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Off topic Su tutto e su niente - un modo di passare il tempo in buona compagnia...

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Old 02-03-2009, 22:37   #1
BrunoeSimona
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Innanzi tutto vi ringrazio per l'interessante conversazione che è scaturita dai miei scritti; sono felice perché le domande offrono numerosi spunti di dialogo e di approfondimento (reciproci ovviamente).
Andiamo con ordine... e mi perdonerete la sintesi a causa della stanchezza e della difficoltà oggettiva di esprimere velocemente argomenti che andrebbero trattati con dovizia di particolari.
- Marco: non si può considerare “diverso” perché, come ogni razza, il clc ha una serie di particolarità specifiche. Resta di fatto una razza canina.
L'impressione generale, non la mia, è che questa razza sia stata sovradimensionata e paragonata impropriamente al lupo, o a una sorta di lupo domestico. Tutto qui (questo è quanto è emerso nella discussione con gli etologi italiani di cui vi parlavo).
Se hai l'occasione di andare in un centro s.a.s vedrai che molto del clc lo trovi nei PT da lavoro (soggetti spinti), comprese quelle particolarità che elenchi (lottatore, simulatore di caccia, carcasse etc).
- Rufus: intanto grazie per la competenza che, lo ripeto, è solo modesta passione. Per avere un quadro preciso non si può fare diagnosi senza “aver toccato con mano” (circostanze ambientali, emotive, di relazione, contestuali, etc). Chi lo fa, secondo me, è un superficiale che tende a minimizzare i fenomeni.
Il metodo di cui vi parlavo nel mio primo post si occupa proprio della risoluzione di queste due patologie e spero che vi possa tornare utile non appena sarà pubblicato. Quello che ho visto con i miei occhi è stato davvero molto interessante: femmina di Pitbull, 5 anni, aggressività intraspecifica riconosciuta. Meno di 10 minuti e tutto era alle spalle senza muovere un dito. La ripetizione delle fasi di lavoro diluite in una settimana (una seduta al giorno) ha estinto completamente il fenomeno. Paternità: un addestratore italiano.
- Arnaldo: l'aggressività da paura è tipica di soggetti insicuri, e quindi la si corregge dando fiducia al cane (facile a dirsi, ma molto complicato da spiegarsi in questa sede – ma magari con un po' di tempo in più proverò a spiegarla - promesso). Quella derivante dal dolore è ambigua dal momento che la percezione del dolore – e delle conseguenti reazioni ad esso – è molto diversa da quella umana. Difficile stabilire, quando si crede che entri in gioco, se questo tipo di aggressività sia attribuibile a questo fenomeno e non ad un atteggiamento di difesa al dolore
L'aggressività predatoria è riconducibile all'attività predatoria. Ci sono razze molto più spinte in questo senso dei clc (ad esempio i terrier).
L'aggressività intraspecifica in un ipotetico “branco di cani selvatici” ritengo sia da escludere, per il semplice fatto che ci troviamo di fronte ad animali sociali della stessa specie che fin dalla nascita devono fare i conti con le interazioni gerarchiche senza alcun minimo comportamento ambiguo (il cane non conosce ambiguità) di una terza figura (l'uomo) con cui sono costretti a relazionarsi.
Alla base dell'analisi del ricercatore di cui vi parlavo c'è proprio lo studio di questo fenomeno.
Credo che le relazioni tra uomo e cane siano da considerarsi interspecifiche, mentre nello “sviluppo delle capacità di comunicazione” tra uomo e cani credo che questi ultimi abbiano sviluppato maggiormente tale capacità. Non certo l'uomo.
- Questione predatore o opportunista: al cane, come tutti sapete, sono state interrotte con la selezione di 12.000 anni (accertati dai rinvenimenti archeologici) alcune sequenze che ne hanno fatto un animale da utilità per l'uomo. Per questo non si può parlare di predatore: mancano delle sequenze fondamentali che gli permettono di sopravvivere autonomamente per lunghi periodi (sto parlando dei cani attuali). Non dobbiamo confondere l'attività predatoria (ancestrale) con la capacità di sopravvivere e riprodursi a suon di predazioni ed in piena autonomia rispetto all'uomo.
L'incidenza delle predazioni di cane sulle greggi in Italia non è da attribuire infatti all'attività predatoria mirata al sostentamento (salvo rari casi), ma all'istinto predatorio: è un'altra cosa (di questi casi ce ne sono tanti e sono superiori alle predazioni di lupo).
A primo sguardo c'è un sistema infallibile per capire se a predare un gregge sia stato un cane o un lupo: scuoiando la vittima e osservando gli ematomi sul collo. Il cane, proprio per le sequenze interrotte (e non solo per quelle) lascia una serie di ematomi, a differenza del lupo che ne lascia uno/due.
Il canis lupus dingo e il canis lupus familiaris sono stati classificati come sottospecie del canis lupus, ma è pur vero che il dingo australiano è considerato a tutti gli effetti il lupo australiano (infatti è stato selezionato dalla natura, non dall'uomo).
- “Gruppo di appartenenza” e “dialetto etologico” mi riferivo alla relazione uomo-cane.
- La bellissima testimonianza fotografica di Francesco non è purtroppo esaustiva se la vogliamo proiettare come dato scientifico, il quale si basa su casistiche ampie e riconosciute sulla maggior parte dei soggetti di una specie. L'eccezione non fa la regola.
- La plasticità del lupo (credo volessi scrivere così WILUPI e non “elasticità”) è indubbiamente superiore a quella del cane. Il lupo ha dimostrato di riuscire a vivere per milioni di generazioni sia come opportunista che come predatore, mentre il cane non è in grado di arrivare autonomamente alle seconda/terza generazione in un ambiente naturale senza essere solo opportunista e solo in piccolissima parte predatore.
La particolarità di questa razza è senza dubbio quella di avere ancora qualcosa in comune con il suo antenato (rispetto ad altre razze lupoidi), ma già negli ibridi F1-2-3 si possono notare degli abissi caratteriali e comportamentali rispetto al clc.


