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Lupi e Cani-lupi Tutto sui "fratelli" del clc...anche informazioni su altre razze "lupine": Saarloos, Lupo Italiano... |
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da "Il messaggero" del 01.11.06
Mercoledì 1 Novembre 2006 Chiudi di PIETRO BIZZONI RIETI Il ventre ... di PIETRO BIZZONI RIETI Il ventre squarciato dal cavo d’acciaio dei bracconieri di cinghiali, il lupo si è trascinato in pieno giorno fino alla porta della stalla dove venti fra mucche e vitelli hanno smesso all’istante di ruminare: dietro al grosso lupo sanguinante, i due grossi cani maremmani bianchi di guardia alla stalla non hanno nemmeno digrignato i denti. Hanno capito subito che da quell’animale non poteva arrivare alcun pericolo e l’hanno quasi scortato fino all’interno della stalla dove il lupo è crollato esausto sulla paglia. Alfredo e Gabriele Perilli, allevatori di Colli di Amatrice, sulle montagne dell’alto Reatino, si sono affacciati increduli alla porta: «Sembrava che quel lupo ci stesse aspettando. Era tutto assurdo: le mucche non erano spaventate. I nostri cani non avevano neanche tentato di saltargli addosso come dettava loro l’istinto: già più volte, qua attorno, hanno scacciato i lupi, non hanno paura neppure dei cinghiali da un quintale. E i lupi lo sanno, ma quella bestia allo stremo sembrava aver capito che solo gli uomini potevano salvarlo». Ancora emozionato il veterinario Palmerino Tilesi, che conosce bene i lupi: «L’ha letto Zanna Bianca? Ha presente Jack London? Ecco, siamo lì. Quando mai un lupo, anche in fin di vita, viene a chiedere aiuto all’uomo?» Facile capire che cosa è capitato a quel maschio di quattro anni: è finito in uno dei lacci che i criminali a caccia di cinghiali piazzano nella riserva dei monti della Laga, ma questa volta il cavo di acciaio, assicurato ad un albero, non ha imprigionato solo una zampa, che molti lupi non esitano a staccarsi a colpi di zanne, ma ha bloccato l’intero addome, come una cintura. Sono lacci micidiali: più si tira, più si stringono. E fanno strage anche di volpi e di daini. «Guardi spiega il veterinario chiamato sabato dai fratelli Perilli il lupo poteva fare forza su tutte le zampe, ma deve aver lottato almeno quattro giorni prima di riuscire non so proprio come a spezzare la parte di cavo legata all’albero. Intanto la fune d’acciaio gli era penetrata nelle carni fino al costato, procando la necrosi della ferita: l’ho trovata piena di larve di mosche. E poi la sua fierezza: stava per morire, ma ci guardava sempre negli occhi. Si è fatto fare le flebo e le medicazioni senza un guaito: pativa un dolore d’inferno, perché non ho potuto sedarlo per paura che il cuore non gli reggesse». Il giorno dopo le condizioni sono migliorate, è arrivata la Forestale che l’ha portato al Bioparco di Roma. «Ho appena telefonato diceva ieri il veterinario mi hanno detto che sta meglio e che dovrebbe cavarsela. Non so se potrà tornare in libertà, è troppo presto per dirlo: di miracolo ce n’è già stato uno». dal messaggero del 01.11.06 http://www.ilmessaggero.it/index.php...vis=G&ps=0&tt= A volte la natura ci fa piangere, a volte ci fa sorridere altre volte ci fa rimanere quasi increduli!!!!!! |
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