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Old 15-10-2010, 08:04   #1
valentina
e la zecca Misha
 
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Default tutto questo iniziato per il fastidio dei cani ????? parliamo di buoni vicini allora!

dal corriere della sera on line

L'avvocato della donna morta:«Anni di denunce inutili»
Dopo la morte di Anna Maria Lotti avvenuta per mano del vicino di casa, l'avvocato delle due donne, Lisa Parrini, in lacrime ricorda le denunce che erano state fatte, spesso archiviate dalla procura

SIGNA (FIRENZE) - Non era il primo agguato, non era la prima volta che Anna Maria Lotti e la figlia Eva, la prima, morta mercoledì sera dopo una serie di coltellate, la seconda in condizioni gravissime, subivano gli attacchi e le minacce di Giovacchino Sereni, il pensionato di 75 anni, condannato per stalking proprio in mattinata e che nel pomeriggio ha aggredito le due donne, uccidendo la madre, Anna Maria Lotti di 64 anni, e ferendo in maniera molto grave la figlia di 40 anni.

L'avvocato delle due donne, Lisa Parrini, visibilmente scossa e in lacrime ricorda le denunce che erano state fatte, per cui la procura spesso aveva richiesto l'archiviazione. Ricorda le minacce e le persecuzioni. Dal 2007 le due donne si erano trasferite vicino alla casa dell'uomo e il dramma era cominciato. Prima con i cani: le due donne nel giardino, tenevano un meticcio maremmano e un dobermann, lui non li sopportava e tentò di avvelenarli. Poi, Sereni cercò di accoltellare il figlio della signora Lotti, aveva un fucile con il quale usciva di casa, tentava di infilzare i cani con una lancia che aveva costruito da solo.

E tutti questi racconti erano finiti in denunce regolarmente presentate in procura, denunce per le quali il pm aveva chiesto l'archiviazione. Quando lanciò con una fionda un sasso contro Eva, colpendola alla mandibola, finalmente fu adottata la misura del divieto di avvicinarsi alle due donne: misura sempre violata dall'uomo. L'ultima segnalazione, spiega l'avvocato, è stata fatta 15 giorni fa. Adesso restano solo le lacrime dell'avvocato e quelle del fratello delle due donne: «Perchè, perché non ci hanno ascoltato prima, perchè quando le donne denunciano di essere in pericolo, vengono considerate moleste?». Anche il fratello Adamo è molto duro: «Tutti quelli che hanno sottovalutato il nostro problema e non hanno preso in considerazione le nostre denunce, sono tutti responsabili».

L’avvocato Parrini ha parlato di 12 denunce. I dissapori fra i due nuclei familiari sorgono quasi subito generando «uno stato di ansia e di paura nelle due donne - dice ancora il legale - Inoltre poichè Eva Bigalli è psicologa, non le era sfuggito il potenziale di pericolo del loro stalker». Proprio a causa del vicino, le due donne erano seguite dal servizio psichiatrico pubblico. Contrasti erano sorti fra Sereni e la moglie anche con altri vicini: tra questi uno, accusato di far rumore spingendo un interruttore della luce, coibentò la parete per eliminare qualsiasi possibilità di discutere col vicino.
Tra le numerose minacce fatte alle vicine, ce n’è una del 15 settembre scorso che sembra anticipatrice l’accoltellamento. Lo si legge in una querela che Anna Maria ha presentato contro il vicino. Quel giorno «Sereni e sua moglie Valeria, che si trovavano nel loro giardino - scrive la vittima - hanno cominciato a insultarmi e minacciarmi», usando parolacce e dicendo «la figlia non c’è, vi si ammazza tutte, vi si squarta tutte e due». Anche la moglie di Sereni, secondo la donna, avrebbe detto: «Lascia fare, tanto manca poco, manca poco e vedranno». Minacce che poi si sono attuate ieri. Anna Maria Lotti riparò in casa e dalla finestra vide che Sereni agitava un bastone giallo davanti al cancello dell’abitazione. «Mentre chiamavo i carabinieri di Signa - prosegue la denuncia - notavo che Sereni colpiva con il bastone uno dei miei cani uscita in giardino e che abbaiava a lui». La donna uscì a soccorrere il cane e Sereni «tentava attraverso il cancello di colpirla con il bastone». Poi arrivarono i carabinieri e Sereni smise di infastidire. Sempre in un’altra querela del 2010, Anna Maria Lotti racconta che il 31 maggio scorso venne aggredita verbalmente dal vicino che si lamentava dei cani. «Molto spaventata riusciì a scappare - scrive nella denuncia - e chiudere il cancello del giardino a chiave». Ma nel frattempo «la moglie del Sereni dal vialetto di casa istigava il marito e mi diceva: "Brutta str... schifosa, la faremo finita, ci state facendo impazzire con questa storia, troveremo il modo di farla finita"». Mentre raccontava questi fatti Anna Maria Lotti svenne per l’emozione nella caserma dei carabinieri di Signa. Due i cani nell’abitazione delle donne, che sembrano esser stati presi a pretesto dai Sereni per litigare.