Spero di aver risposto un po' a tutti voi. Mi scuso per l'enorme sintesi, ma ripeto: sono solo un appassionato di cani, non un esperto...e voi siete tosti!!! Belle domande e bella discussione; complimenti!


Un caro saluto,
Bruno
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Old 02-03-2009, 23:38   #2
elisa
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Ho conosciuto dei PT da lavoro (grigioni) e in effetti avevano molto in comune coi clc... distruttivi verso gli oggetti (stessa tendenza ad usare la bocca, il morso per giocare) vivaci, e l'aggressività non era inferiore. Con anche delle differenze: il clc spesso è più pauroso nei confronti di estranei, rumori forti, folla, traffico.. E' un pò più "selvatico", non tutti i soggetti, ma molti sì. E comunque più ansioso, in generale. Ma per fortuna sembra che queste caratteristiche ormai siano più rare rispetto ad anni fa (le mie clc hanno quasi 6 e 7 anni e queste paure purtroppo le hanno, chi ha paura di una cosa chi dell'altra..)
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Old 02-03-2009, 23:50   #3
NewtonMarabel
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non sono esperto nè di lupi nè di cani. posso solo portare la mia esperienza:
devo dire che il clc ha qualcosa di diverso, non è detto che sia positivo anzi sovente è negativo. Con il mio clc lavoro nel soccorso e devo dire che alcune volte il clc è talmente sopra le righe in ricerca da essere superiore a pt con ipo3 o comunque con addestramenti avanzati...perchè???
il grosso problema del clc nel soccorso è la docilità e la motivazione incostante. Ma quando "decide" di trovare il diperso non ha rivali: ricorre ad astuzie che nessun cane potrebbe mettere in atto. per non parlare della tempra fisica.
Ho anche un pt grigio con cui faccio UD quindi conosco un po' questo mondo. Il cane non deve quasi mai ragionare ma eseguire e per un clc questo è difficile.
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Ciao dalla banda: Roby, Ilaria, Newton(CLC), Marabel e Quila di Casa Derna:
http://www.pedigreedatabase.com/gsd/...ee/527573.html


