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Lupi e Cani-lupi Tutto sui "fratelli" del clc...anche informazioni su altre razze "lupine": Saarloos, Lupo Italiano...

 
 
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Old 23-04-2008, 23:28   #1
riko06
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Default Lupa morta per boccone avvelenato

Mi dispiace aprire questo thread, ma purtroppo da diverso tempo, soprattutto negli ultimi anni, qui in Romagna è dilagata la mania dei bocconi avvelenati e sono in molti, qui nelle nostre zone, che cercano di tenere alla luce questo problema che, regolarmente, fa notizia per un pò e poi, si ritorna ad ignorarlo.
L'ultima novità riguarda una lupa trovata morta il 19 aprile a causa (appunto) dei bocconi avvelenati.
Di seguito vi riporto l'articolo uscito in data di oggi sul "Resto del Carlino" di Forlì.

UN LUPO E TRE CANI UCCISI DA BOCCONI AVVELENATI

Tornano purtroppo a Santa Sofia i bocconi avvelenati con il triste strascico di animali morti. Ben tre cani e, addirittura, un lupo, sono state le vittime di una pratica barbara che già nel passato aveva fatto numerose vittime tra i più fedeli amici dell’uomo anche nelle vie periferiche del paese. A differenza però di San Piero in Bagno dove le denunce sono state 52 nel 2007, a Santa Sofia, salvo rari casi, i fatti non vengono denunciati ragione per cui gli autori dei misfatti continuano a dormire sonni tranquilli senza la paura di indagini serrate e costanti da parte delle forze dell’ordine.
L’area presa di mira è stata quella del campo addestramento cani vicino all’azienda agrituristica Sant’Umberto, posta lungo la provinciale che staccandosi dalla spinellese raggiunge il Passo del Carnaio. Nel campo addestramento cani di una quarantina di ettari, gestito da una ventina di cacciatori di Santa Sofia, prima è morto un setter inglese da ferma di proprietà di Marco Sabatini colpito da un boccone di metaldeide (prodotto lumachicida) che viene venduto liberamente contro le lumache, poi un meticcio è stato trovato morto alla Casella della famiglia Occhipinti a poche centinaia di metri dall’altro e nel febbraio scorso un altro meticcio era stato trovato morto sempre colpito da esche avvelenate nella zona di Sant’Umberto. Sia il campetto che i poderi citati confinano con una azienda faunistica venatoria e il veterinario Giuseppe Mancosu ha subito segnalato al competente ufficio fauna della Provincia di Forlì-Cesena l’accaduto inviando la relativa scheda predisposta per fare una mappatura dei casi di avvelenamento nel territorio provinciale.

La scheda di rilevazione predisposta dalla provincia prevede la segnalazione della vicinanza di aziende faunistico venatorie e di zone di ripopolamento come se queste realtà possano costituire dei fattori di rischio per questi episodi.
«E’ un vero atto di vigliaccheria – dice Pierluca Pani, presidente dell’Atc fo 5 (Ambiti Territoriali di Caccia) ed esperto cacciatore – in netto contrasto con l’etica del cacciatore con la “C” maiuscola, che al contrario si basa su un leale confronto preda-cacciatore, mentre questi atti vigliacchi possono essere generati solo da mani di delinquenti codardi».
Sante Silvani è il gestore dell’agriturismo di Sant’Umberto e non solo conferma la morte di un suo cane nel febbraio scorso, ma anche di altri due meticci incroci di Labrador e pastori che si sono salvati nei giorni scorsi solo per caso dai bocconi: «Ho capito subito i sintomi e l’intervento tempestivo del veterinario li ha salvati». Poi ci spostiamo al podere Casanova dove Massimo Barchi ha salvato il suo cane per un pelo, mentre alla Casella il cane è stato ritrovato morto.
In Toscana a fine anno vengono pubblicati i dati relativi alle zone in cui il fenomeno dei bocconi avvelenati è più intenso con lo scopo di allertare le forze dell’ordine a reprimere questo triste fenomeno; in Emilia Romagna siamo un passo indietro e i cacciatori chiedono di affrontare con più determinazione un’azione di prevenzione e di controllo dei territori maggiormente colpiti.

Il 19 aprile è stata ritrovata da un contadino della zona in località Monte della Placca nel podere Vallanza una femmina di lupo morta all’interno dell’azienda faunistico venatoria. Sono subito intervenuti gli agenti del comando stazione del corpo forestale di Santa Sofia che ci hanno confermato che si tratta di una femmina di canide, quasi sicuramente un lupo e la presunta causa della morte è avvelenamento. Sono in corso accertamenti del caso. Ciò significa che il corpo del lupo, animale protetto da leggi severissime, verrà inviato probabilmente all’Istituto zooprofilattico di Forlì e, in seguito, all’Istituto della fauna selvatica di Ozzano Emilia. Sull’episodio anche i responsabili del Parco nazionale delle Foreste casentinesi monte Falterona e Campigna saranno allertati anche perché qui c’è una delle popolazioni geneticamente più pure della specie lupo italico e molti esemplari alla ricerca di cibo stanno scendendo sempre più in basso per cacciare.

Poi, si prosegue con un altro articolo incentrato sui danni subiti dagli allevatori.

RETROSCENA DAL 1993 SOLAMENTE NEL PARCO NAZIONALE SONO STATE RITROVATE LE CARCASSE DI 38 LUPI UCCISI

«Spesso sono i branchi di cani selvatici ad attaccare il bestiame»

Trentotto le carcasse di lupi trovate solo nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi dagli uomini del Corpo Forestale negli ultimi quindici anni. A dirlo è il vice comandante Marco Mencucci: «Le cause di morte sono tre – spiega – , in primis colpi da arma da fuoco, subito dopo avvelenamento e infine investimenti sulla strada. Purtroppo è quasi impossibile risalire ai responsabili, ma la nostra attenzione è sempre alta». Sono quattro-cinque le famiglie di lupo presenti nella zona per un totale di circa una quarantina di esemplari. «I lupi sono una specie da proteggere che è difesa dalla legge – sottolinea Marco Cortini, responsabile dell’ufficio “Produzione Animale” della Provincia – , ma anche gli animali da gregge sono da difendere. Purtroppo sono sempre frequenti i casi di attacchi da parte di animali selvatici, spesso cani che vivono allo stato brado».
Nel 2006 sono state presentate 85 domande per chiedere un risarcimento in seguito all’uccisione di bestiame. Sono stati erogati 65 mila euro agli allevatori a fronte di un danno complessivo di 373 fra capre e pecore sbranate, 20 vitelli e un cavallo. All’incirca stessi numeri l’anno successivo: al 31 ottobre sono state depositate 67 domande per 57 mila euro concessi con 317 capre e pecore morte, oltre a 18 vitelli. «Molti allevatori sono in crisi a causa di questo fenomeno – conclude Cortini – e chiudono i battenti».
A quanto sembra, l’avvelenamento dei cani e del lupo può essere stato causato o da un balordo qualsiasi o più facilmente da un allevatore particolarmente arrabbiato o anche da una diaspora fra “tartufai” rivali.

Lascio a voi i commenti su questo scempio che si stà compiendo qui in Romagna. La gente, invece di essere orglogliosa di vivere accanto ad uno dei parchi nazionali più belli d'Italia, cerca, purtroppo, di distruggerlo.
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