Con una confessione-lampo, durata circa mezz’ora, Gioacchino Sereni, 75 anni, ha confessato ieri sera al pm Tommaso Coletta di aver accoltellato le due vicine, uccidendo la madre e ferendo gravemente la figlia, per dissapori che duravano da tempo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Sereni - cui i carabinieri avevano tolto l’autorizzazione a detenere il fucile da caccia - era stato convinto dal cognato ad accompagnarlo in una battuta, nel pomeriggio, dopo che la mattina era stato condannato in tribunale per stalking. Un modo per distrarlo, secondo il parente. Ma quando Sereni, al ritorno, ha incrociato in strada le due donne, è scoppiato un litigio, sembra proprio sull’esito di un processo che madre e figlia, esasperate e impaurite dalle sue persecuzioni, fecero aprire contro di lui.

Nella discussione Sereni all’improvviso ha estratto il coltello da caccia, che aveva con sè e che a suo dire si era portato per aiutare il cognato a pulire l’eventuale selvaggina catturata, e ha colpito le due donne con impeto. Poi è andato nella sua casa, a poca distanza, dove poco dopo lo hanno arrestato i carabinieri di Signa e dov’è stata trovata l’arma. Al pm Coletta, Sereni ha confermato i fatti, e i dissidi con le due vicine, rendendosi conto di aver fatto uno sbaglio, «una bischerata grossa», avrebbe detto. Ora è nel carcere di Sollicciano.

Intanto, Eva Bigalli ha superato un difficile intervento chirurgico a cui è stata sottoposta nella notte all’ospedale di San Giovanni di Dio, dove è ricoverata. Le sue condizioni, pur stabilizzate dall’azione dei medici, rimangono tuttavia gravissime. È quanto si apprende da fonti sanitarie. Le coltellate hanno raggiunto la donna all’addome e al torace; sono stati colpiti organi e in particolare la lama avrebbe lacerato tessuti all’altezza del cuore. Sempre nella notte il magistrato di turno Tommaso Coletta ha interrogato nella caserma dei carabinieri di Signa, Giovacchino Sereni che dopo l’interrogatorio, è stato condotto in carcere.
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Valentina & MISHA & ARES
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Old 15-10-2010, 10:29   #2
oxy
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poche parole: pena di morte SUBITO!

si libera la società da elementi dannosi, non si aggiungono inutili processi alle già intasate procure, si libera un posto in carcere e non si sperperano i soldi dei contribuenti.
... e affanc##o tutti quelli che sono contro la pena di morte, che li sorveglino e se li accudiscano loro a loro spese questi bastardi...
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Old 15-10-2010, 10:39   #3
Enid Black
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Cani a parte, è vero che le forze dell'ordine, anche quando sollecitate, non fanno niente per impedire questi eventi!
Mi ricordo l'ex di una mia carissima amica (molto meno pericoloso eh!) che continuava a farsi trovare davanti a casa sua (dopo che lei l'aveva lasciato, lui era oppressivo e stava sfociando in violenza), i carabinieri furono allertati e "andarono a parlare". Il loro andare a parlare non risolse nulla, una volta seguì - me e la mia amica! - al bowling e poi fino a casa mia! Per fortuna sua non si fece vedere (specie a casa dei miei, non so mio padre quanto avrebbe gradito.... ).