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Old 03-03-2009, 00:28   #4
arnaldo_it
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Originally Posted by NewtonMarabel View Post
non sono esperto nè di lupi nè di cani. posso solo portare la mia esperienza:
devo dire che il clc ha qualcosa di diverso, non è detto che sia positivo anzi sovente è negativo. Con il mio clc lavoro nel soccorso e devo dire che alcune volte il clc è talmente sopra le righe in ricerca da essere superiore a pt con ipo3 o comunque con addestramenti avanzati...perchè???
il grosso problema del clc nel soccorso è la docilità e la motivazione incostante. Ma quando "decide" di trovare il diperso non ha rivali: ricorre ad astuzie che nessun cane potrebbe mettere in atto. per non parlare della tempra fisica.
Ho anche un pt grigio con cui faccio UD quindi conosco un po' questo mondo. Il cane non deve quasi mai ragionare ma eseguire e per un clc questo è difficile.
Roby, condivido il tuo pensiero come spesso accade da anni, ma da domani mi sa che dovrai cambiare foto, altrimenti diranno che addestri i cani a essere aggressivi!

Per quanto riguarda l'analisi da te fatta invece, come da sempre ripetiamo, entrano in gioco le doti caratteriali sia della razza che dell'individuo. Ma questo ovviamente vale per tutti i cani (cani e non lupi naturalmente)
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Arnaldo
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Old 03-03-2009, 01:22   #5
BrunoeSimona
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Per Arnaldo, scusandomi nuovamente per la sintesi e l'incapacità di quotare i post (devo ancora prenderci la mano).


- Per "dialetto etologico" si intende quella comunicazione verbale e non verbale che nasce e rimane nel gruppo di appartenenza (famiglia) del cane. Il tuo richiamo ed il mio sono diversi, esattamente come le ritualizzazioni, le forme di premio etc. Questo è il "dialetto etologico".


- Il metodo di cui parlavo è riferito ai cani - non ai lupi. Il convegno è stato organizzato per giugno 2009 vicino a Firenze. Saprò in ogni caso essere più preciso.

- Sulla situazine degli ibridi i dati parlano chiaro: la percentuale in Italia di ibridi è sotto il 5% - non giustifica uno sterminio.

- Per quanto riguarda il punto a cui tu facevi riferimento sull'aggressività ai pneumatici etc, penso che in parte tu abbia ragione, ma che sempre ha a che vedere con il periodo di socializzazione. Periodo in cui il cane deve essere messo di fronte in modo corretto alla moltitudine di stimoli che la quotidianità offre.

- Le due forme di aggressività a cui alludevi sono cose diverse. Bisogna capirsi cosa si intende per "aggressività". Partiamo dal concetto che si parli di "atto contro" qualcosa o individui della stessa specie. La ritualizzazione inibisce in parte le aggressività acute all'interno del branco, ma non hanno nulla a che vedere con la difesa di un territorio dove risiedono fonti primarie (cibo, acqua etc) per la sopravvivenza.

- non so chi fossero i comportamentisti maltrattati nel forum (sicuro che fosse questo? ma se i loro interventi fossero stati al pari dei tuoi, ne sarebbero uscite delle interessantissime discussioni, molto utili per tutti.

