premetto che NON sono un cacciatore, ma nemmeno un vegetariano... la morte di un essere vivente sia esso uomo o animale è sempre una cosa dolorosa, anche se talvolta "neccessaria".
Vi allego un piccolo contributo, senza voler dichiarare "dogmi" o certezze "assolute" semplicemente la riflessione di un opinionista relativa alla recente scomparsa di Mario Rigoni Stern, che sicuramente qualcuno di voi conoscerà!
...Il senso della Natura di Rigoni Stern è profondamente religioso. Vi è, nelle sue opere, una Religione della Natura che non è cristiana. È – questa sì – figlia della sua terra, delle sue genti, dei Cimbri che l’hanno preceduto e da cui discende, pagana nel senso che si accomuna a quella religiosità naturale praticata da tutti i popoli europei prima della cristianizzazione. La Natura in Rigoni Stern è prima di tutto divina nella sua Bellezza, e negli innumerevoli modi in cui la manifesta; è nutrice, poiché fornisce, a chi sa cercare ed ascoltare, cibo e riparo; è maestra, poiché insegna a sopravvivere, a superare le difficoltà, a comparare e adattare i suoi ritmi ai nostri; è spettacolo di armonia e di misura. Non è mai nemica. E anche quando può parere che lo sia, anche quando il gelo uccide i compagni, allora è perché noi ne abbiamo violato il regno e le regole. Altrimenti, spira in tutte le sue pagine un profondo misticismo dell’albero, del bosco e dell’animale, una religiosità panica che accomuna esseri umani, insetti, erbe, neve e vento, raccontando quell’unità perfetta e primigenia che abbiamo infranto e che siamo incapaci di ricostruire.
Così, il suo rapporto con la caccia è sciamanico. La caccia per Rigoni Stern non è quella stupida falcidie indiscriminata che è oggi, sterminatrice di ogni forma di vita selvatica e trionfo della potenza e della violenza. Il cacciatore di Rigoni Stern è il cacciatore del neolitico, è l’uomo dei boschi, è appunto lo Sciamano, colui che si fa bestia, traccia, usta, in un rapporto di stretta colleganza e ‘fratellanza’ con l’animale cacciato, che fornirà a lui ed alla sua famiglia cibo e nuove forze. Il suo cacciatore non odia, non prova rabbia, non agisce per desiderio di conquista: egli adempie un ciclo naturale, ‘necessario’, equilibrato e perfetto, che perciò diventa anche rito. L’ennesimo richiamo al Gran Cerchio che l’uomo ha spezzato, l’ennesima ‘lezione’ del Maestro.
Giuliano Corà. "
Rigoni Stern era un cacciatore che ho conosciuto personalmente e che stimavo come persona oltrechè come scrittore, ricordo che incontrando gli occhi di Grisa (che non conosceva come razza) ne rimase affascinato, vedendo in quei occhi quel mondo fatto di silenzi e crudeltà che solo la natura ancestrale può possedere... come personalmente ho conosciuto persone che non vanno a caccia ma che grazie ai loro comportamenti e abitudini ( a volte apparentemente banali ) uccidono ogni giorno animali...
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