Per fortuna non era un tipo intrinsecamente pericoloso, era un debole di carattere, e bastò "poco" (ovvero la sottoscritta) per riuscire a convincerlo a smettere di rompere le balle. Però... aiuto dalle forze dell'ordine niente. (non parliamo della mamma di questa mia amica "oh poverino"... oh poverino una sega, ha dato un ceffone a tua figlia, succedesse a me il "poverino" si ritrova preso a calci nel sedere...)
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Enid Black, Gianni, Spettro and Kira


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Old 15-10-2010, 11:12   #4
Sirius
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Porca miseria che schifo, sono nauseata, il mondo è pieno di pazzi e le istituzioni spesso non aiutano le vittime. Credo per mancanza di leggi appropriate.
Io credo che me ne sarei andata vista la situazione, la mia casa non vale la vicinanza con un mostro.

Sono veramente angosciata.
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Old 15-10-2010, 11:19   #5
Sirius
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Originally Posted by Enid Black View Post
Cani a parte, è vero che le forze dell'ordine, anche quando sollecitate, non fanno niente per impedire questi eventi!
questo non è vero, intervengono, li portano dentro, poi i magistrati non convalidano il fermo. Poi li riprendono, li riportano dentro e il magistrato non convalida il fermo. Non chiedetemi perchè.

Mio marito per mesi un venerdi si e un venerdì no ha arrestato lo stesso marocchino, per contrabbando e resistenza a pubblico ufficiale, in C.so Buenos Aires a Milano. Alla fine non lo ha arrestato più perchè il soggetto in questione ha cambiato zona, e cheppalle, non poteva lavorare in santa pace
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Old 21-10-2010, 15:58   #6
valentina
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Assegno da 3,5 milioni al mese

MILANO - Veronica Lario resta ferma sulle sue posizioni. E cioè: continua a essere valida, per quanto la riguarda, la richiesta di un assegno di mantenimento di circa tre milioni e mezzo al mese. È questo il contenuto di una memoria integrativa depositata qualche giorno fa presso il Tribunale di Milano. In questo documento la quasi ex moglie del presidente del Consiglio ribadisce le richieste avanzate nell'ambito della causa di separazione con addebito nei confronti di Silvio Berlusconi.
I contenuti della memoria integrativa sono trapelati ieri da Palazzo di giustizia, e hanno colto la stessa Lario di sorpresa.
È stata la sua legale, Maria Cristina Morelli, a depositare il documento qualche giorno fa, in vista dell'udienza per la prosecuzione della causa nel merito fissata attorno alla metà di dicembre. Va detto che il deposito delle memorie integrativa è una sorta di atto «dovuto» ed è previsto dalla procedura civile in seguito al fallimento del tentativo di conciliazione tra il premier e la moglie.
In questo caso, dopo che nel ricorso con addebito Veronica Lario aveva chiesto tre milioni e mezzo al mese (cifra giudicata «esorbitante» dalla controparte) e la villa di Macherio, lo scorso maggio davanti al giudice della nona sezione civile Gloria Servetti la coppia aveva raggiunto un accordo di massima: un assegno di 300 mila euro al mese per lei e l'usufrutto di villa Belvedere.