- Purtroppo sono sicuro. Proprio stamani ho ricevuto per fax dalla persona in questione le copie delle "arringhe". C'erano, tra l'altro, degli spunti anche più interessanti di questi, ma se da una parte si è preferito "ridurre in cenere" (termine forte ma calzante) una persona, c'è da dire che dall'altra, a mio avviso, non c'è stato il ridimensionamento dovuto.
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Old 03-03-2009, 09:44   #6
Hayla
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Magari il convegno e' questo, gia' pubblicizzato anche su altri forum

http://xoomer.virgilio.it/aieci/convegno.pdf
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Gaia, Andrea, Nicola e Hayla
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Old 03-03-2009, 11:09   #7
pongo
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Ciao" vorrei che mi spiegassi questi due punti, grazie in anticipo

Arnaldo: l'aggressività da paura è tipica di soggetti insicuri, e quindi la si corregge dando fiducia al cane (facile a dirsi, ma molto complicato da spiegarsi in questa sede – ma magari con un po' di tempo in più proverò a spiegarla - promesso). Quella derivante dal dolore è ambigua dal momento che la percezione del dolore – e delle conseguenti reazioni ad esso – è molto diversa da quella umana. Difficile stabilire, quando si crede che entri in gioco, se questo tipo di aggressività sia attribuibile a questo fenomeno e non ad un atteggiamento di difesa al dolore "

Mi interesserebbe molto questo punto non tanto sulla spiegazione dell'aggressivita' da paura o da dolore che e' evidente ma come si fa a fare si che il cane si fidi completamente di me appunto in queste due circostanze(immagino che il discorso sia complesso ma se si riesce ad avere qualche spunto....)





"- Per quanto riguarda il punto a cui tu facevi riferimento sull'aggressività ai pneumatici etc, penso che in parte tu abbia ragione, ma che sempre ha a che vedere con il periodo di socializzazione. Periodo in cui il cane deve essere messo di fronte in modo corretto alla moltitudine di stimoli che la quotidianità offre."

E qui devo smentirti, per la mia esperienza Ghost e' stato sottomosto a moltissimi stimoli da piccolo, macchine comprese eppure ha l'aggressivita' da pneumatici..... cosa scatta nella mente del cane?
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CLAUDIA e GHOST
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Old 03-03-2009, 11:34   #8
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Originally Posted by pongo View Post
E qui devo smentirti, per la mia esperienza Ghost e' stato sottomosto a moltissimi stimoli da piccolo, macchine comprese eppure ha l'aggressivita' da pneumatici..... cosa scatta nella mente del cane?
L'istinto predatorio che si compone di due parti: l'atto appetitivo e quello consumatorio.

Il cane, fatte salve le condizioni di patologie cerebrali, non è fesso al punto di confondere una lepre con un salamotto di iuta o uno pneumatico di una macchina in movimento.
Di fatto però il movimento innseca l'atto appetitivo (tecnica che si usa per migliorare il richiamo per esempio).

Su questo ci può stare una riflessione quasi filosofica: la preda è tale se scappa, altrimenti non è una preda.

Ho testato tra cuccioli, cuccioloni, adulti, non so più quanti cani e in pochi casi ho notato l'assenza totale dell'atto appetitivo sul feticcio (non uso galline o lepri ). Ci sono, ma non tantissimi. Più facile invece osservare la mancanza di quello consumatorio che porta ad afferrare il feticcio, innescare la combattività per tenerlo. Ecco questo si vede più raramente e dipende dalle razze. (sembrerà strano ma mediamente la dimostrano di più i whippet dei clc o altre razze)

Dunque l'istinto predatorio è quello che fa si che il cane insegua lo zimbello nel racing e coursing ,ma nelle razze levriere si usano anche le museruole perchè il rischio che si azzannino fra loro è molto elevato.

Di fatto non c'è molta differenza tra uno zimbello e la ruota di una macchina (mi dirai il senso del pericolo, ma questa è un'altra storia e i cani spesso sono davvero incoscienti e non a caso ci lasciano la pelle)
Oltretutto cercano sempre di afferrare l'appoggio a terra come per bloccare l'animale in fuga, quindi si vede chiaramente.

