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Originally Posted by spellbound
Vorrei scrivere a voi con la consapevolezza di scrivere a tanti amici e anche sapendo che le risposte che mi arriveranno saranno tra le più varie...
sono arrivata ad un punto di non ritorno: un quesito "folosofico" mi ossessiona ogni giorno (navarri non rompete gli zebedei dicendo che mi devo fare meno seghe mentali!!!  )...
Perchè il voler essere "giusti" è visto come sinonimo di "cattiveria" dalla maggior parte delle persone???
Perchè se si cerca di far valere i propri diritti di fronte a situazioni oggettivamente sbagliate si viene sempre presi come i cattivi di turno o i rompiballe di turno???
perchè le persone parlano di cose che non sanno???
perchè c'è una sorta di egoismo che divaga inesorabilmente come una sottospecie di "blob" tra le folle???
Insomma..perchè il mondo stà svalvolando?????  detta in poche parole...
lasciate stare la politica per un attimo: ripeto...puro quesito mondano-filosofico...
spero di trovare in una delle vostre risposte una grande verità...sempre che ne esista una.
thanks 
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...perchè ogni mondo interiore è un microcosmo a se, con le proprie "leggi", il proprio equilibrio di forze che cerca di mantenere una sorta di stabilità contro la spaventosa pressione a cui l'essere umano è sottoposto per la capacità intelletiva che possiede. Queste forze sono generate da esperienze, traumi in genere, influenze esterne che si radicano a livello viscerale creando una stratificazione di emozioni, ideali e convinzioni che creano un'immagine di noi stessi attraverso la quale ci percepiamo, ma questo sarebbe il male minore, la questione più grave è che usiamo quest'immagine come mediatrice nel nostro rapporto di percezione con il mondo, e quindi con le altre persone...una percezione oggettiva non esiste se non in seno al nostro ego, ma considerando che ogni ego è un mondo a se vien logico dedurne che la convinzione di giudizio oggettivo è meramente soggetiva a meno che non si abbia la capacità di estranearsi da quell'immagine. Essendo quell'immagine ciò che regge il nostro mondo, la nostra immagine del mondo, privarsene anche solo per un'istante vuol dire perdere ogni sicurezza e trovarsi alla mercè di quella pressione poc'anzi citata. In quella situazione la persona normalmente definita "sicura", sarebbe quella più svantaggiata...vien da se che in una società, cultura in cui si è spinti all'affermazione di tipo egoistico, nel senso di sviluppare un carattere "forte", pieno nelle sue certezze quali esse siano, il riuscire a distaccarsi un'attimo dal nostro tiranno (l'ego) è sempre più difficile, e quando questo accade lo si percepisce come segno di debolezza..