A ciò si aggiungeva la messa a punto di una serie di dettagli economici per le spese della villa immersa nel verde della Brianza, che Veronica Lario ha contribuito ad arredare pezzo per pezzo, curandone con passione il restauro e l'organizzazione del giardino. Una residenza difficile da gestire e infatti proprio sulle spese di mantenimento sarebbero nati i problemi che hanno allontanato l'ipotesi di un accordo consensuale. Si sta parlando di una villa da 78 milioni di euro: 120 mila metri quadrati ai quali è stata aggiunta un'area di 286 mila metri quadrati. Per villa Belvedere il premier ha sborsato, negli ultimi dieci anni, circa 20,4 milioni. Una cifra enorme, colpa delle ristrutturazioni interne ed esterne. Solo di mobili sono stati spesi 683.658 mila euro in dieci anni. Per la sicurezza, poi, 487 mila euro l'anno. Proprio le spese di gestione sarebbero state quantificate dal premier in un milione e 800 mila euro al mese, offerta giudicata da Veronica Lario incongrua. E la mancata intesa su questo punto l'avrebbe spinta, circa un mese fa, a lasciare la villa di Macherio per trasferirsi in una dependance dell'Hotel de la Ville inserito nel Parco di Monza.
Ora, con il deposito della memoria integrativa da parte di Veronica Lario, la separazione giudiziale prosegue anche se ci sono sempre i margini per trovare un nuovo accordo.
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Old 21-10-2010, 15:59   #7
valentina
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Soffre di mal d'orecchio per 33 anni, aveva un dente nel canale uditivo
Un ex minatore inglese: «Nessuno capiva le cause del mio dolore, finché ho deciso di fare un ultimo tentativo»
MILANO - Trentatre anni con infezioni e dolori lancinanti a un orecchio, il destro, fino a una diagnosi che ha dell'incredibile: un dente da latte incastrato nel canale uditivo, che lo ha in parte danneggiato. «Sono stato afflitto dal mal d'orecchio da quando avevo 14 anni - ha detto Stephen Hirst, ex minatore inglese di 47 anni -. Il dolore non se ne andava e non riuscivo a concentrarmi. Nessuno riusciva a capire le cause del mio dolore, finché un giorno ho deciso di fare un ultimo tentativo e ho prenotato un appuntamento presso l'ospedale Royal Hallamshire a Sheffield». Dopo tanti anni i medici hanno trovato un dentino da latte incastrato nell'orecchio, ma non sono riusciti a capire come ci sia finito. Hirst, che ha due figli, ha lasciato il lavoro di minatore 15 anni fa per le sue condizioni di salute: «Faccio fatica a sentire dall'orecchio destro - ha spiegato l'uomo al Daily Mail -, il timpano si è distrutto».
CADUTA DA BAMBINO - Potrebbe essere sarebbe stata una caduta da bambino a far incastrare il dente nel canale uditivo: «In effetti una volta ebbi una brutta caduta a scuola, quando scivolai tra due banchi urtando a terra proprio la parte destra del volto». Il mal d'orecchio, che ha tolto all'uomo parte dell'udito, è iniziato quando Hirst era teenager. «Non riuscivo a concentrarmi - racconta -, a condurre una vita normale. Nessuno, tuttavia, riusciva a capirne le cause. Ho perso il conto del numero di visite alle quali mi sono sottoposto. Non so perché, ma nessuno è riuscito mai a scovare la presenza di questo dente da latte nel canale uditivo. Perché il dente non sia stato visto tanti anni fa non lo saprò mai, sono solo grato al personale ospedaliero. Meglio tardi che mai»
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Old 21-10-2010, 16:44   #8
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Dichiarata morta, «risuscita» dopo 14 ore

MILANO - «Mi sento molto meglio. Ho dormito molto bene». Sono state queste le prime parole di Lydia Paillard, dopo un sonno lungo 14 ore. Fin qui nulla di strano, se non fosse che la 60enne, ricoverata in un ospedale di Bordeaux, in quel lasso di tempo era stata dichiarata clinicamente morta e i medici che l'hanno in cura avevano giù chiesto ai familiari il permesso di staccare la spina.

LA STORIA - La Paillard era entrata in una clinica di Bordeaux per una seduta di chemioterapia quando all'improvviso è svenuta è non ha più dato segni di vita. Poco prima aveva assunto pillole e il personale le aveva inserito una flebo nel braccio con un medicinale per prevenire il vomito. Un medico ha descritto la scena del risveglio della donna. «Siamo stati al suo capezzale quando all'improvviso ha aperto gli occhi, si è seduta sul letto e ha detto: Mi sento molto meglio. Ho dormito molto bene». Uno dei due figli della donna, Serge Paillard, ha aggiunto che in ospedale il personale aveva chiesto alla famiglia il permesso di spegnere le macchine che tenevano in vita la madre. «È stata una richiesta terribile quella che hanno fatto i medici - ha spiegato -. Naturalmente siamo contenti che mia madre sia viva ma abbiamo bisogno di una spiegazione dettagliata di come questo sia potuto accadere». La signora Paillard ha dichiarato che ricorda che si è sentita poco bene dopo aver ricevuto l'iniezione per prevenire il vomito. Il dottor Yves Noel, direttore  del policlinico di Bordeaux, ha riferito dal canto suo che la paziente potrebbe aver avuto un attacco epilettico che ha provocato un quadro clinico molto simile a quello di un decesso. «I nostri medici più esperti l'hanno esaminata attentamente e tutti l'avevano dichiarata clinicamente morta. Si tratta di un evento estremamente raro».
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Valentina & MISHA & ARES
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