Da osservazioni fatte da più persone, addestratori o meno, ci sono cani che si:

1) attivano sui feticci e non sul vivo
2) attivano sul vivo e non sui feticci
3) attivano sempre
4) non si attivano mai


postilla: in utilità e difesa da gara, là dove non si usino queste leve combinate con la combattività, si segue la strada dell'aggressività, cosa che non ho mai praticato per scelta.
Viceversa nella difesa personale, civile come qualcuno la chiama, l'aggressività viene stimolati, modellata, incanalata: il cane si trova a vincere lo scontro col malintenzionato, lo fa scappare. Vien da sè che questo rinforza nel cane la sicurezza di sè dal momento che lui si percepisce efficace: se faccio così, quello scappa!
E' un tipo di addestramento molto tecnico, servono precise conoscenze e rispetto dei tempi. L'ho abbandonato anni fa, prima delle varie ordinanze, per scelta mia: non credo serva addestramento del genere se non i pochi casi, inoltre il controllo su cane deve essere elevatissimo perchè in certi frangenti lui fa quello per cui è addestrato...

tipo partita di calcio alla tv con amici, segna l'italia, tutti esultano, si abbracciano, si danno pacche amichevoli e il cane...

Siccome però chi legifera non sa queste cose (e forse non le sanne nemmeno i consiglieri), alla fine si fa prima a fare di tutta l'erba un fascio e vietare tutto no?
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Arnaldo

Last edited by arnaldo_it; 03-03-2009 at 11:37.
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Old 03-03-2009, 11:13   #9
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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
- Per "dialetto etologico" si intende quella comunicazione verbale e non verbale che nasce e rimane nel gruppo di appartenenza (famiglia) del cane. Il tuo richiamo ed il mio sono diversi, esattamente come le ritualizzazioni, le forme di premio etc. Questo è il "dialetto etologico".
Intendere come "dialetto" lo sviluppo di una particolare comunicazione verbale e posturale all'interno di una famiglia, è un concetto direi noto da tempo. Infatti è uno dei problemi che si trova ad affrontare un cane anziano che dovesse cambiare famiglia (per esempio nel caso in cui i padroni muoiano). Non è diverso da quanto succede alle persone anziane o a quelle che per diversi motivi hanno relativamente pochi contatti con quanto esiste fuori dalla famiglia/cascina/campanile ecc.
Se non erro anche le api a sud delle alpi parlano un dialetto diverso da quelle della baviera e quindi tra loro non riescono a comunicare.
Mi piaceva invece l'idea di un dialetto che spiegasse la capacità innata media di comunicare tra le due specie, pur mantenendo innegabili differenze.


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- Per quanto riguarda il punto a cui tu facevi riferimento sull'aggressività ai pneumatici etc, penso che in parte tu abbia ragione, ma che sempre ha a che vedere con il periodo di socializzazione. Periodo in cui il cane deve essere messo di fronte in modo corretto alla moltitudine di stimoli che la quotidianità offre.
su questa interpretazione resto in disaccordo, o meglio non sono d'accordo che la socializzazione elimini tutte le problematiche. Certo influisce pesantemente, ma dal mio punto di vista è una riduzione eccessiva.
Di condivisibile, c'è sicuramente l'importanza della socializzazione ovvero dell'esposizione ai diversi stimoli, soprattutto nelle prime settimane.
A questo aggiungo anche che le doti caratteriali possono comunque consentire un margine di recupero notevole (proprio nella visione dell'impregnazione piuttosto che dell'imprinting rigido)



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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
- Le due forme di aggressività a cui alludevi sono cose diverse. Bisogna capirsi cosa si intende per "aggressività". Partiamo dal concetto che si parli di "atto contro" qualcosa o individui della stessa specie. La ritualizzazione inibisce in parte le aggressività acute all'interno del branco, ma non hanno nulla a che vedere con la difesa di un territorio dove risiedono fonti primarie (cibo, acqua etc) per la sopravvivenza.
In ogni caso di sempre di aggressività si tratta. In un caso soprattutto ritualizzata altrimenti - uso un linguaggio non scientifico, lo so, ma per chiarire come la vedo credo vada bene - a legnarsi di brutto porta probabilmente a fare come Highlander: ne resterà soltanto uno
Il che non è intrinsecamente possibile data la natura del lupo che non sarebbe tale se... fosse diverso... ovvero se si comportasse da orso o grande felino o comunque da animale non sociale.
Nell'altro caso invece si tratta di eliminazione della concorrenza nel controllo e gestione delle risorse disponibili.

