il suo stato di smarrimento forse è stato eccessivo. Pian piano Forrest ha trovato un nuovo riferimento e per la prima volta ha avuto come cosa importante un branco umano. E da quel giorno è divenuto la mia ombra sottomettendosi incondizionatamente a me. Così pian piano senza che ce ne rendessimo conto ha iniziato ad odiare il box perché lo associava al fatto che noi lo lasciavamo per andare via al lavoro ed ha iniziato a essere sereno in casa, perché c’eravamo noi o nel kennel perché sapeva che era con noi. Gli episodi di ansia si fecero sentire con continui ululati, con salti fino a sbattere nel tetto del recinto per evadere fino ad arrivare poi a piegare le sbarre che sono fatte di tondini in acciaio tipo canile. Posso assicurarvi che quelle sbarre non le piego nemmeno io. Penso che se solo volessero avrebbero una mandibola di acciaio. Un giorno poi dalla disperazione riuscì a sradicare una sbarra, ad uscire per andare alla porta restando fermo a piangere. Il risultato di tutto è stata la rottura di due canini e di tanti altri denti.





Avevo messo un pannello per vedere meglio le sbarre piegate. Ne prendeva due insieme e le avvicinava con la forza della mandibola.


Dio solo sa come fa a non aver male…. E’ davvero uno strazio vederlo soffrire. Il problema sono io. Perché se lui è in casa, con Ombra, mio marito e mio figlio, ulula tutto il giorno, fino al mio ritorno. Avevo già raccontato che un giorno che era in casa, sentendomi arrivare con la macchina, è volato giù dal tetto del primo piano per venirmi incontro…..
Lui soffre. Non arriva al vomito, alle convulsioni, all’autolesionarsi, a fare feci….ma in compenso ulula a volte abbaia, ha il fiatone e distrugge le sbarre per uscire e andare a cercarmi.
Provai a fare una cura seguita dal vet di 3 mesi con Anxitane M & L. E’ un farmaco naturale il cui componente è un aminoacido contenuto nelle foglie del te verde. Un mutuo, ma non è servito a nulla. I fiori di Bach sono acqua. Nello stesso tempo adottai un comportamento diverso, dando una cadenza sempre uguale alle cose ed alle parole associate alle cose. Meno coccole al ritorno e quando si va via. E mi rendo conto quelle volte che per errore (siamo umani) lo accarezzo prima di andare via o gli parlo solo….che al ritorno trovo qualche sbarra piegata in più.
Ora tendo a fare le coccole quando decido io, ma non privandoli in modo assoluto.
Ombra nonostante sia con lui, non ha mutato il suo modo di essere, rimane tranquilla. Non è stata influenzata negativamente.
Posso dire che fino ai 4 anni di Ombra e 5 di Forrest, nessuno dei due veniva sul divano o sul lettone. Ed i problemi erano già presenti.
Ho iniziato a concedergli queste cose quando io lo volevo e se non gradivo il loro autoinvitarsi, li rimettevo giù senza problemi. Una volta che hanno ben chiaro il concetto di branco e gerarchia, non è stato un problema tutto questo.Entrambi sono le mie ombre, ma non per questo stanno sempre dove sono io. Se mi muovo allora mi vengono al fianco e vengono con me, ma se rimango seduta in cucina allora possono anche andarsene in sala. Di notte loro stanno per scelta al piano di sotto e noi di sopra, nelle camere.
Diciamo che il picco si è attenuato, e la distruttività che aveva prima un po’ è passata. Non è facile educare un cane adottato già adulto, tutti i suoi punti fermi vengono sradicati improvvisamente e per cercare di far si che il cane si leghi a te, fai errori in altro senso.
Lui era ed a volte è distruttivo per ansia, perché soffre, sperando che la patologia non vada oltre e divenga molto più pesante. Continuerò a desensibilizzarlo.
Il popolo italiano ha una cultura cinofila particolare, ossia abbiamo un modo di vivere il cane da componente della famiglia e poco da cane. Mi domando se non sia questo che fa male al clc e mi piacerebbe sapere se in altre nazioni è presente e con che gravità questo problema. Ad esempio ho sentito che i Ceki vivono il cane in altri termini. Molto più distaccati….da loro sarà presente questo problema?
Mi piacerebbe sapere come prosegue il tuo programma magari per prendere spunto, si ha sempre qualche cosa da imparare.
Cacchio sono stata più lunga di Arnaldo!!
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Alessandra
Presidente G.A.L.C. 2
www.ilcantodeilupi.com
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