Non sono esperto di lupi, ma a proposito del territorio, mi viene in mente il libro di diversi anni fa, "mai gridare al lupo" di farley mowat, là dove descrive il rito della marcatura del territorio su un masso lungo il sentiero quotidianamente percorso dai lupi che sapevano perfettamente della sua presenza. Un giorno durante l'assenza dei lupi marcò a sua volta il territorio sul masso. Tornando il lupo si bloccò, annusò, marcò dall'altra parte e da quel giorno girò intorno al masso. Seppur minima, c'era stata un'invasione del territorio e il confine leggermente ritoccato.

(mi scuso se è un po' fuori tema, ma mi è venuto in mente a proposito degli sconfinamenti che evidentemente devono essere di entità maggiore)
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Arnaldo
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Old 03-03-2009, 00:24   #10
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Bruno grazie nuovamente per il tuo post; peccato la distanza perchè credo sarebbe molto interesante confrontare le idee con te di persona. Sicuramente ci sono dei passaggi interessanti che suonano come novità, tipo questo:

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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
Il metodo di cui vi parlavo nel mio primo post si occupa proprio della risoluzione di queste due patologie e spero che vi possa tornare utile non appena sarà pubblicato. Quello che ho visto con i miei occhi è stato davvero molto interessante: femmina di Pitbull, 5 anni, aggressività intraspecifica riconosciuta. Meno di 10 minuti e tutto era alle spalle senza muovere un dito. La ripetizione delle fasi di lavoro diluite in una settimana (una seduta al giorno) ha estinto completamente il fenomeno. Paternità: un addestratore italiano.
Ovviamente aspetto di poter conoscere i risultati di questo studio, per meglio capire la portata del fatto, perchè di risoluzioni di problemi del genere ne conosco, quello che mi interessa oltre che il metodo, è come dire, la misura della cosa. (per la precisione, per quanto affascinato dai lupi, loro stanno bene nella natura, ma a me interessano le dinamiche coi cani e le problematiche relative)

Nei casi successivi:
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- Arnaldo: l'aggressività da paura è tipica di soggetti insicuri, e quindi la si corregge dando fiducia al cane (facile a dirsi, ma molto complicato da spiegarsi in questa sede – ma magari con un po' di tempo in più proverò a spiegarla - promesso). Quella derivante dal dolore è ambigua dal momento che la percezione del dolore – e delle conseguenti reazioni ad esso – è molto diversa da quella umana. Difficile stabilire, quando si crede che entri in gioco, se questo tipo di aggressività sia attribuibile a questo fenomeno e non ad un atteggiamento di difesa al dolore
L'aggressività predatoria è riconducibile all'attività predatoria. Ci sono razze molto più spinte in questo senso dei clc (ad esempio i terrier).
Perfettamente d'accordo sulle definizioni, però si tratta pur sempre di casi di aggressività coi quali fare i conti; è questo che intendevo.
Per quella predatoria, è ben nota l'anomalia per la quale il cane insegue non solo podisti ma anche ciclisti, motociclisti e autoveicoli cercando in particolare di azzannare le ruote.
Sono dell'idea che il cane sappia perfettamente che una moto non è un selvatico, così come riconosca la differenza tra un uomo e un cane, però qualcosa nella sua testa in quel momento non funziona come ci si aspetterebbe. Che ne pensi?


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L'aggressività intraspecifica in un ipotetico “branco di cani selvatici” ritengo sia da escludere, per il semplice fatto che ci troviamo di fronte ad animali sociali della stessa specie che fin dalla nascita devono fare i conti con le interazioni gerarchiche senza alcun minimo comportamento ambiguo (il cane non conosce ambiguità) di una terza figura (l'uomo) con cui sono costretti a relazionarsi.
Alla base dell'analisi del ricercatore di cui vi parlavo c'è proprio lo studio di questo fenomeno.
Non ti nascondo che questo è il passaggio che mi lascia dei punti interrogativi; se ho ben capito la causa dell'aggressività risiederebbe nella presenza ambigua dell'uomo, mentre in sua assenza questa non esisterebbe - nemmeno ritualizzata, mi vien da chiedere -
Converrai che un tale concetto non è certo quanto normalmente da qualunque parte viene asserito e descritto.
L'uccisione di un lupo che sconfina in territorio di altro branco, a questo punto come si configura? o le lotte all'interno del branco? (non sono e non mi ritengo un esperto di lupi per carità, mi limito a ciò che più o meno tutti sanno per letture o filmati)

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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
Non dobbiamo confondere l'attività predatoria (ancestrale) con la capacità di sopravvivere e riprodursi a suon di predazioni ed in piena autonomia rispetto all'uomo.
L'incidenza delle predazioni di cane sulle greggi in Italia non è da attribuire infatti all'attività predatoria mirata al sostentamento (salvo rari casi), ma all'istinto predatorio: è un'altra cosa (di questi casi ce ne sono tanti e sono superiori alle predazioni di lupo).
Adesso mi è più chiaro quello che intendevi


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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
- “Gruppo di appartenenza” e “dialetto etologico” mi riferivo alla relazione uomo-cane.
Dialetto etologico mi piace molto. Esprime molto bene in che modo le due specie riescano a comunicare molto meglio di altre. Fa pensare all'origine comune della lingua o comunque a delle importanti contaminazioni dell'una nell'altra. E al tempo stesso consente il distinguo necessario.


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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
- La bellissima testimonianza fotografica di Francesco non è purtroppo esaustiva se la vogliamo proiettare come dato scientifico, il quale si basa su casistiche ampie e riconosciute sulla maggior parte dei soggetti di una specie. L'eccezione non fa la regola.
Qui siamo un po' su una sottile linea di confine. Non so se ti occupavi già di questa razza alcuni anni fa, quando dal prof Boitani e collaboratori, vennero molti dubbi e preoccupazioni.
Alcuni amici di questo forum si interessarono abbastanza approfonditamente alla vicenda seguendola meglio di me.
Credo comunque di ricordare abbastanza correttamente che le loro preoccupazioni derivassero dal fatto che il comportamento di questi cani è talmente vicino a quello dei lupi, che se allevati male, in modo massiccio e abbandonati sull'appennino al pari di tanti cani di moda, avrebbero potuto generare un disastro nella popolazione autoctona dei lupi incrociandosi con loro e quindi ibridando ciò che è frutto di un lento recupero.
(Kika, Anto, Francesco, Ruggero, Emiliano e altri, potranno sicuramente dirti meglio).
Tale corrente di pensiero auspicava l'eliminazione della razza, peraltro già vietata in norvegia e regno unito perchè considerata ibrida.
In scandinavia e UK si sta allevando il tamaskan dog, in cui escludono sangue di lupo, ma morfologicamente in parecchi soggetti assomiglia molto al nostro clc. Mi piacerebbe molto osservarli da vicino ovviamente


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Originally Posted by BrunoeSimona View Post
il cane non è in grado di arrivare autonomamente alle seconda/terza generazione in un ambiente naturale senza essere solo opportunista e solo in piccolissima parte predatore.
Questo aspetto non lo conoscevo e ti ringrazio per averlo scritto.



ps
non so chi fossero i comportamentisti maltrattati nel forum (sicuro che fosse questo? ) ma se i loro interventi fossero stati al pari dei tuoi, ne sarebbero uscite delle interessantissime discussioni, molto utili per tutti.
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Arnaldo
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